Carmelo Lopapa per la Repubblica
Faccia a faccia con "Angela", Cancelliera d' Europa. E pazienza per le risate ironiche e i dissapori di un tempo. Il momento è delicato per Silvio Berlusconi, a meno di un anno dalle Politiche e a pochi mesi dalla sentenza di Strasburgo per l' agognata riabilitazione. Bisogna riannodare i fili con i leader popolari e con chi conta in Europa. A cominciare proprio dalla Merkel.
SARKOZY E MERKEL RIDONO DI BERLUSCONI
Ci sono voluti giorni di lavoro sottotraccia e tutta la diplomazia di Antonio Tajani - all' esordio nella kermesse Ppe da presidente del Parlamento - per ritagliare nell' agenda del capo del governo tedesco i minuti necessari a un incontro con l' ex premier italiano. Un bilaterale informale - come viene definito da chi ci ha lavorato - è previsto tra i due domani, a margine della giornata conclusiva del congresso del Ppe che inizierà oggi a Malta e al quale prenderanno parte anche Angelino Alfano e Pier Ferdinando Casini.
Nelle ultime ore - dopo vari ripensamenti - Berlusconi ha deciso che pur andando (domani appunto) non prenderà la parola, nessun discorso ufficiale dal palco dell' Intercontinental dove si terranno i lavori. «Basta, parlerò davanti ai colleghi europei quando tornerò nel pieno delle mie facoltà politiche», è stata la conclusione. Ascolterà piuttosto dalla platea gli interventi più attesi, quello di Frau Merkel in primo luogo.
«Per me è importante, lo capisci », è la raccomandazione rassegnata dal capo forzista al "suo" Tajani per caldeggiare un incontro con lei. Il presidente del Parlamento europeo gode di un ottimo rapporto personale con la Cancelliera, costruito con pazienza anche negli anni bui della guerra berlusconiana alla Germania e alla Francia di Sarkozy (post conferenza stampa con ghigno ironico dei due all' indirizzo dell' allora premier italiano in procinto di dimettersi, era il 2011).
Ma il tempo passa e le condizioni mutano. Con la Merkel Berlusconi ritiene di aver già chiarito le incomprensioni, comprese le voci su una sua presunta battuta poco elegante, già a margine del precedente congresso del Ppe, nell' autunno 2015 a Madrid. Adesso vuole spiegarle che è ancora lui il leader di riferimento dei moderati in Italia. Che con i sovranisti alla Salvini lui non c' entra, ma che con la Lega amministra già da anni in comuni e regioni.
Che solo la sua presenza garantirà da una deriva dei populisti nel nostro Paese. La convincerà? Un analogo vertice il leader dovrebbe averlo anche col premier spagnolo Mariano Rajoy, col quale i rapporti invece sono consolidati. E come nelle precedenti, rare puntate all' estero, Berlusconi sarà seguito da una maxi delegazione (stavolta una cinquantina) di parlamentari- supporter, in genere la claque più rumorosa e affollata, che non passa mai inosservata in casa Ppe.
Facile immaginare come il leader leghista - già in campagna con tanto di manifesti "Salvini premier" - abbia preso la notizia. «Berlusconi andrà a Malta con la Merkel e tutti i leader democristiani d' Europa. La domanda sul nostro rapporto fatela a lui, non a me. Noi diciamo no a quest' Europa con regole tedesche ».