CARROCCIO A PEZZI! “LO STRAPPO DEL GOVERNO CONTRO DI NOI È UN FATTO MOLTO GRAVE. CI ACCOMPAGNANO ALLA PORTA” - IL CAPOGRUPPO LEGHISTA ALLA CAMERA RICCARDO MOLINARI DOPO LO STRAPPO SULLA DELEGA FISCALE: “CHI STA AL GOVERNO PENSA DI POTER FARE A MENO DI NOI. E IL RISULTATO DELLE ELEZIONI CI DICE CHE…” . IL RESPONSABILE ECONOMICO LEGHISTA ALBERTO BAGNAI: "DIFFICILE STARE AL GOVERNO ESSENDO TRATTATI COME SE SI FOSSE ALL’OPPOSIZIONE”

- -

-

Condividi questo articolo


alberto bagnai 1 alberto bagnai 1

(ANSA) "Noi abbiamo dato prova di uno spirito costruttivo, di senso di responsabilità, di volonta di condivisione, abbiamo fatto proposte concrete su tanti temi, dal sanitario all'economico. È un po' difficile stare in maggioranza essendo trattati come se si fosse all'opposizione, senza che ti vengano dati i documenti, con tempi per l'esame che vengono imposti". Lo ha dichiarato il senatore Alberto Bagnai responsabile economico della Lega, ospite di Rai News 24.

 

MOLINARI

Cesare Zapperi per corriere.it

 

Presidente, siete ai ferri corti con il governo Draghi. Parlate di strappo.

MASSIMILIANO ROMEO MATTEO SALVINI RICCARDO MOLINARI - CONSULTAZIONI MASSIMILIANO ROMEO MATTEO SALVINI RICCARDO MOLINARI - CONSULTAZIONI

«Non lo stiamo facendo noi, ma il governo nei nostri confronti — spiega Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera — Noi abbiamo spiegato che siamo entrati nell’esecutivo per evitare un aumento delle tasse. E invece, senza darci nemmeno il tempo di discuterne, il governo ha approvato un documento che contraddice quanto concordato in sede politica e deciso pochi mesi fa dalla commissione Finanze».

 

Vi sentite traditi?

«Non è tanto un tradimento nei confronti della Lega quanto del Parlamento».

Chiedete di fermare tutto?

«Per la verità, il governo ha approvato la legge delega anche senza di noi... Sarebbe stato meglio se avessero ascoltato le nostre obiezioni. Diciamo che non è stato un gesto molto amichevole».

 

Addirittura?

«È un fatto molto grave e di certo è una decisione politicamente molto rilevante».

alberto bagnai alberto bagnai

Un tempo di fronte ad una spaccatura così forte si sarebbe aperta formalmente una crisi di governo.

«Con un governo politico sarebbe andata così. Ora ci troviamo in una situazione diversa dovuta all’emergenza Covid. È certo, però, che una eccezione sta diventando una costante perché c’è un certo modo di procedere...».

 

Cosa intende dire?

«Forse non si apre una crisi perché chi sta al governo pensa di poter fare tranquillamente a meno di noi. E a questo punto tocca a noi decidere cosa fare».

 

E lei cosa farebbe?

riccardo molinari riccardo molinari

«Guardi, il risultato delle elezioni ci dice che molta gente non è andata a votare perché non vede risposte ai suoi bisogni. Con il governo Conte I la Lega ha portato a casa risultati e i consensi sono cresciuti a dismisura. Noi, quindi, vogliamo un governo che governi. Ma se non ci si lascia nemmeno discutere un provvedimento che rischia di avere pesanti conseguenze sulle tasche dei cittadini significa che ci stanno accompagnando alla porta».

 

Un’accusa forte, non crede?

«Me ne rendo conto, ma su un tema così delicato come quello fiscale noi non possiamo essere messi di fronte al fatto compiuto. Per la Lega non ci potrà mai essere un via libera».

Perdoni la malizia: non è che un incidente come questo casca proprio a fagiolo per cambiare strategia dopo il risultato non soddisfacente delle elezioni?

matteo salvini riccardo molinari foto di bacco matteo salvini riccardo molinari foto di bacco

«Per noi è conveniente ottenere i risultati stando dentro il governo visto che abbiamo deciso di entrarci pur se ce lo sconsigliavano. Ma se il segretario e tutti noi dovessimo valutare che non ci sono più le condizioni per continuare l’esperienza dovremo trarne le conseguenze».

 

Torniamo alle elezioni. È andata male.

«Io rigetto termini come tracollo e disfatta. Tutti guardano alle 5 città principali dove, osservo, anche quando la Lega era in gran spolvero non abbiamo mai avuto il sindaco. In generale siamo cresciuti, abbiamo strappato 69 sindaci in più e conquistato il ballottaggio a Roma e Torino».

 

Dovesse dare un voto?

«Darei un 6 e mezzo. Ci è mancata la spinta del voto d’opinione. Non siamo stati capaci di motivarlo anche per il ritardo nella scelta dei candidati».

Non è stato un errore puntare su figure civiche?

riccardo molinari foto di bacco riccardo molinari foto di bacco

«Alcuni sono andati bene, altri meno. Forse la scelta fra candidati civici e politici andava fatta caso per caso».

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

NON È CON LE GUERRE CHE SI ESTIRPA IL TERRORISMO – ISRAELE POTREBBE INVADERE IL LIBANO GIÀ QUESTA SETTIMANA MA NON CAMBIERA' GRANCHE' – NETANYAHU E I SUOI ALLEATI FINGONO DI NON CAPIRE CHE PER RISOLVERE IL PROBLEMA ALLA RADICE 

BISOGNA CREARE UNO STATO PALESTINESE - PER CREARE UN “NUOVO ORDINE” DI PACE IN MEDIO ORIENTE, TEL AVIV HA BISOGNO DI AVERE DALLA SUA PARTE LE OPINIONI PUBBLICHE INTERNAZIONALI: FARE GUERRA E ELIMINARE I CAPI DI HAMAS E HEZBOLLAH NON BASTERA' - IL MESSAGGIO DI NETANYAHU AGLI IRANIANI: "PRESTO SARETE LIBERI". IL PENTAGONO INVIA ALTRI SOLDATI E AEREI DA CACCIA IN MEDIO ORIENTE

DAGOREPORT - LA GUERRA D’ATTRITO NEL CENTRODESTRA NON SI FERMA A UCRAINA, AUTONOMIA, RAI, BANCHE E CANONE, MA SI ARRICCHISCE DI UNA NUOVA SORPRENDENTE ATTRICE PROTAGONISTA: BARBARA D’URSO – A VIALE MAZZINI SI MORMORA CHE DIETRO L’OSPITATA DELLA CONDUTTRICE A “BALLANDO CON LE STELLE” (COSTO: 70MILA EURO) CI SIA LO ZAMPINO DI TELEMELONI. UNA PIZZA IN FACCIA A PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE HA ALLONTANATO “BARBARIE” DA MEDIASET E NON VUOLE VEDERLA NEMMENO SULLE ALTRE RETI – L’AFFONDO DI GASPARRI SULLE BANCHE E SU ELON MUSK, L’AUTONOMIA, IL POSIZIONAMENTO INTERNAZIONALE: TUTTE LE SCHERMAGLIE TRA FRATELLI D’ITALIA, FORZA ITALIA E LEGA…

SULLA RAI ELLY NON SI È FATTA INFINOCCHIARE – IL MOTIVO CHE HA SPINTO SCHLEIN ALL’AVENTINO, OLTRE ALLA MANCATA RIFORMA DELLA GOVERNANCE DI VIALE MAZZINI, RIGUARDA LO STATO DELL’ARTE DEL PD – IL DUPLEX BOCCIA-FRANCESCHINI PUNTAVA A PIAZZARE UN PRESIDENTE DI GARANZIA CHIAMATO GIOVANNI MINOLI. UN NOME SU CUI ERA STATO TROVATO UN ACCORDO CON GIORGIA MELONI, GRAZIE AI CONTATTI DEL MARITO DI NUNZIA DE GIROLAMO CON GIAMPAOLO ROSSI – MA LA SEGRETARIA MULTIGENDER SI È RIFIUTATA DI PRENDERSI IN CARICO UN “INAFFIDABILE” COME IL MULTI-TASKING MINOLI – IL PROBLEMA DI ELLY È CHE NON HA NESSUN UOMO DI FIDUCIA IN RAI. PIUTTOSTO CHE INFILARSI IN QUEL LABIRINTO PIENO DI TRAPPOLE, HA PREFERITO CHIAMARSI FUORI – LA MOSSA DI NARDELLA: HA LANCIATO LA SUA CORRENTE PER STOPPARE FRANCESCHINI, CHE PUNTA A PASSARE IL TESTIMONE ALLA MOGLIE, MICHELA DI BIASE...

DAGOREPORT - RICICCIANO LE VOCI SU UNA FUSIONE TRA RENAULT E STELLANTIS. MA QUESTA POTREBBE ESSERE LA VOLTA BUONA – E' MACRON CHE SOGNA L'OPERAZIONE PER CREARE UN COLOSSO EUROPEO DELL'AUTOMOTIVE (LO STATO FRANCESE È AZIONISTA DI ENTRAMBI I GRUPPI) E, CON IL GOVERNO DI DESTRA GUIDATO DA BARNIER, A PARIGI NESSUNO OSERA' OPPORSI - E JOHN ELKANN? NON GLI PARE IL VERO: SI LIBEREREBBE DI UNA "ZAVORRA" E POTREBBE VELEGGIARE VERSO NEW YORK O LONDRA, PER FARE QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE (E IN CUI È BRAVISSIMO): INVESTIMENTI E ACQUISIZIONI TRA LUSSO E TECH. TOLTASI DAI COJONI L'EX FIAT, NON AVREBBE PIÙ RAGIONE DI TENERSI “REPUBBLICA” E “STAMPA" E LE FAIDE CON IL COMITATO DI REDAZIONE