A BRUXELLES TREMANO: SE L’ITALIA DILAPIDA IL PNRR SONO CAZZI AMARI PER TUTTI - I NUMERI DELLA CORTE DEI CONTI SUI FONDI IMPIEGATI FIN ORA SONO DEPRIMENTI: A OLTRE UN ANNO E MEZZO DALL'INVIO DELLA PRIMA RATA L'ITALIA HA SPESO APPENA IL DIECI PER CENTO DI QUANTO A DISPOSIZIONE - CON IL PASSARE DELLE SETTIMANE LE DIFFICOLTÀ SUL RISPETTO DI IMPEGNI E SCADENZE SONO SEMPRE PIÙ EVIDENTI. DOPO AVER PRESO UN MESE, POI DUE, ORA LA COMMISSIONE EUROPEA NON ESCLUDE NEMMENO “UN MESE ULTERIORE” PER VALUTARE QUANTO FATTO FIN QUI E SBLOCCARE IL PAGAMENTO DELLA RATA DA VENTI MILIARDI DEL SECONDO SEMESTRE 2022…

-

Condividi questo articolo


i progetti dei comuni finanziati dal pnrr i progetti dei comuni finanziati dal pnrr

Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera e Marco Bresolin per “la Stampa”

 

[…] Piano nazionale di ripresa e resilienza. Con il passare delle settimane le difficoltà dell'Italia sul rispetto di impegni e scadenze sono sempre più evidenti. Dopo aver preso un mese, poi due, ora la Commissione europea non esclude nemmeno «un mese ulteriore» per valutare quanto fatto fin qui e sbloccare il pagamento della rata da venti miliardi del secondo semestre del 2022. Ma allo stesso tempo preme affinché il governo presenti entro un mese tutte le modifiche del Piano che ritiene necessarie.

raffaele fitto giorgia meloni raffaele fitto giorgia meloni

 

[…] Bruxelles ha preso di mira il finanziamento per la costruzione di due nuovi stadi, a Firenze e Venezia. A entrambi mancherebbero due requisiti essenziali per le opere finanziabili dal Pnrr: la finalità sociale e (nel caso di Venezia) la collocazione in aree urbane. […] Dietro quella battuta si celano due messaggi per Meloni che possono essere sintetizzati così: massima disponibilità a trovare soluzioni, ma ci sono limiti oltre i quali la Commissione non può spingersi.

GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN GIUSEPPE CONTE URSULA VON DER LEYEN

 

Che l'Italia avrebbe faticato a reggere la complicata architettura del Pnrr, a Roma e Bruxelles ne erano tutti certi dalla notte in cui Giuseppe Conte, in piena pandemia, negoziò duecento miliardi di euro fra prestiti e risorse a fondo perduto. […] Che sarebbe stata durissima lo sapeva sin dall'inizio Meloni e con lei Raffaele Fitto […] Ora però la preoccupazione ha superato il livello di guardia […] I nodi stanno venendo al pettine tutti insieme. Da un lato c'è il modo un po' raffazzonato con cui il governo Meloni ha completato i 55 impegni dello scorso semestre. Fin qui, si tratta di problemi minori.

 

le sei missioni del pnrr le sei missioni del pnrr

[…] Ciò che preoccupa la Commissione è l'orizzonte. I numeri della Corte dei Conti sui fondi spesi fin qui sono deprimenti: a oltre un anno e mezzo dall'invio della prima rata l'Italia ha speso appena il dieci per cento di quanto a disposizione. Numeri che confermano la difficoltà tutta italiana nel riuscire a spendere i soldi che l'Europa ci concede generosamente da molti anni. Ma proprio per questo, fin dai primi passi del governo Meloni il commissario italiano aveva messo in guardia dalla tentazione di cambiare troppo.

 

Giancarlo Giorgetti con il presidente dell'eurogruppo Paschal Donohoe Giancarlo Giorgetti con il presidente dell'eurogruppo Paschal Donohoe

È andata diversamente, e ora c'è da gestire molte cose insieme: Meloni e Fitto, pur fra lo scetticismo del ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti, hanno deciso una modifica di tutta la struttura di gestione del Piano, accentrando i poteri a Palazzo Chigi. Allo stesso tempo, nel tentativo di salvare i fondi salvabili, Fitto ha iniziato a negoziare con Bruxelles una modifica delle opere da finanziare. L'idea […] è quella di spostare alcuni progetti fin qui della lista del Pnrr (che scade nel 2026) nei capitoli dei fondi ordinari di coesione, ai quali l'Italia può attingere fino al 2029. […]

 

RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI RAFFAELE FITTO GIORGIA MELONI

la nuova governance del Piano è troppo accentrata per progetti destinati alle Regioni del Sud, dal cui parere non si può prescindere. La Commissione ha fatto sapere al governo di attendere una proposta di modifica entro la fine di aprile, insieme a quella relativa ad un altro pezzo del piano, ovvero la distribuzione di alcune risorse aggiuntive per progetti sulle energie rinnovabili. […]

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE

È ARRIVATA L’ORA DI PIER SILVIO? SEGNATEVI QUESTA DATA SUL CALENDARIO: APRILE 2025. POTREBBE ESSERE IL MOMENTO DELLA DISCESA IN CAMPO DI BERLUSCONI JR – “PIER DUDI” POTREBBE APPROFITTARE DI UNA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA AL REFERENDUM SULL’AUTONOMIA PER RIPERCORRERE LE ORME DEL PADRE: METTERE IN PIEDI UNA NUOVA FORZA ITALIA, APERTA A DIRITTI E MINORANZE, EUROPEISTA E ATLANTISTA. A QUEL PUNTO, LE ELEZIONI ANTICIPATE SAREBBERO INEVITABILI – ORMAI È CHIARO CHE IL GOVERNO MELONI NON CADRÀ MAI PER MANO DELL’OPPOSIZIONE, SPOMPA E INETTA, MA SOLO ATTRAVERSO UN’IMPLOSIONE DELL’ALLEANZA DI DESTRA-CENTRO - LA DIFFIDENZA DI MARINA, TERRORIZZATA DALL'IPOTESI CHE IL FRATELLO FINISCA FAGOCITATO DA BATTAGLIE MEDIATICHE E GIUDIZIARIE, COME IL PADRE...