DAGONEWS
Che succede in casa grillina? Negli ultimi giorni si è fatta notare l'assenza di Luigi Di Maio in tv, soprattutto dopo la sovraesposizione delle ultime settimane. Pare che il vicepremier avesse in programma di andare in Rai, o da Vespa o da Lucia Annunziata. Entrambe le partecipazioni sono naufragate, però, sulla lista di domande consentite, vera tragedia mediatica dei nostri tempi.
beppe grillo luigi di maio alessandro di battista contro la legge elettorale
Pare che al solo menzionare i casini del padre, tema che avrebbe voluto trattare Lucy a ''Mezz'ora in più'', Luigino si sia chiuso in un mutismo invalicabile. È un nervo scopertissimo e argomento tabù per chiunque voglia intervistarlo. Allora ''Porta a porta'' ieri sera? Giammai: Bru-neo avrebbe chiesto della bruciante sconfitta con Bruxelles. Niente tv.
Ma i problemi vengono anche da Genova. No, non dal ponte di cui Toninelli ha già incautamente annunciato la data di inaugurazione (''sarà pronto a inizio 2020''), ma da Sant'Ilario, per la precisione da Villa Grillo. Beppe ormai non parla più con i leader del suo movimento, preferisce confidarsi con gli amici.
Non pensa che Dibba possa risollevare le sorti del M5s e riportarlo alle sue origini spettinate fatte di vaffa e ambientalismo. Non lo pensava prima che uscissero i conti della società di famiglai che produce sanitari, le tasse non pagate e gli stipendi arretrati, figuriamoci ora.
GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA
Non gli sono piaciuti il viaggio in Centroamerica, il libro con Mondadori, i reportage per il ''Fatto'' che leggono in pochi, i documentari sulla piattaforma ''Loft'' che non vede proprio nessuno, le sue foto sull'amaca e i post su Instagram con fidanzata, figlio e hashtag #noipapà, che sembrano più una guida per le vacanze coi figli al seguito che il diario di un leader politico.
Grillo è pur sempre quel milionario che prima di partire per Malindi pubblicava ''l'elogio della povertà'' come discorso di fine anno, teorico di un pauperismo da decrescita ligure e felice che non ritrova più nella sua creatura.
Per questo ha cazziato duramente Davide Casaleggio dopo l'articolo apparso sul ''Fatto'', a firma Stefano Feltri e Carlo Tecce, sui conflitti d'interessi della società che gestisce il primo partito politico d'Italia, in cui si racconta come ''chi vuole parlare coi 5Stelle passa da lui. Dalle imprese che puntano ai fondi pubblici agli enti vigilati da Di Maio: l’imprenditore è considerato la porta d’accesso''.
Ovviamente il pezzo non nasce da Travaglio ma dall'ala più ostile al M5s del suo quotidiano, e comunque Beppe e Marcolino non hanno più il rapporto amichevole di un tempo.
Gli unici che ricevono l'apprezzamento del Fondatore sono Roberto Fico e Manlio Di Stefano, il sottosegretario agli Esteri che Grillo sognava di vedere sulla poltrona più importante della Farnesina, finché Mattarella non ha fatto capire ai suoi che serviva qualcuno con un curriculum più solido.
Nel cuore del comico resta sempre l'idea che il suo movimento doveva rimanere all'opposizione, e non passa giorno in cui non pensi di tornare in campo a fare il disturbatore. Per ora si morde la lingua e pubblica post cattivelli sul blog, che per fortuna di Di Maio è letto solo da qualche irriducibile.
Mentre sulle colline genovesi si sogna la rivoluzione, nei palazzi romani si tramano le solite manovre. L'ultima è quella che vedeva Giancarlo Giorgetti, badante leghista alle costole di Conte e dunque mal digerito da Casalino, al posto di Tria al Tesoro, così da promuovere Spadafora sottosegretario di Palazzo Chigi al posto di GG. Nonostante i rapporti con Salvini non siano stretti come un tempo, la Lega si è opposta fermamente a questo piano, e lo stesso ha fatto Mattarella, che ha nel ministro di via XX Settembre uno dei pochi interlocutori fidati del Governo.
VINCENZO SPADAFORA LUIGI DI MAIO
Per finire il giro nel mondo a 5 Stelle, dicono che l'algido Casaleggio abbia proposto un nome per la caldissima e tuttora vacante poltrona della Consob. Quel nome era Arturo Artom, imprenditore molto ''social'' e grande amico del guru senior come del guru junior. Comunicata l'idea a Di Maio, Luigino l'ha riferita a Conte, che era pronto a presentarla al Quirinale. Luigi Chieppa, segretario generale di Palazzo Chigi e gran conoscitore delle authority, li ha fermati subito: ''Siete pazzi''.
conte casalino 1 ROBERTO CHIEPPA CASALEGGIO CON ARTOM arturo artom roberto maroni il console americano philip reeker davide casaleggio nuzzi