CERCASI MARINE LE PEN DE’ NOANTRI DISPERATAMENTE - PER BUTTAFUOCO L’UNICO NOME E’ MARCO TRAVAGLIO - “LO DICO SUL SERIO. ALLE SUE SPALLE C’È LA DESTRA MONTANELLIANA E ANCHE QUELLA SERIETÀ SABAUDA, QUELLO STILE UN PO’ SCOMODO MA CHE VIENE DA UNA LUNGA TRADIZIONE. NON È LA DESTRA DEI TECNICI E NEPPURE QUELLA DELLE BANCHE. È LA DESTRA DELLA LEGGE E DELL’ORDINE” - E ANNUNCIA - CHE IN SICILIA SI PREPARA LA SORPRESA DELLE SORPRESE: “ANTONIO INGROIA GIÀ PRONTO PER LA POLITIC”.... -

Condividi questo articolo


Vittorio Macioce per "il Giornale"

MARCO TRAVAGLIOMARCO TRAVAGLIO MARCO TRAVAGLIOMARCO TRAVAGLIO

E poi una mattina ti svegli e scopri che Marine Le Pen è al venti per cento. Con tutti che chiacchierano e parlano e dicono e postano e twittano. Chi mestamente preoccupato, chi a sostenere «nulla sarà come prima», chi vagamente gongolando, chi «ve l'avevo detto», come se davvero in questa stagione indefinita non ci resta da dire a noi italiani che, attenzione, la «Francia siamo noi». Capitano mattine così. Poi magari ti senti anche con una vecchia conoscenza per scambiare qualche parere e mettere su un'intervista, magari uno come Pietrangelo Buttafuoco, che di certe cose se ne intende.

Marine Le Pen cambia la storia della Francia e dell'Europa?
«Eh, quanta fretta. Di fronte a qualsiasi fenomeno scatta l'istinto, il riflesso condizionato, a piazzare l'etichetta. L'ho detto anche al mio caro amico Saviano, di cui mi sembra stai citando il tweet».

Vero. Il tono era piuttosto preoccupato.
«La Francia non è l'Italia. Lì le storie di vandeani e giacobini riescono a convivere. Le ferite si rimarginano, anche quelle più profonde delle nostre. I prodotti che trovi sul mercato delle idee hanno un passato forte, radici profonde e alle spalle c'è tutta la Francia, con una solidità che resiste a tutte le scosse».

PIETRALGELO BUTTAFUOCOPIETRALGELO BUTTAFUOCO

Chi è la figlia di Le Pen?
«È la Francia più profonda, quella che ha attraversato tutte le svolte e le rivoluzioni. È la Francia di Giovanna D'Arco. È Andrea Chénier. È, nella variante belga, il ciuffo ribelle e conservatore di Tintin. C'è da sempre, sta lì, torna, s'inabissa e ricompare».

Eppure la famiglia Le Pen evoca la destra nazionalista, la xenofobia, via gli stranieri, non vogliamo gli immigrati. Non c'è solo la tradizione, ci sono anche le porte chiuse.
«Strumentale».

Strumentale?
«Sì ed è un peccato. Voglio anzi sottolinearlo con chiarezza. Quando la destra per opportunismo, per racimolare qualche voto in più, rimesta nella paura, punta l'indice verso l'immigrato, rinnega se stessa, cancella le sue intuizioni politiche. Si svende, insomma».

E ottiene il 20 per cento dei voti.
«No, non ottiene voti. Li perde. Lo sai quale è lo slogan che sta premiando Marine Le Pen?».

Spara.
«L'euro ha fallito».

marine le penmarine le pen

Il 20 per cento quindi è poco.
«Pochissimo».

Tutto quello che manca è il prezzo da pagare alla cattiva fama.
«Sta accadendo quello che molti già sospettavano. Come si fa ad amare una moneta senza indirizzo, senza casa».

Chi sarà il Le Pen italiano?
«Secondo te?»

Per ora ci sono i voti. Sono parcheggiati in quel cinquanta per cento di indecisi, stanchi, disillusi, e tutti quelli che «non se la bevono».
«Parte di questo capitale tornerà in gioco. Chi lo prende?»

L'impressione è che in prima fila ci sia Grillo, qualcosa può prendere Storace, una parte resta nell'orbita leghista. Il resto è da vedere. Qualcuno pensa che sia tutt'ora berlusconiano.
«Possibile. Ma questo vale a bocce ferme. La verità è che in questo gioco la partita, almeno in Italia, non sia ancora iniziata davvero. Il voto di chi comincia a chiedere l'uscita dall'euro, di chi non si arrende a un Europa di tecnici e di banche, è ancora in gran parte in cerca d'autore. Non c'è un lepenista in Italia. Nessuno che possa raccogliere un successo concreto. Ma ci saranno sorprese».

BEPPE GRILLO - Copyright PizziBEPPE GRILLO - Copyright Pizzi

Cioè?
«Sai chi potrebbe prendere quei voti?».

L'idea era chiederlo a te. Questa bene o male sarebbe un'intervista.
«Travaglio».

Stai scherzando?
«No, no. Lo dico sul serio. Non è una provocazione. È un'uomo di destra, alle sue spalle c'è la destra montanelliana e anche quella serietà sabauda, quello stile un po' scomodo ma che viene da una lunga tradizione. Non è la destra dei tecnici e neppure quella delle banche».

È una destra che non verrà mai votata da libertari e garantisti.
«È la destra della legge e dell'ordine».

Meglio la destra liberale, liberista e libertaria.
«Che tanto destra non è. Travaglio sarebbe interessante. Come in Sicilia si prepara la sorpresa delle sorprese».

Quasi quasi viene voglia di non saperlo.
«Antonio Ingroia che, per quanto si dichiari partigiano è un altro legge e ordine, più di un Ronald Reagan e già pronto per la politica».

Antonio IngroiaAntonio Ingroia

Ronald Reagan quando faceva lo sceriffo, cattivo, nei western. Non il presidente.
«Gli sceriffi stanno sempre con i buoni».

L'Europa comunque è al cambio di stagione. Che faranno gli italiani?
«Lo dico sottovoce, sperando che nessuno ci senta, ma il popolo italiano spesso mostra gli istinti peggiori. Sa essere carogna. È vendicativo. Non si vergogna del tradimento. C'è sempre un sacerdote che accompagna questa o quella metamorfosi. Non abbiamo una storia condivisa come in Francia. Il Risorgimento è stato raccontato male, la guerra civile dopo il ventennio è stata raccontata male. Qui il passato è sempre di parte. Quando cambia una stagione non si sa mai dove si va a finire.L'unica cosa certa è che in politica quando si crea un vuoto presto viene riempito».

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

VESPA, CHI ERA COSTUI? INDIGNATA LETTERINA DI "BRU-NEO" A DAGOSPIA: “IERI SERA AL PALAZZO DEI CONGRESSI HO ABBANDONATO LA CELEBRAZIONE DEI 100 ANNI DELLA RADIO E DEI 70 DELLA TELEVISIONE, INDIGNATO PER IL TRATTAMENTO RISERVATO A ‘PORTA A PORTA’. ACCANTO ALL'OMAGGIO A MONUMENTI COME ZAVOLI E PIERO ANGELA, SONO STATI RICORDATI ‘MIXER’ E ‘CHI L’HA VISTO’. MA NON UNA PAROLA, NÉ UNA IMMAGINE, SUI 30 ANNI DI PORTA A PORTA” - FATTE LE NOMINE, VESPA NON SERVE PIÙ? È STATO UN GENTILE CADEAU DA PARTE DI CHI È STATO ESTROMESSO? CHI C'È DIETRO? È MAI POSSIBILE CHE LA SCALETTA DI UN PROGRAMMA COSÌ IMPORTANTE, CHE CELEBRA UN SECOLO DI RAI, NON ABBIA AVUTO L’IMPRIMATUR DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO DELLA RAI, GIAMPAOLO ROSSI?

PERCHÉ GIORGIA MELONI È COSÌ INCAZZATA CON LA DISGRAZIATA "TALPA" CHE HA SPIFFERATO IL BLITZ SULLA CONSULTA DI MARTEDÌ PROSSIMO? LA DUCETTA SPERAVA DI COGLIERE DI SORPRESA L'OPPOSIZIONE E SPIANARE LA STRADA AL SUO CONSIGLIERE GIURIDICO, FRANCESCO SAVERIO MARINI. GIUSTO IN TEMPO PER IL 12 NOVEMBRE, QUANDO LA CORTE COSTITUZIONALE POTREBBE BOCCIARE L'AUTONOMIA LEGHISTA, CON GRANDE GIUBILO DELLA SORA GIORGIA: SE COSÌ FOSSE, SALTEREBBE IL REFERENDUM CHE NON LA FA DORMIRE LA NOTTE (GLI ITALIANI SONO CONTRARI) - ANCHE FORZA ITALIA HA CHIAMATO IN ADUNATA I SUOI, MA LA LEGA NO. E TE CREDO...

DAGOREPORT - LA FINANZIARIA È UN INCUBO PER IL GOVERNO CAMALEONTE DI GIORGIA MELONI: GRAVATA DAGLI OBBLIGHI EUROPEI SUL DEBITO PUBBLICO, CHE ANDRÀ SFORBICIATO DI ALMENO 12 MILIARDI L’ANNO, E DA UNA CRESCITA STRIMINZITA – EPPURE IL PNRR PIÙ DOVIZIOSO D’EUROPA (QUASI 200 MILIARDI) DOVEVA GARANTIRCI CRESCITA COSTANTE E SOPRA AL 3%. COS’È ANDATO STORTO? TUTTO: IL PIANO È STATO MAL SPESO E PEGGIO INVESTITO. E CON IL TRASLOCO DEL MINISTRO FITTO, CHE HA GIÀ PORTATO ARMI E BAGAGLI A BRUXELLES IN VISTA DELL’ESAME DELL’EUROPARLAMENTO, LA SITUAZIONE POTRÀ SOLO PEGGIORARE. LA MELONA INFATTI VUOLE DIVIDERE IL PORTAFOGLIO TRA CIRIANI E MUSUMECI, NON CERTO DUE FENOMENI DI EFFICIENZA E GESTIONE…

DAGOREPORT – APPROFITTANDO DEL ''VUOTO DI POTERE'' ALLA CASA BIANCA, NETANYAHU STA SERIAMENTE PENSANDO DI COLPIRE TEHERAN - SE DOVESSE ATTACCARE, LA RISPOSTA DELLA MACCHINA BELLICA DI KHAMENEI NON SARA' PIU' DIMOSTRATIVA PERCHE' ISRAELE VERREBBE COLPITA NON SOLO DALL'IRAN MA ANCHE DA SIRIA, IRAK, YEMEN, LIBANO, GAZA, CISGIORDANIA - GLI AMERICANI PROVANO A FRENARE LA FOLLIA DEL DOTTOR STRANAMORE D'ISRAELE CON UN’OFFENSIVA DIPLOMATICA SOTTO TRACCIA: SONO STATI I SERVIZI A STELLE E STRISCE AD AVVISARE KHAMENEI CHE NASRALLAH ERA NEL MIRINO DI TEL AVIV (LA GUIDA SUPREMA HA AVVISATO IL CAPO DI HEZBOLLAH, CHE NON HA ASCOLTATO) E AD ALLERTARE ISRAELE CHE I RAZZI STAVANO PARTENDO DA TEHERAN… - VIDEO