CHI TOCCA LA MINIGONNA MUORE - LE CINESI SONO ABITUATE A OGNI TIPO DI DIVIETO MA SE IL GOVERNO DICE LORO COME DEVONO VESTIRSI S’INCAZZANO COME JENE E COSÌ L’APPELLO A “COPRIRSI PER EVITARE MOLESTIE” NELLA METROPOLITANA DI SHANGHAI CREA IL PUTIFERIO - IL PORTAVOCE DELLA SOCIETÀ CHE GESTISCE LA FERROVIA SOTTERRANEA PIU’ ESTESA DEL MONDO RILANCIA: “QUI CI SONO MOLTI PERVERTITI, SE LE RAGAZZE CONTINUERANNO A CAMBIARSI D’ABITO NEI VAGONI DAVANTI A TUTTI POTREMMO ARRIVARE A CARROZZE SEPARATE PER UOMINI E DONNE”…

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Renata Pisu per "la Repubblica"

PROTESTE DELLE DONNE NELLA METRO DI SHANGHAI jpegPROTESTE DELLE DONNE NELLA METRO DI SHANGHAI jpeg

Sul sito ufficiale della metropolitana di Shanghai appare l'immagine di una donna vestita con un abito trasparente rivelatore di slip, reggiseno e calze con giarrettiera alla coscia. La scritta sotto avverte: «Se ti vesti così è probabile che tu sia molestata. Possono esserci dei pervertiti in metropolitana e non è facile liberarsene. Abbi rispetto di te stessa».

Apriti cielo! Anzi, apriti metà del cielo, come all'epoca di Mao venivano chiamate le donne. Sono fioccate migliaia di proteste di passeggere contro il machismo di quell'invito alla modestia, come se la pubblica morale dipendesse dall'esposizione di qualche centimetro quadrato di pelle femminile, così ha scritto nel suo blog una ragazza di professione impiegata. E un'altra ha sottolineato che una donna deve essere rispettata anche se sale su di un vagone in bikini. Che diamine! Come si permettono i dirigenti della metropolitana di dire alle donne cosa è giusto mettersi addosso?

DONNE NELLA METRO DI SHANGHAI jpegDONNE NELLA METRO DI SHANGHAI jpeg

E ancora tantissime sono le passeggere che dichiarano di non capire perché si debba dire alle donne di rispettare se stesse mentre sarebbe molto più giusto invitare gli uomini a rispettare le donne. Insomma, l'iniziativa della dirigenza della metro di Shanghai ha scatenato un dibattito che, come sottolinea La Voce delle Donne, una organizzazione non governativa per la parità dei diritti, non è da considerarsi frivolo e inessenziale perché «serve a prendere atto del sessismo che imperversa nella nostra società. I mo-lestatori sono dei criminali e i dirigenti della metro non dovrebbero giustificarli con la scusa che le vittime li hanno provocati».

Ieri la protesta femminile, una ancora impacciata espressione di un femminismo che stenta a farsi valere, dal virtuale della rete è scesa nella concretezza dei corpi di donne che in varie stazioni della metropolitana si sono presentate intabarrate con panni neri, il volto coperto in stile burqa, mostrando dei cartelli con su scritto "Fa caldo e io voglio stare fresca" e "Posso vestirmi come mi pare, voi dovete lasciarmi in pace". Come e ancora più della protesta sul web questa discesa in piazza delle donne ha suscitato l'opposizione dei moderati. Si sono levati commenti malevoli: «Sfido che c'è chi vi mette le mani addosso! Siete delle provocatrici. Siete voi che molestate gli uomini conciate in quel modo indecente».

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Come si vede, gli argomenti dei maschilisti di Shanghai sono gli stessi usati sotto qualsiasi cielo, anche sotto questo che sembrava aver riconosciuto pari dignità alle donne assegnandone loro la metà. «E invece non era vero niente, era soltanto una ben intenzionata bugia » commenta sul suo blog una delle poche cinesi che hanno il coraggio di dichiararsi apertamente femministe.

In Cina non è una cosa facile e infatti Lian Tian, uno dei portavoce della metropolitana di Shanghai che vanta la più estesa rete di trasporto rapido del mondo - 450 chilometri di rotaie, una media di circa 8 milioni di utenti al giorno - è intervenuto nel bailamme delle proteste sostenendo che era tutta colpa di qualche organizzazione femminista, che lo scopo di mettere in rete quell'immagine di donna sexy con l'invito alla modestia nel vestire era soltanto un dovuto richiamo alla necessità che le passeggere pensassero a difendersi preventivamente dai pervertiti: «Non ce ne sono tanti da noi a Shanghai ed escludo che si debba arrivare a vagoni riservati per le donne come a Città del Messico o Rio de Janeiro».

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L'idea però potrebbe essere presa in considerazione prima o poi, visto che da qualche tempo sulla metropolitana di Shanghai molte ragazze hanno preso l'abitudine di cambiarsi disinvoltamente d'abito, come se fossero a casa loro, davanti a tutti i passeggeri che non allungano le mani ma, in genere, si limitano a registrare le immagini sui loro cellulari e magari le mettono poi in rete.

Se ne vedono parecchi di questi pubblici spogliarelli sui blog cinesi e accade che qualche ragazza, riconoscibile nella sequenza, protesti. E allora, le donne gradirebbero vagoni a loro riservati o sono invece delle esibizioniste? Non si sa, comunque la moda sta prendendo piede e i dibattiti sulla pubblica decenza e i suoi limiti si fanno in questi giorni sempre più serrati.

Tutto è cominciato con l'immagine della donna sexy sul sito ufficiale della metropolitana ma il portavoce Lian Tian ha dichiarato che di toglierla non ne vede la ragione «perché siamo un paese libero. Noi consigliamo alla donne di vestirsi di più, loro possono scoprirsi quanto vogliono, non c'è nessun conflitto e nessuna imposizione». Gli ottimisti ne deducono che le vie per arrivare al rispetto dei diritti individuali e della democrazia in Cina sono davvero infinite perché ormai non c'è più autorità che tenga, tutto si giudica in rete, tutti twittano. Ma la scelta degli argomenti è davvero libera? O si preferiscono quelli un po' pruriginosi? Gli ottimisti consigliano di pazientare.

 

 

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