CHI TROVA UN AMICO (DI DRAGHI E NAPO), TROVA IL TESORO – PER L’ECONOMIA RENZI VUOLE UN MINISTRO CHE NON SIA SUCCUBE DEI DIKTAT TEDESCHI MA VIENE ROTTAMATO DALL’ASSE DRAGHI-NAPOLETANO

Renzi considera rischioso replicare il dualismo palazzo Chigi-Economia – Dopo i no di Reichlin e Barca, Napolitano stoppa Delrio e invita il Rottam’attore a scegliere un profilo che sommi competenze e peso in Europa – Per via XX settembre in corsa anche Morando, la Bonino rischia…

Condividi questo articolo


Fabio Martini per ‘La Stampa'

Resterà la giornata nella quale Matteo Renzi fece la spola su e giù dal Quirinale con in mano una rosa di ipotetici ministri dell'Economia, anche se a fine giornata non aveva ancora pescato quello "giusto". Tra le 15,30 e le 21 di ieri il presidente incaricato ha fatto visita, prima al Governatore della Banca d'Italia e poi al Presidente della Repubblica che, come è noto, risiedono a pochi metri di distanza: il primo nella sede di Bankitalia, in via Nazionale, il secondo nella sede della Presidenza della Repubblica, in cima al colle del Quirinale.

napolitano renzinapolitano renzi

A Ignazio Visco e a Giorgio Napolitano, il presidente incaricato - accompagnato dai due ex sindaci Graziano Delrio e Lorenzo Guerini - tra le altre cose ha spiegato quali fossero le idee e i profili riguardanti il ruolo più importante nella squadra di governo, il ministero dell'Economia.

Matteo Renzi ha espresso la sua idea di fondo: il prossimo ministro dovrà essere un tutt'uno con palazzo Chigi, rispondere al capo del governo, non ai capi dell'Europa politica e neanche ai superburocrati del Tesoro. Renzi ha capito che sarebbe rischioso replicare il dualismo palazzo Chigi-Economia che ha segnato gli ultimi governi, con i ministri tecnici "nelle mani" dei grandi burocrati.

napolitano letta renzinapolitano letta renzi

E Renzi ha anche squadernato i nomi dei possibili ministri: il presidente dell'Istat Pier Carlo Padoan, l'ex rettore della Bocconi Guido Tabellini e, in seconda fila, l'attuale ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio e l'ex presidente della Commissione Bilancio del Senato Enrico Morando. Più indietro Franco Bernabè.

Nei due palazzi le reazioni sono state simili ma con sfumature diverse. Il Capo dello Stato aveva già fatto sapere di nutrire grande stima nei confronti di Graziano Delrio, ma di ritenere necessario un profilo diverso per un ruolo come quello di ministro dell'Economia e durante il colloquio ha spronato Renzi a sommare competenze, ascolto in Europa, peso specifico.

DRAGHI-NAPOLITANODRAGHI-NAPOLITANO

Quanto al Governatore della Banca d'Italia, era stato sondato nei giorni scorsi con la massima riservatezza sulla sua disponibilità ad accettare la guida del ministero dell'Economia, aveva ringraziato ma lasciato cadere, dichiarando la propria indisponibilità per ora e per il futuro ad un incarico di tipo politico. Un no che ha fatto seguito ad analoghi dinieghi espressi a richieste più o meno esplicite: i no di Romano Prodi, Lucrezia Reichlin e di Fabrizio Barca, sia pure in un contesto rocambolesco come quello della trasmissione radiofonica la "Zanzara".

IL TRIO BOCCONI PROVASOLI MONTI E TABELLINIIL TRIO BOCCONI PROVASOLI MONTI E TABELLINI

Nell'incontro di ieri con Renzi, il Governatore Visco era accompagnato dal board di Bankitalia e nel corso dell'incontro avrebbe espresso apprezzamento per il ministro dell'Economia ancora in carica, Fabrizio Saccomanni, per il suo ottimo lavoro e per l'efficace raccordo garantito con la Bce. Poi, per non ingenerare l'equivoco su una ingerenza nella formazione del governo, la Banca d'Italia ha prodotto un comunicato nel quale ha escluso ogni riferimento a singole personalità.

PIER CARLO PADOANPIER CARLO PADOAN

Ieri, lo staff di Renzi ha proseguito il pressing per raggiungere un obiettivo oramai evidente: evitare a tutti i costi un ministero che rassomigli troppo a quello precedente. Un obiettivo che Renzi immagina di ottenere anzitutto rimescolando le deleghe ai ministri del Nuovo centrodestra, Alfano, Lorenzin e Lupi. Ma anche insidiando posizioni finora considerate quasi intoccabili. Come quella di Emma Bonino.

LUCREZIA REICHLIN jpegLUCREZIA REICHLIN jpeg

 

 

Enrico MorandoEnrico Morando BEATRICE LORENZIN MAURIZIO SACCONI ANGELINO ALFANOBEATRICE LORENZIN MAURIZIO SACCONI ANGELINO ALFANO

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

COME MAI L’OPA OSTILE DI UNICREDIT SU BANCO BPM HA TERREMOTATO I NEURONI LEGHISTI? IL MINISTRO DEL MEF GIORGETTI HA SUBITO ALZATO LE BARRICATE: L'OPA È STATA "COMUNICATA, MA NON CONCORDATA COL GOVERNO", MINACCIANDO ADDIRITTURA LA GOLDEN POWER, COME SE UNICREDIT FOSSE DI PROPRIETÀ CINESE - ANCOR PIÙ IMBUFALITO È SALVINI: “UNICREDIT ORMAI DI ITALIANO HA POCO E NIENTE: È UNA BANCA STRANIERA, A ME STA A CUORE CHE REALTÀ COME BPM E MPS CHE STANNO COLLABORANDO, SOGGETTI ITALIANI CHE POTREBBERO CREARE IL TERZO POLO ITALIANO, NON VENGANO MESSE IN DIFFICOLTÀ" – ECCO IL PUNTO DOLENTE: L’OPERAZIONE DI ORCEL AVVIENE DOPO L'ACCORDO BPM-MILLERI-CALTAGIRONE PER PRENDERSI MPS. COSI’ IL CARROCCIO CORRE IL RISCHIO DI PERDERE NON SOLO BPM, STORICAMENTE DI AREA LEGHISTA, MA ANCHE MPS, IL CUI PRESIDENTE NICOLA MAIONE È IN QUOTA LEGA…

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…