Nick Farrell per “Libero Quotidiano”
Ma com’è messa male ’sta Unione europea. Che Dio la stramaledica. Un paio di giorni fa la Commissione europea - ovvero il governo mai eletto da nessuno di questo superbo superstato - giudica che il governo dell’Irlanda - eletto dal popolo - è evasore fiscale per colpa di un accordo con Apple che le ha permesso di «evadere» 13 miliardi di tasse «illegalmente».
E così Bruxelles dà l’ordine a Dublino: l’azienda deve pagarvi tutta quella cifra. Motivo? Beh, l’Ue non può - non ancora - comandare il sistema fiscale degli Statimembri e così ha dovuto fare il furbo: l’evasione fiscale in questo caso è stata un aiuto statale e quindi concorrenza sleale. E poi? Salta fuori ieri una notizia un po’ imbarazzante che riguarda proprio Jean- Claude Juncker - sì, sempre lui - il Presidente della stessa Commissione.
Diciamolo: questo boss mai eletto da nessuno alla Ue, che alza il gomito e soffre di manie internazionaliste e che è stato voluto soprattutto da Angela Merkel, un po’ di dimestichezza col mestiere ce l’ha.Non solo è stato premier per 19 lunghi anni del Lussemburgo, fino al 2013 - paradiso fiscale «in-shore» piuttosto che «off-shore» nel cuore dell’Ue -ma anche avvocato al centro della ragnatela degli evasori. Bene. Ecco la notizia.
L’avv. Juncker, detto «L’Evasor», mentre era premier, ha sottoscritto degli accordi fiscali tra il governo del suo paradiso fiscale - ben più discutibili di quello tra il governo irlandese con Apple - sia con McDonald’s sia con Amazon. Margrethe Vestager, Commissario alla concorrenza della Commissione, ha appena detto che - dopo Apple - sta indagando l’evasione fiscale tramite il Lussemburgo di McDonald’s e Amazon.
Secondo la danese Vestager, McDonald’s ha evaso 1 miliardo di euro di tasse dal 2009 al 2013 grazie al suo accordo col governo di - ahem - Juncker e secondo il quale poteva girare i suoi profitti europei tramite il Lussemburgo. Anche Amazon è accusato dalla Vestager di evasione fiscale - la cifra è simile -perché, secondo un accordo col governo di Juncker, i clienti europei della gigante delle vendite online pagano ormai da anni una sua filiale registrata in Lussemburgo.
L’avv. Juncker ha sempre insistito che mentre lui era premier le trattative fiscali tra il suo governo e società stranieri erano il compito unicamente del Ministero della finanza. Ma il mese scorso - secondo il Daily Mail di Londra - sono saltati fuori dei documenti che dimostrano che lui nel 2003 ebbe quattro incontri con i commercialisti di Amazon.
Secondo Bob Comfort, l’ex capo del reparto commerciale Amazon, Juncker corteggiava pesantemente l’azienda americana e offriva qualsiasi aiuto richiesto «per risolvere problemi ». Comfort ricorda: «Il suo messaggio era: “Per qualsiasi problema che incontrate e che non riuscite a risolvere, vi prego di tornare dame. Io farò il possibile per aiutare voi”». Nel 2014 - appena diventato Presidente della Commissione - sono venuti alla luce una barca di documenti - i Luxleaks - che dimostrano chiaramente come il suo Paese aveva aiutato 340 multinazionali a evadere il pagamento delle tasse.
Adesso invece nel nome della sacra Unione europea Herr Avv. Juncker si spaccia per santo guerriero che lotta a spada tratta contro l’evasione fiscale dei giganti del big business globale. Così facendo, certo si svela non solo ipocrita alla grande e colpevole di un conflitto d’interesse notevole, ma anche uno scemo. Se vada avanti così Apple, Amazon, McDonald’s a tutti gli altri si sposteranno dall’Ue a posti più appetibili - tipo la Gran Bretagna post-Brexit.