IL CALIFFO BARCOLLA MA NON MOLLA - LA BATTAGLIA PER LA RICONQUISTA DI SIRTE, IN LIBIA, E’ PIU’ ROGNOSA DEL PREVISTO: L’ISIS RESISTE E UCCIDE 27 SOLDATI DELLA COALIZIONE - ELIMINATI GLI ISLAMISTI, LO SCONTRO SARÀ TRA IL GENERALE FILO EGIZIANO HAFTAR E IL GOVERNO DI SERRAJ PER IL CONTROLLO DEI POZZI DI PETROLIO

Condividi questo articolo


Vincenzo Nigro per “la Repubblica”

LIBIA - LA BATTAGLIA DI SIRTE LIBIA - LA BATTAGLIA DI SIRTE

 

In Libia sta durando più del previsto la battaglia finale di Sirte contro lo Stato islamico. Sta costando troppe vite umane questo assalto delle milizie di Tripoli e Misurata agli ultimi quartieri controllati dai terroristi neri. Soltanto ieri sono morti altri 27 soldati della coalizione che lavora per conto del governo di Tripoli.

 

I 30 giorni concessi da Barack Obama alle sue forze armate per chiudere i conti con l’Is scadono domani, per cui queste ultime ore sicuramente vedranno una accelerazione degli attacchi americani, anche se una proroga è sempre nei poteri del presidente americano. Il problema è capire se l’offensiva di Tripoli e Misurata abbia disperso i combattenti stranieri dell’Is, ma abbia anche coalizzato quei pezzi di tribù gheddafiane ed ex uomini degli apparati del colonnello che a Sirte per 4 anni avevano trovato rifugio dopo la rivoluzione del 2011.

LIBIA - LA BATTAGLIA DI SIRTE LIBIA - LA BATTAGLIA DI SIRTE

 

HAFTAR VERSO I POZZI

In ogni caso, a meno di sorprese clamorose (ma allora i bombardamenti americani sarebbero molto più pesanti), presto il governo del premier Serraj dovrebbe avere il controllo totale della città, e avviare operazioni di ricerca dei gruppi di terroristi fuggiti verso il Sud, in particolare verso i confini con Niger e Algeria.

 

Nel frattempo, come sempre, il caos libico cambia, e assume nuova forma. Il vero pericolo adesso viene dal confronto con l’Est. Nelle ultime settimane, proprio mentre Misurata conclude la battaglia di Sirte, la milizia del generale filo-egiziano Khalifa Haftar ha pensato bene di avanzare in Cirenaica verso i pozzi della “mezzaluna petrolifera”.

LIBIA - LA BATTAGLIA DI SIRTE LIBIA - LA BATTAGLIA DI SIRTE

 

La settimana scorsa una colonna di blindati è arrivata a Zueitina, un villaggio a 10 chilometri dal terminale petrolifero che ha lo stesso nome ed è presidiato dalla milizia di Ibrahim Jadran, il capo della Guardie Petrolifere. Jadran per tre anni è stato alleato del generale ex gheddafiano, ma mesi fa quando ha capito che la milizia del generale era pronta a scalzarlo, è passato con Tripoli. In cambio di recente le sue guardie hanno ricevuto “arretrati di stipendio” pari a 40 milioni di dollari, con un accordo che è stato benedetto perfino dalle Nazioni Unite.

 

khalifa haftar khalifa haftar

LA VERA SFIDA È PER IL PETROLIO?

A questo punto dunque, mentre dovrebbe chiudersi la battaglia di Sirte contro l’Is, nella regione dei pozzi petroliferi potrebbe scatenarsi una nuova fase della guerra civile, con Tripoli, Misurata e le città loro alleate pronte alla guerra contro Haftar e il suo grande alleato, l’Egitto del generale Sisi. L’Egitto nei giorni scorsi ha suggerito al presidente del parlamento di Tobruk, Agila Saleh, una mossa politica che va in parallelo con le azioni militari di Haftar. Il parlamento (che secondo gli accordi Onu è l’unico ancora legale) ha sfiduciato i ministri del governo Serraj, una compagine che il presidente del Consiglio presidenziale aveva presentato ma che da mesi non era stata votata da Tobruk.

LIBIA SERRAJ SBARCA A TRIPOLI LIBIA SERRAJ SBARCA A TRIPOLI

 

Il Consiglio presidenziale di 9 membri rimane in sella ed è perfettamente legale, visto che invece ha ricevuto il voto di fiducia; ma i ministeri in questi mesi sono rimasti semi-paralizzati, e soprattutto Tobruk continua la sua azione di sabotaggio politico e militare contro il governo di Tripoli appoggiato dalle Nazioni Unite.

 

«La verità è che ormai abbiamo capito che l’Egitto non ha nessuna intenzione di rinunciare ai suoi piani di conquista della Cirenaica», dice un importante deputato di Misurata, «quando andiamo a incontrare gli egiziani sono pieni di complimenti per tutti noi, dicono che appoggiano una Libia unita e pacificata: ma in verità lavorano per ritagliarsi una fetta di territorio in Cirenaica, guarda caso quella con i pozzi petroliferi».

LIBIA SERRAJ SBARCA A TRIPOLI LIBIA SERRAJ SBARCA A TRIPOLI

 

CIRENAICA MILITARIZZATA

Il generale filo-egiziano risponde però con un piano che sicuramente è stato approvato dal Cairo: sta di fatto militarizzando il governo della Cirenaica. Dopo aver nominato un governatore militare per la regione, ha indicato un commissario militare a Bengasi, uno ad Agedabia (rimuovendo il sindaco civile), mentre un terzo governatore militare è stato assegnato a Kufra. Il presidente del Parlamento Agila non solo non si è opposto a questa militarizzazione in stile egiziano degli incarichi politici, ma ha chiesto che «le autorità civili da Derna a Bin Jawad rispondano alle autorità militari».

 

E adesso il capo di Stato maggiore dell’esercito di Haftar, il generale Abdelaziz al Nathori, quello che formalmente insedia i vari governatori militari, ha detto apertamente che «l’esercito libico e l’esercito egiziano sono una sola cosa, abbiamo chiesto all’esercito egiziano di controllare le nostre frontiere di terra e di mare fino ai confini con il Sudan». Anche i confini di mare, dunque, quelli da cui potrebbero partire le petroliere caricate con il petrolio che legalmente solo il governo di Tripoli sarebbe autorizzato a vendere.

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

COME MAI L’OPA OSTILE DI UNICREDIT SU BANCO BPM HA TERREMOTATO I NEURONI LEGHISTI? IL MINISTRO DEL MEF GIORGETTI HA SUBITO ALZATO LE BARRICATE: L'OPA È STATA "COMUNICATA, MA NON CONCORDATA COL GOVERNO", MINACCIANDO ADDIRITTURA LA GOLDEN POWER, COME SE UNICREDIT FOSSE DI PROPRIETÀ CINESE - ANCOR PIÙ IMBUFALITO È SALVINI: “UNICREDIT ORMAI DI ITALIANO HA POCO E NIENTE: È UNA BANCA STRANIERA, A ME STA A CUORE CHE REALTÀ COME BPM E MPS CHE STANNO COLLABORANDO, SOGGETTI ITALIANI CHE POTREBBERO CREARE IL TERZO POLO ITALIANO, NON VENGANO MESSE IN DIFFICOLTÀ" – ECCO IL PUNTO DOLENTE: L’OPERAZIONE DI ORCEL AVVIENE DOPO L'ACCORDO BPM-MILLERI-CALTAGIRONE PER PRENDERSI MPS. COSI’ IL CARROCCIO CORRE IL RISCHIO DI PERDERE NON SOLO BPM, STORICAMENTE DI AREA LEGHISTA, MA ANCHE MPS, IL CUI PRESIDENTE NICOLA MAIONE È IN QUOTA LEGA…

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…