DAGONOTA
marcello minenna giuseppe conte
Perché Grillo ha mosso le chiappe e i piedini, schiodandosi dalla sua inespugnabile villa di Marina di Bibbona, per recarsi personalmente alla presentazione del rapporto dell'Agenzia delle Dogane, guidata dall'ex assessore della Raggi Marcello Minenna?
Non si è praticamnete mai visto l'Elevato partecipare a questo genere di eventi. O erano le assemblee di Tim e Mps e lui era lì per buttare molotov (metaforiche) oppure si trattava di eventi in cui lui era la star e gli altri comprimari.
E invece eccolo lì, immortalato e seduto composto in mezzo ad altri politici e boiardi che un tempo avrebbe messo alla gogna sul suo blog. Come mai? Intanto all'evento c'era Goffredo Bettini, che insieme a lui (a Beppe, perché Zingaretti non lo voleva) è l'ideologo del governo giallo-rosso. Le loro foto insieme, e insieme a Conte, servivano a suggellare l'accordo urbi et orbi.
Il messaggio rivolto al premier però era anche un altro: caro Giuseppi, noi ti lasciamo Palazzo Chigi, ma se ci stai lo devi a noi, a questa dirigenza del Pd. Se Zingaretti crolla, crolli pure tu. Quindi vedi di difenderlo quando verranno ad attaccarlo dopo il voto.
Se con Bettini Grillo ha parlato oltre un'ora, e si sono ripromessi di fare qualunque cosa per mantenere vivo questo governo fino al voto del Quirinale, con il premier ha discusso di rete unica, che lui voleva solo italiana. Risposta? In perfetto stile contiano (rimandare, rimandare): tanto la decisione finale sarà a marzo 2021, da qui ad allora, beato chi ci arriva
GRILLO BLINDA IL PREMIER E STOPPA L'OPERAZIONE ANTI PD DI CASALEGGIO `
Mario Ajello per il Messaggero
goffredo bettini gianni letta giuseppe conte
La grande batosta del 20 settembre, nel voto regionale, è in arrivo per i 5 stelle. Sono i primi a saperlo e circola un catastrofismo interno, non lontano dalla realtà, per cui il movimento da oltre 30 per cento delle Politiche 2018 potrebbe precipitare dalle parti del 10. La premessa dell' incontro tra Grillo e Di Maio di ieri - con il pretesto della presentazione del Libro blu dell' Agenzia delle Dogane diretta da Marcello Minenna, buon amico di Beppe - è questa e lo svolgimento è il seguente: dopo il super-flop toccherà evitare l' assalto alla leadership da parte dei nemici interni, guidati da Davide Casaleggio.
francesco boccia domenico arcuri
Dunque, il messaggio obliquo contenuto nella foto - e nella «piacevole chiacchierata, piena di spunti per il futuro e di grande idee da mettere in campo», parola di Di Maio - dei sorrisoni e delle pacche tra il ministro e Grillo è rivolto a Casaleggio e a Dibba, alla Lezzi e alla Grillo, a Bugani e a tutti quelli che ormai sono una fronda molto bellicosa. Con tanto di chat riservata per pianificare le mosse della presa del potere stellato in nome del purismo identitario e degli interessi pratici della Casaleggio Associati.
IL PRETESTO
enrico mentana milena gabanelli
Il pretesto per lanciare questo messaggio - Di Maio leader ombra di un direttorio allargato, Grillo benedicente, avanti ancora con il Pd e con questo governo guarda caso seduto affianco a Beppe c' è Bettini e più in là il premier Conte - l' ex comico genovese detto anche l' Elevato l' ha insomma trovato ieri all' Agenzia delle Dogane. In sala anche Conte, la presidente del Senato, Casellati, e ministri tra cui oltre Di Maio anche Gualtieri. Grillo ha parlato con il premier e con Di Maio: «Siete grandi, ottimi e abbondanti, andate avanti così!». Ovvero, il vostro governo è il mio governo, e guai a smarcarsi dallo schema rosso-giallo. E gli emissari di Zingaretti in sala sembrano in totale letizia.
Grillo ha la mascherina, gli altri pure, il premier sorride: «La mascherina non mi ha impedito di parlare con Beppe». Giusto uno scambio di opinioni e l' effetto voluto è questo: nulla e niente ci separeranno. E neanche il caso Roma, con la candidatura stellata della Raggi contro il Pd, sembra in grado per ora di rovinare l' idillio che si vuole mettere in scena.
Tanto è vero che oggi pomeriggio Grillo potrebbe affacciarsi ai banchetti referendari per il Sì dove ci sarà la Raggi, a riprova che la sostiene per il bis in Campidoglio (le ha detto: «Daje») ma allo stesso tempo Beppe per primo, e gli stellati la pensano più o meno come lui, darà il viatico all' appoggio M5S per il ballottaggio al candidato Pd, se Virginia come è sicuro non supererà il primo turno.
beppe grillo giuseppe conte luigi di maio
Foto a due, Grillo-Di Maio, e foto a tre: Beppe, Luigi e Conte. Il sottotesto racconta che Grillo è arrivato a Roma per cementare, oltre al patto di governo, il movimento in vista della catastrofe dei prossimi giorni. Si tratta di «evitare follie», come dice Beppe ormai in rotta totale con Casaleggio pronto a far incoronare su Rousseau come capo politico Dibba o un altro così, pur di non finire nel dimenticatoio.
Un dimenticatoio concepito così da Beppe, da Di Maio e dagli altri: leadership collegiale, e magari con Chiara Appendino come coordinatore della segreteria (oddio quanto vecchiume da partito tradizionalissimo!) in cui ogni big si tiene il suo pezzo di potere e sarà questo il modo per evitare l' esplosione nucleare dopo il 20 e le scissioni. Una però sarebbe già alle porte. Quella, prevista in un evento il 22 settembre di una ventina di deputati contiani e delusi dal mancato accordo con il Pd alle Regionali, guidati dal pugliese Francesco Troiano.
beppe grillo alla presentazione del libro blu dell'agenzia delle dogane
Ma l' apparizione super-governista di Grillo ieri, e poi la leadership allargata, servono proprio a scongiurare scissioni. Perché se capo diventasse Di Maio, un pezzo va via. Se lo diventa la Taverna o emissari di Fico, idem. La foto Grillo-Di Maio-Conte, e tutto quello che c' è dietro, sono dunque una mossa - disperata? - per far sopravvivere M5S anche dopo fine settembre. E insieme quel clic è la consacrazione dell' ex comico come uno smaliziato giocatore di Palazzo. Infatti si fa immortalare nella sala pure a fianco di D' Alema, come se il Migliore fosse diventato lui.
goffredo bettini luigi di maio massimo d alema