DA CULATELLO A RENZIE FONZIE, IL PD AMA SEMPRE IL “METODO BULGARO”: VOTAZIONI ALL’UNANIMITÀ E DISSENSO AZZERATO - E NESSUN ACCENNO ALLA TRASPARENZA FINANZIARIA

Renzi aveva il 70% dei delegati all'assemblea nazionale, ma le votazioni per eleggere le nuove cariche interne sono avvenute quasi all'unanimità - L'assemblea di ieri doveva comunicare il rendiconto delle primarie e invece nulla: se Fabio Maggioni non avesse posto il problema, nessuno ne avrebbe fatto cenno…

Condividi questo articolo


Stefano Filippi per "Il Giornale"

Matteo Renzi promette cambiamenti, ma finora nella gestione del partito non si sono viste novità, a parte l'abolizione dei cognomi, banditi dall'eloquio ufficiale. Grazie Pier Luigi, grazie Walter, bravo Enrico, ho camminato accanto a Gianni, Pippo e Gianni: tutto così, stile terza superiore dove sono tutti amici-amici e chiamare uno per cognome equivale a bollarlo come l'antipatico della classe.

Con Renzi dunque la «cognomenklatura» è tornata nomenklatura. Come quella che ha preso in mano il partito secondo scelte da Prima Repubblica. Renzi ha voluto che il suo principale antagonista delle primarie, Gianni Cuperlo, diventasse presidente del partito. L'altro antagonista, Pippo Civati, ha espresso uno dei due vicepresidenti, l'onorevole Sandra Zampa, ex portavoce di Romano Prodi, mentre l'altro è un renziano doc, Matteo Ricci. Poltrone per tutti, col bilancino.

CUPERLO RENZI CIVATICUPERLO RENZI CIVATI

Nella direzione nazionale del Pd entrano poi i governatori e i sindaci delle maggiori città con in tasca la tessera del partito oltre a presidenti ed ex presidenti del Consiglio, gli ex segretari e i candidati delle primarie: quindi D'Alema e Prodi, Bersani ed Epifani, Franceschini e Veltroni, Fassino ed Errani. Per Franco Marini, ex presidente del Senato trombato nella corsa al Quirinale, è stato trovato un posto nella commissione di garanzia. L'unica della vecchia guardia tagliata fuori è Rosy Bindi: in direzione non è prevista la presenza degli ex presidenti del partito.

CONFRONTO SKYTG RENZI CUPERLO CIVATICONFRONTO SKYTG RENZI CUPERLO CIVATI

Rinnovamento virtuale, dunque. E neppure nel sistema di voto si è visto qualcosa di diverso dalle procedure in vigore in Bulgaria. Renzi aveva il 70 per cento dei delegati all'assemblea nazionale, ma le votazioni per eleggere le nuove cariche interne sono avvenute tutte per alzata di cartellino e perciò quasi all'unanimità. Minoranze e dissenso interno sono già state zittite.

E nonostante le promesse di trasparenza, non se n'è vista l'ombra quanto alla gestione finanziaria. L'assemblea milanese di ieri doveva essere l'appuntamento in cui comunicare il rendiconto delle primarie: quanti soldi spesi dai candidati, quanti soldi incassati da chi ha votato, come verranno impiegati.

SANDRA ZAMPASANDRA ZAMPA

Se non fosse saltato fuori un delegato a porre il problema, nessuno ne avrebbe fatto cenno. «Non voglio essere soltanto uno che alza a comando la tessera di delegato: voglio un ordine del giorno e conoscere in anticipo le candidature per poterle valutare, e voglio il bilancio delle primarie», ha protestato durante il dibattito il monzese Fabio Maggioni.

Renzi è stato preso in contropiede e ha potuto soltanto prendere l'impegno di rendicontare ogni centesimo degli 1,5 milioni di euro incassati ai gazebo domenica scorsa. L'altra furbata del nuovo corso è stata quella di non replicare alle osservazioni emerse dagli interventi (oltre due ore) seguiti alla relazione del nuovo segretario. «Ci sarà tempo», ha detto Renzi. Secondo il buon vecchio stile dc.

matteo riccimatteo ricci

 

Franco MariniFranco Marini RENZI  dalemaRENZI dalema

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - COME SI PUO’ CONTROLLARE UN PARTITO CHE HA QUASI IL 30% DEI VOTI CON UN POLITBURO DI 4-5 PERSONE? E INFATTI NON SI PUO’! - LE SORELLE MELONI, FAZZOLARI E SCURTI NON TENGONO LE BRIGLIA DI FRATELLI D’ITALIA: SILENZIATA LA CORRENTE DEI “GABBIANI” DI RAMPELLI, AZZERATO IL DISSENSO, ELIMINATA OGNI DIALETTICA INTERNA (CHE SI CHIAMA “POLITICA”), TRATTATI I PARLAMENTARI COME CAMERIERI A CUI SI DANNO ORDINI VIA CHAT, COSA SUCCEDE? CHE POI QUALCUNO SI INCAZZA E FA “L’INFAME”, SPUTTANANDO ALL’ESTERNO IL PIANO DI GIORGIA MELONI PER IL BLITZ PER ELEGGERE FRANCESCO SAVERIO MARINI ALLA CONSULTA…

DAGOREPORT – GIORGETTI E' GIA' PRONTO PER LA TOMBOLA: DÀ I NUMERI - IL MINISTRO DELL’ECONOMIA ALLE PRESE CON LA TERRIBILE LEGGE DI BILANCIO PRIMA ANNUNCIA “SACRIFICI PER TUTTI” E NUOVE TASSE TRA ACCISE E CATASTO, PER POI RINCULARE QUANDO SI INCAZZA LA MELONA, COSI' TIMOROSA DI PERDERE IL VOLUBILE CONSENSO POPOLARE DA CONFEZIONARE UN VIDEO CONTRO IL SUO MINISTRO: "NOI LE TASSE LE ABBASSIAMO" - E QUANDO NON SBUCA LA MELONI, ARRIVA PANETTA: SULLA CRESCITA DEL PIL GIORGETTI SI APPOGGIA AI NUMERI “ADDOMESTICATI” DELLA RAGIONERIA GENERALE FORNITI DALLA SUA FEDELE DARIA PERROTTA, PER VENIRE SUBITO SMENTITO SECCAMENTE DALL'UFFICIO STUDI DI BANKITALIA... 

DAGOREPORT – IL BALLO DELLA KETAMINA DI ELON MUSK NON PORTA VOTI: LA PERFORMANCE “OCCUPIAMO MARTE” DEL PICCHIATELLO DI TESLA SUL PALCO CON TRUMP IN PENNSYLVANIA NON HA MOSSO L’OPINIONE PUBBLICA – KAMALA HARRIS SAREBBE IN VANTAGGIO DI 4-5 PUNTI, MA IL SISTEMA ELETTORALE USA E' FOLLE: NEL 2016 HILLARY CLINTON FU SCONFITTA DA TRUMP PUR AVENDO AVUTO 3 MILIONI DI VOTI IN PIU' – IL PRESSING DEI REPUBBLICANI PERCHE' TRUMP ABBASSI I TONI (È IL MOMENTO DI PARLARE AGLI ELETTORI MODERATI, NON AL POPOLO MAGA, CHE LO VOTA COMUNQUE) - I DILEMMI DI KAMALA: MI CONVIENE FARE GLI ULTIMI COMIZI CON OBAMA? COME RICONQUISTARE IL VOTO DEI TANTI GIOVANI PRO-PALESTINA?

DAGOREPORT – VOCI (NON CONFERMATE) DALL’IRAN: IL REGIME DELL’AYATOLLAH AVREBBE TESTATO UN ORDIGNO NUCLEARE NEL DESERTO DI SEMNAN – SAREBBE UN MONITO PER NETANYAHU: NON ATTACCARE SENNO’ RISPONDIAMO CON L’ATOMICA – PIU’ DELLE MINACCE DI KHAMENEI CONTA L’ECONOMIA: CINA E INDIA SONO I PRINCIPALI CLIENTI DEL PETROLIO DI TEHERAN E SE “BIBI” COLPISCE I SITI PETROLIFERI IRANIANI PUO’ TERREMOTARE L’ECONOMIA GLOBALE – BIDEN CHIAMA NETANYAHU E GLI CHIEDE DI NON TOCCARE I GIACIMENTI…