Monica Guerzoni per il Corriere della Sera
Per raccontare l' accoglienza che i renziani hanno riservato al documento di Carlo Calenda basta la freddura di Matteo Orfini, che ha postato su Instagram la foto del Manifesto di Marx ed Engels: «Mi hanno portato un bel manifesto da leggere...».
Ma l' ex ministro dello Sviluppo incassa gli apprezzamenti di Padoan, Pinotti, Gori, Bettini e tira dritto, verso un Fronte repubblicano che allarghi il perimetro del centrosinistra: «Dalle esperienze civiche di Pizzarotti e Pisapia, fino all' elettorato di Berlusconi che non si riconosce nella destra di Salvini».
Con una lunga lettera al direttore del Foglio, Calenda analizza la crisi delle classi dirigenti progressiste dentro la crisi di un «Occidente a pezzi» e identifica nell' idealizzazione del futuro la perdita di consenso: «I progressisti sono diventati i rappresentanti di chi vive il presente con soddisfazione e vede il futuro come un' opportunità». Nessun processo al renzismo, il suo obiettivo è un manifesto di valori, «uno strumento di mobilitazione che non sia solo una somma di partiti malandati».
Basta con le formule, con le diatribe su primarie e congresso. Le parole d' ordine, per il già coordinatore di Italia Futura, sono altre. Chiarire che «ogni riferimento all' uscita dall' euro ci avvicina al default». Continuare con il «piano Minniti» per fermare gli sbarchi. Ribadire l' appartenenza alla Ue e all' alleanza atlantica. Accrescere le misure contro la povertà. E un «piano choc contro l' analfabetismo funzionale», che scatena qualche critica sul web. «Analfabeta funzionale - ironizza un utente di Twitter - è chi non vota per me».
E Gianni Cuperlo teme che, partendo di nuovo dai nomi e non dalle idee, «si rischia di perdere ancora». Calenda incassa e sprona il Pd ad accelerare i lavori per una segreteria costituente: «Bisogna muoversi, perché si potrebbe tornare al voto molto presto».
carlo calenda tessera pd con maurizio martina
Nel nuovo organismo non dovranno entrare i capicorrente, ma «personalità come Gentiloni, Zingaretti, Pinotti, Sala, Gori, Bonaccini e Pigliaru». Il presidente del Lazio è in campo e Calenda lo vede bene come segretario, ma per l' ex ministro il federatore e «punto di riferimento della segreteria costituente» dovrà essere Gentiloni:
«Se ci sta?
Spero proprio di sì, altrimenti sarebbe un gran problema. È il leader che può opporsi a Salvini». Calenda alle primarie non ci sarà: «Io penso a una cosa che vada oltre il Pd e lo allarghi enormemente».
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