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La grande bellezza di Roma è anche questa: che tutto - compreso il presidente del Consiglio - si fa in virtù del potere dei grandi studi legali. Quando Di Maio lanciò, come premier del governo Lega-M5s, il nome di Giuseppe Conte, Mattarella e il suo principale consigliere Ugo Zampetti, non l’avevano mai sentito in vita loro. Il Colle, ovviamente, preferiva un premier politico e di spessore.
ugo zampetti sergio mattarella 1
Mattarella e Zampetti allora chiesero informazioni ai loro fedelissimi di tale Conte, azzeccagarbugli del noto studio legale guidato da Guido Alpa, nonché padrino di battesimo del figlio di Stanislao Chimenti, avvocato molto affermato, partner di Delfino e Associati, e grande collezionatore di incarichi pubblici. In primis si rivolsero al presidente del Consiglio di Stato Alessandro Pajno, legatissimo al presidente della Repubblica, che negli ultimi quattro anni aveva visto Conte all’opera tra i corridoi di Palazzo Spada.
A favore di Conte a Palazzo Chigi fu però determinante il via libera di un gruppo di professionisti e grand commis di Stato capeggiato da Giulio Napolitano, figlio del presidente emerito Giorgio e ordinario di diritto pubblico alla facoltà di Giurisprudenza di Roma Tre nonché allievo di Sabino Cassese, in duplex con l’avvocato Andrea Zoppini, pezzo da novanta del diritto societario, consulente principe per molte società partecipate del Tesoro. Aggiungere che sia Napolitano che Zoppini sono poi entrambi grandi amici del figlio di Mattarella, Bernardo Giorgio. E Conte ottenne l’incarico.
ANDREA ZOPPINI GIULIO NAPOLITANO GIOVANNI BAZOLI ENRICO LETTA FOTO INFOPHOTO
Paola Severino, quand’era Guardasigilli, Napolitano senior le aveva imposto il più caro amico di Giulio, Andrea Zoppini, come sottosegretario. Con il governo Draghi, il potere di Zoppini si gonfiò grazie al suo rapporto con il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Roberto Garofoli. Quando i due, già autori di un ''Manuale delle società di partecipazione pubblica",
firmarono insieme un articolo sul ''Corriere della sera'', la cosa non piacque per niente a Draghi giudicandolo poco "opportuno"..
roberto garofoli andrea zoppini
Con lo sbarco del nuovo governo meloniano a Palazzo Chigi non poteva non cambiare la mappa del potere dei grandi azzeccagarbugli di Stato. Messi da parte per “piddismo” gli studi legali di Zoppini, Severino, Napolitano, i nuovi legulei che oggi fanno da cinghia di trasmissione tra politica e potere fanno parte dello studio Gianni & Origoni. Tant’è che Giorgia Meloni, per sbrigare alcune questioni familiari rimaste in sospeso con l’ex compagno Andrea Giambruno, si sarebbe rivolta appunto allo studio legale preferito da Gianni Letta.
Guidato da Francesco Gianni è da anni ai vertici delle classifiche che riguardano gli studi legali d’affari italiani, e forte presenza del fondatore sulla piazza romana sta facendo incetta della maggior parte degli incarichi delle aziende partecipate di Stato. Ed oggi Gianni gareggia alla pari con il maggior studio legale d’Italia, quello capeggiato dall’ottuagenario ma vispissimo avvocato meneghino Sergio Erede.
Molto compulsato anche lo studio legale Cancrini e Partners. Ex allievo di Sabino Cassese, Arturo Cancrini è il maggior esperto di contenziosi amministrativi su opere pubbliche, che conta tra i suoi clienti Webuild di Salini.