DAGO-ESCLUSIVO - LA FRUSTRAZIONE DI SILVIO DI SENTIRSI AL TRAMONTO E I DISPETTI A SALVINI – GHEDINI IN NAFTALINA, GIANNI LETTA IN AUGE – LE EPURAZIONI A MEDIASET NON SONO FINITE – SALVINI GELATO DA GIORGETTI: DI MAIO TI HA OFFERTO 3 MINISTERI, MA PERDI TRE REGIONI. TI CONVIENE? – TOTI PENSA DI ESSERE TREMONTI - L'ASTENSIONE DEL PD A UN GOVERNO 5 STELLE E IL NUOVO REGOLAMENTO DEL SENATO

- -

 

-

Condividi questo articolo


 

DAGONOTA

 

berlusconi caduta berlusconi caduta

Dalle parti di Arcore ancora ricordano quel giorno che precedette il 4 marzo. Quando fu inviato l’exit poll scritto a penna della Ghisleri che indicava il sorpasso della Lega su Forza Italia. Appena il padrone di casa lo ha letto si è chiuso per 20 minuti in una stanza. Da solo. Disperato. (Poi la Ghisleri lo rinnegò come un fake)

 

Quel sondaggio, poi confermato dai risultati elettorali, lo ha vissuto come una sofferenza psicofisica. Una vera e propria frustrazione, aggravata dalla prossima uscita del film di Sorrentino.

 

Il sentimento del declino lo ha prostato. Lo stesso gusto amaro di quando Carlo De Benedetti gli venne cassato dal Gruppo Espresso-Repubblica l’uso dell'aereo privato per fare le vacanze. Idem per Eugenio Scalfari quando la Mondardini gli tolse la macchina di servizio con autista. Sic transit gloria mundi.

de benedetti scalfari de benedetti scalfari

 

Silvio sopporta controvoglia (eufemismo) l’atteggiamento da "io premier" di Salvini. E non riesce ancora a capire come sia stato possibile che la Lega di Bossi si fermava al 4% mentre quella di Matteo lo abbia superato.

 

Dove ho sbagliato? si chiede in continuazione. Senz’altro nella compilazione delle liste impostata da Ghedini. Così ha deciso di mettere in naftalina i consigli dell’avvocato (e la sua esuberanza) e di seguire i tatticismi di Gianni Letta.

BELPIETRO DEL DEBBIO BELPIETRO DEL DEBBIO

 

In quest’ottica va interpretato l’allontanamento di Belpietro, Giordano e Del Debbio dal piccolo schermo. Qualcuno gli ha bisbigliato che sono diventati borghesi benestanti grazie a lui; e che per ripagarlo hanno soffiato sul populismo leghista e grillino.

 

Visto in quest’ottica nemmeno Gianluigi Nuzzi se la dovrebbe passare un gran bene: gran cerimoniere (via moglie) alla Leopolda grillina di Ivrea. E sull'argomento qualcuno si è ricordato come, a proposito di direttori, furono Fedele Confalonieri e Luca Lotti a decidere di spedire Mario Orfeo al settimo piano della Rai. 

Davide Casaleggio e Nuzzi Davide Casaleggio e Nuzzi

 

Un sondaggio di Pagnoncelli dice poi che il popolo di centrodestra non abbia particolarmente gradito la gag di Silvio al Quirinale. Berlusconi non ci crede: l’aveva messa a punto con Letta, dopo che Gianni aveva scritto il testo letto da Salvini a favore di telecamere.

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI SALVINI MELONI BERLUSCONI

 

 

 

 

Proprio il lumbard è diventato rosso in volto per l’imbarazzo nei giorni scorsi. Appena Di Maio gli aveva comunicato lo scambio (io a Palazzo Chigi, a te tre ministeri chiave: esteri, interno ed economia)  era corso da Giorgetti come un bambino che ha preso un bel voto a scuola.

 

Peccato che l’eminenza grigia lumbard gli abbia rovesciato una secchiata gelata sugli entusiasmi: bene, prendi tre ministeri e perdi 3 regioni, Lombardia, Liguria e Veneto. Ti conviene?

 

TOTI E SALVINI INSIEME A PRANZO A PORTOFINO TOTI E SALVINI INSIEME A PRANZO A PORTOFINO

 

 

 

 

Un altro, invece, che non arrossisce di fronte alle cazzate è Giovanni Toti. Il governatore della Liguria assicura che non mollerà mai Berlusconi: "assolutamente". La sua vera ambizione - confida - è di assumere il ruolo che fu di Giulio Tremonti. Vale a dire, ufficiale di collegamento tra Forza Italia e Lega.  

BOSSI E TREMONTI GIURANO SULLA ZUCCA BOSSI E TREMONTI GIURANO SULLA ZUCCA

 

Matteo comunque pensa solo al governo. Riflette che difficilmente M5S potrà contare sull’astensione del Pd per mandare Di Maio a Palazzo Chigi. Qualcuno dei suoi gli ha però ricordato che è cambiato il regolamento del Senato. Ora a Palazzo Madama l’astensione verrà conteggiata come tale e non più voto contrario, com’era prima. Insomma, sulla carta, le possibilità potrebbero esserci. Ma solo sulla carta.

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MAMMA! MORMORA LEONARDINO… - L’AFFETTUOSO INCONTRO TRA LA VEDOVA DEL VECCHIO, NICOLETTA ZAMPILLO, CON IL VIVACISSIMO FIGLIO LEONARDO MARIA, IN DECOLLO PER LA “FEBBRE DEL SABATO SERA” MILANESE: "CHIODO" AL POSTO DEL DOPPIOPETTO MANAGERIALE - DAL 27 GIUGNO 2022, SONO TRASCORSI OLTRE DUE ANNI DALLA SCOMPARSA DI DEL VECCHIO E LA GUERRA SULL’EREDITÀ TRA GLI 8 EREDI SI E’ INGARBUGLIATA DEFINITIVAMENTE QUANDO È ESPLOSO IL CASO DEGLI SPIONI MILANESI DI EQUALIZE SRL, DOVE TRA I CLIENTI PIU’ DOVIZIOSI SBUCA LEONARDINO CHE ‘’VORREBBE MONITORARE IL FRATELLO MAGGIORE CLAUDIO DEL VECCHIO E UN CONSULENTE CHE STA VICINO A UNA DELLE SUE SORELLE, PAOLA DEL VECCHIO…”

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...