BREXIT SÌ, MA NON COSÌ – IL PARLAMENTO INGLESE APPROVA A LARGA MAGGIORANZA L’ESTENSIONE DELL’ARTICOLO 50, CIOÈ LA RICHIESTA DI RINVIO “BREVE”, MA BOCCIA L'IPOTESI DI UN NUOVO REFERENDUM – L’EUROPA CONCEDERÀ ALTRO TEMPO? E COSA SUCCEDE SE L'ACCORDO VERRÀ BOCCIATO PER LA TERZA VOLTA A LONDRA? – SE LA BREXIT SARÀ POSTICIPATA AL 30 GIUGNO, COME CHIEDE LA CAMERA DEI COMUNI, NEL REGNO UNITO SI DOVRÀ COMUNQUE VOTARE PER LE EUROPEE – IL CAPO NEGOZIATORE UE BARNIER: “PREPARIAMOCI AL NO-DEAL” – VIDEO

-

Condividi questo articolo


 

SÌ DEL PARLAMENTO EUROPEO A CHIEDERE IL RINVIO DELLA BREXIT

Antonello Guerrera per www.repubblica.it

 

theresa may theresa may

È il terzo giorno del giudizio per Theresa May e per la Brexit, in una settimana segnata da drammatici voti in Parlamento. Dopo l'ennesima umiliazione di ieri, oggi la premier britannica presenterà la mozione della disperazione: secondo il testo il suo bistrattato accordo sulla Brexit deve essere approvato entro il 20 marzo e, se anche questo dovesse accadere, May chiederebbe dunque all'Europa un'estensione fino a giugno per far passare tutta la nuova legislazione a Westminster e chiudere questa prima estenuante fase della Brexit.

 

THERESA MAY ALLA CAMERA DEI COMUNI THERESA MAY ALLA CAMERA DEI COMUNI

E intanto, com'era atteso, la Camera dei Comuni ha dato il via libera, con 412 "sì" e 202 "no", a una mozione che dà mandato a Theresa May di chiedere all'Ue un rinvio "breve" della Brexit, dal 29 marzo al 30 giugno. Mentre è stata bocciata l'idea di tenere un secondo referendum sulla Brexit (334 contrari e 85 favorevoli). L'emendamento, presentato dalla ex Tory poi confluita nel Gruppo Indipendente, Sarah Wollaston, proponeva di estendere l'articolo 50 del trattato di Lisbona per concedere tempo per una seconda consultazione popolare.

 

la camera dei comuni boccia per la seconda volta l'accordo sulla brexit la camera dei comuni boccia per la seconda volta l'accordo sulla brexit

L'Ue le farebbe la concessione senza dubbio nell'ambito del prossimo consiglio europeo del 21-22 marzo e lo psicodramma Brexit verrà sopito per circa due anni, cioè il cosiddetto periodo di transizione nel quale verrebbero affinati i futuri rapporti tra i due blocchi.

 

Ma che cosa succederebbe se il suo accordo dovesse essere bocciato per la terza volta la prossima settimana? A quel punto May ha promesso (ed è scritto nella mozione) che chiederà allo stesso consiglio europeo un rinvio lunghissimo della Brexit, circa di un anno.

manifestazioni contro la brexit 1 manifestazioni contro la brexit 1

 

Più che una resa, questa è l'ennesima minaccia della premier ai suoi parlamentari conservatori ribelli ed euroscettici e agli unionisti nordirlandesi per convincerli a votare prima la mozione di oggi e poi il suo piano entro il 20 marzo. Perché l'ipotesi di estensione annuale della scadenza del 29 marzo (oltre la quale c'è il No Deal, cioè l'uscita senza accordo di Londra dall'Ue, pericolosissima per l'economia), spaventa moltissimo i "brexiters" in quanto oramai viene considerata l'espediente supremo per far deragliare la Brexit, attraverso nuove possibili elezioni generali o, peggio, un secondo referendum. Non a caso, l'estensione lunga pare essere la strada preferita dalle autorità europee, come ha fatto intendere oggi il Presidente del consiglio europeo Donald Tusk.

theresa may alla camera dei comuni theresa may alla camera dei comuni

 

Ma May sul suo accordo Brexit ha perso di 149 voti martedì sera e, se oggi passa la sua mozione, servirà un'impresa per far approvare dal Parlamento il suo piano concordato con l'Ue lo scorso novembre. Se invece la mozione oggi non venisse approvata dalla Camera dei Comuni, allora potrebbe davvero succedere di tutto: un accordo in extremis con Corbyn, il Parlamento che prende il potere e decide una Brexit soft (o un secondo referendum) o magari il burrone del No Deal.

 

la camera dei comuni boccia l'accordo sulla brexit 1 la camera dei comuni boccia l'accordo sulla brexit 1

Che ieri è sì stato indicativamente rifiutato dalla maggioranza dei deputati britannici ma che allo stesso tempo resta l'automatica conseguenza qualora entro il 29 marzo lo stallo permanesse e il Parlamento non trovasse una qualsiasi quadra. Insomma, il disastro per il Regno Unito è sempre più vicino e, come ha detto oggi un anonimo negoziatore europeo, "Londra oggi è come un Titanic che pretende che l'iceberg si scansi".

 

BREXIT: BARNIER, PREPARARSI A NO DEAL

 

(ANSA) - Di fronte a questa "situazione di incertezza, se siamo lucidi e responsabili ci dobbiamo preparare ad una Brexit senza accordo, perché il 29 marzo è vicino". L'estensione sarà al voto stasera, "non mi permetto di intervenire su questo, ma voglio dire che la situazione è grave e che bisogna prepararsi" allo scenario di un 'no deal'. "Siamo pronti, ma raccomando di non sottostimare le conseguenze". Così il capo negoziatore dell'Ue per la Brexit Michel Barnier.

BARNIER BARNIER michel barnier michel barnier la camera dei comuni boccia l'accordo sulla brexit la camera dei comuni boccia l'accordo sulla brexit

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

COME MAI L’OPA OSTILE DI UNICREDIT SU BANCO BPM HA TERREMOTATO I NEURONI LEGHISTI? IL MINISTRO DEL MEF GIORGETTI HA SUBITO ALZATO LE BARRICATE: L'OPA È STATA "COMUNICATA, MA NON CONCORDATA COL GOVERNO", MINACCIANDO ADDIRITTURA LA GOLDEN POWER, COME SE UNICREDIT FOSSE DI PROPRIETÀ CINESE - ANCOR PIÙ IMBUFALITO È SALVINI: “UNICREDIT ORMAI DI ITALIANO HA POCO E NIENTE: È UNA BANCA STRANIERA, A ME STA A CUORE CHE REALTÀ COME BPM E MPS CHE STANNO COLLABORANDO, SOGGETTI ITALIANI CHE POTREBBERO CREARE IL TERZO POLO ITALIANO, NON VENGANO MESSE IN DIFFICOLTÀ" – ECCO IL PUNTO DOLENTE: L’OPERAZIONE DI ORCEL AVVIENE DOPO L'ACCORDO BPM-MILLERI-CALTAGIRONE PER PRENDERSI MPS. COSI’ IL CARROCCIO CORRE IL RISCHIO DI PERDERE NON SOLO BPM, STORICAMENTE DI AREA LEGHISTA, MA ANCHE MPS, IL CUI PRESIDENTE NICOLA MAIONE È IN QUOTA LEGA…

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…