matteo salvini giancarlo giorgetti
1 - DAGONEWS
Il premier Conte fa sapere a Salvini che anche il Colle vorrebbe che oggi si desse un nome alla Ursula von der Leyen di una persona molto competente al riparo di bocciature preventive. E Conte pensa che il nome migliore sarebbe sempre quello di Giorgetti.....chissà perché.....
2 - COMMISSARIO UE ITALIA SENZA UN NOME E SALVINI SNOBBA IL PRESSING DI CONTE
Annalisa Cuzzocrea e Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
Per tutto il giorno, Giuseppe Conte ha atteso dalla Lega il nome che oggi dovrà fare alla presidente eletta della Commissione europea Ursula von der Leyen. Per ventiquattr' ore, il presidente del Consiglio ha aspettato che il suo vice, Matteo Salvini, lo chiamasse per dirgli chi - secondo lui - dovrebbe andare a rivestire il ruolo di commissario italiano a Bruxelles.
Se il sottosegretario all' Economia Massimo Garavaglia, cui sembra corrispondere il nuovo profilo tracciato dal capo del Viminale: «Un professionista che è nella Lega da anni, che ha esperienza di governo, che si occupi di dossier economici, di vita reale, commercio, industria, concorrenza». Oppure il ministro dell' Agricoltura Marco Centinaio o la ministra della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno. Salvini, però, all' ultimo momento, ha deciso di aspettare ancora.
DAVID SASSOLI URSULA VON DER LEYEN
Al ministro dell' Interno il premier ha spiegato quanto il fattore tempo sia fondamentale. Per avere la delega alla concorrenza, cui l' Italia aspira e per la quale ha trattato nei vertici internazionali. Per non rischiare che sia depotenziata da uno spacchettamento, davanti a un Paese che ritarda a presentare la candidatura.
il ministro giulia bongiorno foto di bacco
Soprattutto, per evitare che la neo presidente chieda espressamente il nome di una donna. Von der Leyen ha spiegato che vorrebbe che metà del suo collegio fosse femminile, ma dei 18 Paesi che hanno già fatto i loro nomi, solo 7 hanno scelto una donna. Ne mancano 10. E manca l' Italia. Che più tarda, meno possibilità avrà di ottenere quel che vuole.
Salvini lo sa, ma è spiazzato da un gioco europeo che - nonostante gli anni trascorsi da eletto a Strasburgo - pare sfuggirgli. In conferenza stampa al Papetee Beach accanto al leader, il ministro per gli Affari Europei Lorenzo Fontana ammette che contro la Lega in Europa c' è una sorta di «cordone di sicurezza». Il partito di via Bellerio è nel gruppo con i movimenti antieuropei che Bruxelles tiene a distanza. L' aggancio con il leader ungherese Viktor Orbán è fallito. Stare insieme ad Afd e Front National non è un buon viatico, per essere guardati con fiducia. «Non è possibile che la von der Leyen non incontri il partito che ha vinto le elezioni europee in Italia», attacca Fontana. Ma sarà così. Ed è questo che, più di tutto, irrita Salvini e i suoi.
MASSIMO GARAVAGLIA LAURA CASTELLI
Per il nostro Paese tratta Conte, che con la presidente si è sentito spesso nelle ultime settimane. «C' è troppa carne al fuoco, per il nome mi sa che aspetto ancora un giorno », diceva ieri il ministro dell' Interno in spiaggia. Fino a sfogarsi: «Tanto si sa come andrà: faranno di tutto per impallinarcelo, bocceranno il nostro candidato. E poi, come faccio a dare un nome se non so quali saranno le deleghe?».
In effetti, in caso davvero l' Italia riuscisse a ottenere la concorrenza, dopo il rifiuto di Giancarlo Giorgetti la Lega potrebbe puntare giusto su Garavagla. Se invece si trattasse dell' Agricoltura, il candidato naturale sarebbe l' attuale ministro Marco Centinaio.
Che con la sua dipartita dal governo darebbe il via alle danze del rimpasto. Resta l' ipotesi donna, con il nome di Giulia Bongiorno. «Vogliono anche dirci se dev' essere bionda?», chiede seccato Salvini. Che torna a ripetere come un mantra: «Se non si fanno le riforme che vogliamo il governo non può andare avanti». Ma appare fuori tempo massimo: il Parlamento è quasi in vacanza. La crisi, per ora, può attendere.