1. LA BOSCHI ALLA CAMERA RACCONTA UNA SERIE DI CAZZATE: 'NESSUNA IPOTESI DI AVVICENDAMENTO RENZI-LETTA', 'LE INTERCETTAZIONI NON DOVEVANO 'FINIRE A UN GIORNALE'
2. TRAVAGLIO: "INVECE RENZI DICEVA PROPRIO: 'O METTIAMO QUALCUNO DEI NOSTRI A SMINESTRARE  ROBA', O ' BUTTIAMO ALL'ARIA TUTTO, PERCHÉ LETTA È PROPRIO INCAPACE'"
3. "E LE TELEFONATE NON SONO 'FINITE AL GIORNALE', MA DEPOSITATE A NORMA DI LEGGE NELL'INCHIESTA CPL-CONCORDIA, SULLA RIVELAZIONE DI SEGRETO DA PARTE DI ADINOLFI"
4. MARCO LILLO SPARA 5 DOMANDE: "PERCHÉ RENZI, DA SEGRETARIO PD E NON ANCORA NEL GOVERNO, INTERVIENE PER STOPPARE LA NOMINA DI CAPOLUPO E FAVORIRE ADINOLFI?"
5. "ADINOLFI COMANDAVA LA GDF IN TOSCANA ED EMILIA ROMAGNA, I FEUDI DI RENZI E BERSANI. INDAGÒ PER TRUFFA LA MINISTRA JOSEFA IDEM MA NULLA FECE SU RENZI CHE SI È FATTO PAGARE I CONTRIBUTI DELL'AZIENDA DEL PADRE PER 20 ANNI, SENZA AVERCI MAI LAVORATO"

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1. LA BALLA ADDORMENTATA NEI BOSCHI

Marco Travaglio per "il Fatto Quotidiano"

maria elena boschi maria elena boschi

 

Non è successo niente. Ieri, rispondendo alla Camera a un’interrogazione dei 5Stelle sulla falsariga delle cinque domande del Fatto al Reticente del Consiglio, Maria Elena Boschi pareva un articolo di Repubblica, o dell’Unità, o del Foglio: non è successo niente. L’aveva già detto martedì a In Onda Estate Francesco Bei, uno dei cronisti di Repubblica più innamorati di Renzi: “Queste intercettazioni presentate come scoop, non me ne vogliano i colleghi del Fatto, sono proprio il nulla” (infatti il suo giornale, a quel nulla, ha dedicato due pagine).

 

E la ministressa l’ha ribadito, infilando una balla per frase.

 

maria elena boschi legge unita' maria elena boschi legge unita'

1) Secondo la Boschi, nella telefonata intercettata il 10.1.2014 dalla Procura di Napoli fra l’allora comandante tosco-emiliano della Guardia di Finanza Michele Adinolfi e l’allora segretario del Pd e sindaco di Firenze Matteo Renzi, “non è nemmeno citata l’ipotesi di avvicendamento dell’allora presidente del Consiglio” Letta.

 

Ora, che la Boschi non sapesse scrivere, era già dimostrato dalle riforme da lei vergate in tandem con Verdini. Adesso scopriamo che non sa neppure leggere. Nella trascrizione dei Carabinieri si legge infatti che Renzi è incerto fra due opzioni.:

 

matteo renzi maria elena boschi matteo renzi maria elena boschi

a)“Mettere qualcuno dei nostri... a sminestrare un po’ di roba” nel governo Letta per “governarlo da fuori” con un “rimpastone”;

 

b) “Buttare all’aria tutto”, cioè rovesciare il governo Letta, il che “sarebbe meglio per il Paese perché lui è proprio incapace” e prendersi subito Palazzo Chigi. Renzi è per la seconda opzione e ha già sondato B., “più sensibile a fare un ragionamento diverso”, cioè ad avallare o a sostenere un governo Renzi (otto giorni prima di siglare il patto del Nazareno).

 

LA MANO DI RENZI SULLA SCHIENA DI MARIA ELENA BOSCHI LA MANO DI RENZI SULLA SCHIENA DI MARIA ELENA BOSCHI

Purtroppo però Napolitano “non molla” Letta. Quindi, contrariamente a quanto afferma la Boschi, l’avvicendamento di Letta è citato eccome. Dunque la ministra dei Rapporti col Parlamento ha mentito al Parlamento. Non una, ma quattro volte.

 

2) “Quello che è grave è che intercettazioni che non hanno alcuna rilevanza penale anziché essere stralciate siano finite a un giornale e siano state pubblicate. Su questo sono in atto delle verifiche per accertare eventuali responsabilità. Il ministro della Giustizia ha disposto dei primi accertamenti chiedendo all’Ispettorato generale di procedere in questo senso... Purtroppo non è la prima volta che succede, speriamo che sia l’ultima”.

Michele Adinolfi Michele Adinolfi

 

No, gentile Boschi, non sarà l’ultima (almeno per noi del Fatto). Per un motivo molto semplice. Quelle intercettazioni non sono “finite a un giornale”: sono state depositate a norma di legge agli avvocati dell’inchiesta Cpl Concordia in un fascicolo in parte archiviato su Adinolfi per un’ipotesi di rivelazione di segreti. E, dopo il deposito, hanno perso il carattere di segretezza, dunque le abbiamo legittimamente, anzi doverosamente riferite. Ciò che è “grave” è che il governo, col ministero della Giustizia, abbia avviato indagini su un fatto assolutamente lecito, a caccia degli imprecisati “responsabili” che hanno pubblicato atti pubblici, autentici e di interesse generale.

 

RENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PD RENZI E LETTA ALL ASSEMBLEA NAZIONALE PD

Non, come vaneggia la bella addormentata nei Boschi, per “chi apprezza il genere fantasy... supposizioni, ipotesi, forse addirittura illazioni” estranee all’attività di governo”, ma per tutti i cittadini interessati all’imparzialità delle istituzioni e della Guardia di Finanza.

 

3) La terza balla è sul caso di Adinolfi, che aspirava al posto di comandante generale della Gdf, sponsorizzato da Gianni Letta e Alfano, ma pure da Renzi, Nardella e Lotti; invece dovette accontentarsi del ruolo di comandante in seconda dopo la conferma del generale Capolupo. Fallita la missione, il 5.2.2014 Adinolfi e Nardella cenarono in una trattoria romana e attribuirono la conferma di Capolupo al presunto strapotere di Giulio Napolitano e ai conseguenti pretesi ricatti sul padre Giorgio (“ce l’hanno per le palle De Gennaro e Letta, pur sapendo qualcosa di Giulio”, disse Adinolfi).

napolitano letta renzi napolitano letta renzi

 

Su tutto ciò– afferma la Boschi - “nulla da riferire ha il governo, perché non sono coinvolti esponenti del governo”. E le pressioni pro-Adinolfi di Renzi e dell’attuale sottosegretario Lotti?

 

4) Come può la Boschi dire che nella cena “non si fa riferimento mai a possibili sostituzioni o promozioni nella Guardia di Finanza né tantomeno a possibili ricatti nei confronti dell’allora presidente Napolitano”, se nella cena si parla solo di questo?

 

GIULIO E GIORGIO NAPOLITANO FOTO LA PRESSE GIULIO E GIORGIO NAPOLITANO FOTO LA PRESSE

La Boschi è in ottima compagnia. C’è pure il sottosegretario Claudio De Vincenti, beccato dai Carabinieri a “suggerire la strada a Tirreno Power (la centrale di Vado Ligure, accusata di inquinamento con centinaia di morti, ndr) per aggirare la prescrizione che impone la copertura del carbone”. Come? Facendo colpire disciplinarmente dal Csm il pm di Savona che indaga su quello scempio.

giulio napolitano nepi foto mezzelani gmt giulio napolitano nepi foto mezzelani gmt

 

Ora anche De Vincenti inscena il pianto greco: “Trovo un po’ singolare che il mio nome compaia in alcuni titoli d giornali, quando a mio carico non c’è nulla”. Come se le notizie fossero tali solo se hanno rilievo penale. Come se non esistessero i profili morali, deontologici, di opportunità. E come se un politico, solo perché non è indagato, fosse immune dalle critiche, dalle domande e persino dalle cronache. Gentili Renzi Boys & Girls, se non volete che si parli di voi, riformare le intercettazioni non basta: dovete proprio abolire la stampa.

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2. LE TELEFONATE - NOMINE E RICATTI: PRESIDENTE MATTEO RENZI, ADESSO RISPONDA A 5 DOMANDE

Marco Lillo per "il Fatto Quotidiano"

 

1. Perché , nel 2014, ancora soltanto segretario del Pd, interviene per stoppare la conferma del comandante della Guardia di Finanza, generale Capolupo, su richiesta di un suo sottoposto, generale Adinolfi, immischiandosi in una nomina di esclusiva competenza del governo e del ministro dell’Economia?

claudio de vincenti con la moglie paola claudio de vincenti con la moglie paola

 

2. Perché , sempre da segretario Pd, supporta un ufficiale come Adinolfi legatissimo a Berlusconi, Gianni Letta e Galliani, e proprio a lui comunica l’intenzione di far cadere il governo di Enrico Letta con l’aiuto di Berlusconi?

 

michele adinolfi michele adinolfi

3. Adinolfi comandava la Gdf in Toscana e in Emilia Romagna, competente a indagare sul feudo di Bersani, rivale di Renzi (lambito dalle indagini della finanza sulla segretaria dell’allora leader Pd), ma anche sul feudo di Renzi, cioè Firenze. Basti pensare che la Finanza indagò per truffa la ministra Josefa Idem in Emilia Romagna, mentre nulla del genere accadde per l’assunzione di Renzi nell’azienda di famiglia che gli permise di accumulare contributi pensionistici (pagati dalla Provincia e dal Comune di Firenze, quindi dai contribuenti) per aumentare pensione e tfr senza aver versato un euro. Renzi ha mai parlato di queste faccende con Adinolfi? Non crede che la sua familiarità con il generale possa appannare le certezze dei cittadini su un’azione equa della Gdf?

 

JOSEFA IDEM E BERSANI MINISTRO PARI OPPORTUNITA JOSEFA IDEM E BERSANI MINISTRO PARI OPPORTUNITA

4. Adinolfi , secondo le intercettazioni del Noe, criticò la proroga del comandante Capolupo e alluse alle inconfessabili ragioni di quella scelta (si parla addirittura di un ricatto all’allora capo dello Stato): non crede che ora debba dimettersi da comandante in seconda della Gdf?

 

5. Perché Renzi, segretario del Pd, si faceva dare dello “stronzo” da un generale che tuba al telefono con Gianni Letta?

 

 

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