beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 2
Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
L'alleanza con il Pd e il rebus dei rapporti con Rousseau: nel Movimento i due temi-cardine che stanno logorando i vertici registrano passi avanti. Prosegue il braccio di ferro con Davide Casaleggio. Le votazioni su Rousseau sono ferme per «non aggravare ulteriormente la situazione del debito», è il ragionamento dell'ala più vicina all'associazione che regola la piattaforma. Ma lo stop ha anche un valore politico: blocca l'iter per «incoronare» Giuseppe Conte.
giuseppe conte e luigi di maio con la card del reddito di cittadinanza
Ecco allora che nelle ultime ore sta prendendo piede l'idea di uno stratagemma: far votare gli attivisti via posta in modo da aggirare Rousseau. Una soluzione, però, che trova già diversi Cinque Stelle perplessi. «Potremmo esporci a una serie di ricorsi e trovarci punto a capo», dice uno di loro, che si domanda: «Come si può garantire che abbiano effettivamente votato gli aventi diritto?».
In questa situazione confusa, con Conte che preferisce attendere un'investitura ufficiale con tutti i crismi prima di muoversi da leader, nel Movimento c'è una frangia in pressing su Luigi Di Maio perché gestisca lui in prima persona sia la trattativa con Casaleggio sia i nodi politici più urgenti da sciogliere. In primis rinsaldare l'asse con i dem, un argomento su cui non a caso il ministro degli Esteri è intervenuto in un'intervista a El Pais .
«Ho sempre lavorato bene con Letta, è una persona in cui ho molta fiducia. L'alleanza tra Pd e M5s sarà rafforzata», ha detto Di Maio. E poi ha precisato: «Ma non deve essere solo elettorale, è necessario guardare ad orizzonti lontani per crescere insieme. Dobbiamo affrontare insieme le grandi questioni sociali. Letta e Giuseppe Conte troveranno spazio per il dialogo». L'ex capo politico M5S ha parlato anche di ius soli, citato dal segretario dem tra i suoi punti programmatici: «Quando parliamo di cittadinanza a mio avviso dobbiamo coordinarci a livello europeo».
Il primo scoglio da affrontare con i dem, però, è quello delle alleanze per le Amministrative. Nell'attesa del nuovo corso contiano, prosegue sottotraccia una flebile trattativa. Su sei capoluoghi di regione, nel Movimento auspicano di chiudere «almeno un patto per quattro». Viene data per persa la possibilità di una convergenza a Trieste, la città dove è stato consigliere comunale il contiano Stefano Patuanelli: qui il Pd andrà da solo e il Movimento punta su Alessandra Richetti.
stefano patuanelli question time in senato 1
La candidata triestina si è schierata al fianco di Virginia Raggi. E proprio il Campidoglio rischia di essere l'altra città con dem e M5S spaccati: l'endorsement di Beppe Grillo alla sindaca uscente sarà difficile da scalfire per chiunque nel Movimento. I pentastellati sostengono che il Pd abbia fretta di definire un quadro preciso e punta ad avanzare proposte anche in altri capoluoghi.
Quelli interessati da un possibile asse sono Bologna, Milano, Torino e Napoli. Situazioni ancora incerte, ma il Movimento vorrebbe provare a proporre un civico d'area per la città governata da Chiara Appendino, mentre sotto il Vesuvio rispunta la candidatura di Roberto Fico, ben vista nella coalizione. Proprio ieri il presidente della Camera ha incontrato il buovo segretario del Pd.