1 - IL TRISTE DAY AFTER DEL MODERATO CRIPPA «UN ERRORE LA LINEA DURA DI BATTISTA? È FUORI»
Emanuele Buzzi per il “Corriere della Sera”
DAVIDE CRIPPA E GIUSEPPE CONTE
Davide Crippa, avete fatto cadere il governo, non le sembra da irresponsabili in questo momento?
«Ho sempre espresso in tutti i contesti interni il mio orientamento, dettato soprattutto dalla preoccupazione per il Paese, e ho lavorato fino alla fine per favorire il dialogo. Si era giunti a valutare in maniera concreta l'ipotesi di votare la fiducia garantendo poi un appoggio esterno. Dopo la replica del presidente Draghi la situazione è scivolata verso un'altra strada».
I mercati oggi sono in ribasso e lo spread sale.
«Era una delle molte preoccupazioni che hanno animato il dibattito sulla permanenza nel governo, siamo stati noi i primi a parlare di pandemia energetica e di profonda crisi economica che non potrà che aggravarsi nel prossimo autunno a meno che non si tenti di arginarla assumendo iniziative forti».
Conte ha detto che da Draghi c'è stato un atteggiamento sprezzante verso il M5S.
«Ci siamo sforzati di vedere in alcuni passaggi un tentativo di dialogo, che in una logica di mediazione interna ci aveva portato a valutare l'appoggio esterno. La replica non è stata caratterizzata da toni accomodanti e di mediazione e questo purtroppo ha contribuito a far precipitare gli eventi».
A suo avviso l'esecutivo andava salvato?
«Secondo me si doveva lavorare per star dentro e incidere nei provvedimenti in lavorazione che, stando alle dichiarazioni di Draghi, dovevano tradursi in corpose misure economico-sociali per contrastare il caro energia e sostenere il potere d'acquisto, da varare entro fine luglio.
Auspichiamo che negli affari correnti, comunque, si possa intervenire in qualche misura ad alleggerire il peso che i cittadini stanno già sopportando da mesi».
GIUSEPPE CONTE E LA DEPOSIZIONE DI DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI
Come giudica l'atteggiamento dei falchi? Ha definito vergognosi gli attacchi nei vostri confronti.
«La dialettica politica è spesso aspra quando ci si confronta soprattutto nei momenti di estrema difficoltà e delicatezza .
Ma alcuni toni utilizzati in assemblea nei confronti dei colleghi sono stati sprezzanti, non rispettosi di un confronto democratico e risultano ancor più incomprensibili alla luce del fatto che il dibattito sulla posizione da assumere è stato vivo e acceso fino alla fine: ancora alle 17 di ieri pomeriggio (mercoledì, ndr ) si ipotizzava, in un confronto ampio, di votare la fiducia» .
Ci sarà una scissione?
«Il dibattito e il confronto su posizioni differenti in seno ad una assemblea non deve per forza di cose tradursi in una scissione. Considero ancora il confronto interno un momento di valorizzazione per tutti quelli che lo conducono con linearità e rispetto dell'altro».
Si parlerà del tetto dei due mandati. A suo avviso vanno fatte deroghe?
«È una decisione che dovranno prendere Conte e Grillo. Il M5S è evidentemente cambiato: oggi non corre più da solo, ma in un quadro che prefigura alleanze nel campo progressista.
ALESSANDRO DI BATTISTA VIRGINIA RAGGI PH LAPRESSE
Personalmente credo che debba essere svolta una analisi costi benefici nel disperdere patrimoni di esperienze consolidati in oltre dieci anni di militanza ed esperienza nelle istituzioni.
E poi, sacrificando le figure di maggiore esperienza, rinunciando a candidarle nei collegi uninominali, si rischierebbe di cederli a mani basse a un alleato, con esperienza di lungo corso ma appartenente a un'altra forza politica».
Danilo Toninelli auspica il ritorno di Di Battista: sarà il vostro nuovo leader?
«Il capo politico è Giuseppe Conte. Per quanto mi ricordi, Alessandro si è disiscritto dal M5S».
2 - TERZO MANDATO, FONDI, ESPULSIONI M5S, L'ORA DELLA RESA DEI CONTI
E. Bu. per il “Corriere della Sera”
La faida nel Movimento non si placa. Tra i Cinque Stelle c'è ancora un clima da guerriglia tra falchi contiani e governisti. Ieri lo scontro si è spostato in assemblea.
Alla Camera il capogruppo Crippa ha puntato l'indice contro l'ala barricadera, colpevole di attacchi «ingenerosi» nei confronti dei governisti: «È stato vergognoso, eppure fino a ieri pomeriggio tutte le opzioni erano sul tavolo, anche quella di dare la fiducia al governo». I falchi non avrebbero gradito il messaggio e - come sostiene l'Adnkronos - avrebbero tentato di organizzare un'assemblea per costringere Crippa a dimettersi dal suo ruolo. Tentativo fallito.
In mattinata ai deputati si rivolge anche Giuseppe Conte. Il leader ripercorre la strada che ha portato il M5S a non votare la fiducia e sostiene: «Se le altre forze politiche vogliono continuare questa esperienza (di governo, ndr ) non saremo noi a metterci di traverso».
Ma tra i Cinque Stelle è scattata l'ora della resa dei conti.
«Faremo tabula rasa», dicono alcuni esponenti che aprono a «un profondo rinnovamento» nel segno della rifondazione contiana. Ovviamente il discorso è legato a doppio filo ad eventuali deroghe al tetto di due mandati massimo per gli eletti. Anche nelle ultime ore Beppe Grillo avrebbe espresso la propria contrarietà a modificare una delle regole fondanti del Movimento.
Ma a testimoniare la disaffezione della truppa parlamentare per il garante è il fatto che ieri il compleanno di Grillo sia stato per lo più ignorato sui social dai suoi figli politici, che erano soliti celebrarlo.
Oltre alla questione mandato si apre un'altra urgenza per gli stellati: quella dei fondi. Con la fine della legislatura, i Cinque Stelle si vedranno costretti a contare solo su quanto c'è in cassa. Molti parlamentari sono indietro con le restituzioni e con le elezioni all'orizzonte è facile immaginare che non abbiano intenzione di proseguire con i versamenti. Anche per questo motivo, lo svolgimento della kermesse Italia 5 Stelle sarebbe a rischio.
Il redde rationem interno potrebbe toccare indirettamente anche il contratto di consulenza di Beppe Grillo. Lorenzo Borré fa la sua mossa e su Facebook annuncia: «Pronta la lettera con richiesta di chiarimenti al collegio dei probiviri per chiedere se intendano confermare la giurisprudenza interna in materia di espulsione dei parlamentari per mancato voto di fiducia a governi di cui fa parte il M5S o se intendono invece annullare tutte le espulsioni irrogate fino ad ora per la violazione dell'art. 3 del Codice etico. Un doppio standard non è predicabile».
onorevole davide crippa foto di bacco
Gli stellati ora sono di fronte a un bivio: o espellere tutti i senatori che non hanno partecipato al voto di fiducia (stroncando di fatto il loro percorso nel M5S) o rischiare di perdere le cause di risarcimento da parte di chi è stato cacciato per lo stesso motivo, mettendo a ulteriore dura prova le casse. «In pratica dobbiamo scegliere se salvare il futuro di Turco, Maiorino, Castellone o il contratto di Grillo», dice tra il serio e il faceto un Cinque Stelle.
A complicare ulteriormente la situazione si sommano gli addii certi o presunti. Ieri ha lasciato il gruppo della Camera Soave Alemanno. La deputata è passata direttamente a Italia viva. Ma fa ancora più rumore l'indiscrezione che circola nelle ultime ore: Max Bugani, uno dei volti storici M5S, ex socio di Rousseau, capo staff di Virginia Raggi e ora assessore a Bologna sarebbe in procinto di dire addio ai Cinque Stelle.
Da tempo Bugani è inserito nell'alveo di un percorso di centrosinistra e in base agli ultimi avvenimenti starebbe valutando il da farsi. Intanto Conte commenta: «Grillo? Ci siamo sentiti e anche lui ovviamente è rimasto sconcertato come me, sgomento, per gli attacchi subiti ieri».
CONTE GRILLO BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE - MARIO DRAGHI - BY EDOARDO BARALDI