Dagoreport
Guardia di Finanza, che mal di panza! La scelta del successore di Giuseppe Zafarana alla guida della Fiamme Gialle sta scombussolando il governo: al duello ostinato tra Meloni e Salvini, occorre aggiungere gli scazzi all'interno di Fratelli d'Italia che vedono il ministro della Difesa e fondatore di FdI versus il sottosegretario Alfredo Mantovano, ex magistrato caro a Luciano Violante e Gianni De Gennaro.
I giornaloni raccontano di botti e tric-trac nell’ufficio della premier tra il tandem Crosetto-Giorgetti e il duo Meloni-Mantovano. Ma negli incontri avvenuti a palazzo Chigi, durante i quali in realtà non era presente il sottosegretario Mantovano, non si è consumata alcuna scazzottata.
Giuseppe Zafarana - comandante generale della guardia di finanza
Alle 8 del mattino, come Dago-rivelato, Semolino Giorgetti e Hulk Crosetto si incontrano al Ministero dell’Economia per studiare il dossier sulla Finanza. I due danno un’occhiata ai curriculum e si confrontano. Alla fine individuano una rosa di 3-4 possibili candidati, con un preciso ordine di “gradimento” costruito con una serie di considerazioni su ogni “papabile”.
giancarlo giorgetti guido crosetto
La lista preparata da Giorgetti e Crosetto doveva essere consegnata nella serata di ieri a Giorgia Meloni che, confrontandosi con i due ministri, avrebbe dovuto decidere. Ma qualcosa va storto.
Dopo la Dagonews sull’incontro al Mef tra il ministro dell’Economia e quello della Difesa partono i veleni: nelle stanze del potere inizia a circolare la notizia che, in realtà, la scelta sul nuovo comandante della Guardia di Finanza sarebbe già stata presa dal sottosegretario Mantovano.
alfredo mantovano giorgia meloni
L’ex magistrato, per nulla amato a Palazzo Chigi dal “cerchio magico” della Meloni per il suo atteggiamento accentratore, finisce nel mirino. Tra l’altro nessuno in Fratelli d’Italia apprezza particolarmente la sua vicinanza a Luciano Violante e Gianni De Gennaro né la sua propensione a dare spazio, nei posti che contano (dai Servizi alle aziende partecipate), alle persone a lui care.
giorgia meloni giancarlo giorgetti guido crosetto
Il tentativo di creare scompiglio tra i ministri va a buon fine perché Guido Crosetto è entrato a palazzo Chigi in modalità “spacco tutto”. Il gigantesco ministro ha puntato Mantovano sempre con la sua aria da gattamorta, lo ha preso di petto e davanti a tutti e gli ha fatto un bel cazziatone. Della serie: “Davvero pensi di poter portare in Consiglio una nomina che prevede la mia firma, senza che io ne sappia nulla?”.
Mantovano, pallido e assorto, è trasalito. Il povero sottosegretario ha dato la sua spiegazione: aveva pregato Giancarlo Giorgetti di condividere la scelta del candidato con Crosetto e il ministro dell’Economia gli aveva fornito rassicurazioni di averlo fatto.
Ma il sottinteso era che la scelta ricadesse su Andrea De Gennaro, che non è mai stato il candidato di Mantovano ma da sempre quello di Giorgetti, sul quale il sottosegretario aveva espresso parere positivo. Un colpo di scena che ha spiazzato Crosetto che era rimasto fermo alla lista compilata al Mef con il ministro dell’Economia, che non aveva fatto menzione, manco a Salvini, delle sue preferenze per De Gennaro.
Motivo? Semplicemente perché quel puré di Giorgetti, nel frattempo, ha cambiato idea: ora teme che Andrea De Gennaro, non così amato dagli alti ufficiali della Finanza, possa avere problemi a gestire una struttura piena di generali delusi che non ne accettano la leadership.
Di questo hanno discusso per due ore Giorgetti, Crosetto e Giorgia Meloni (senza Mantovano). Alla fine sarebbe stata la premier a prendere tempo e a rinviare la decisione. Un po’ per far sbollire Crosetto, un po’ perché il lungo confronto non aveva portato a una decisione univoca. Un po’ perché l’occhiuto monitoraggio del Colle s’era fatto particolarmente intenso. Che accadrà ora?
Quale candidato riuscirà a raccogliere l’eredità di Zafarana? Andrea De Gennaro, Bruno Buratti e Carmine Lopez non hanno particolari nemici ma neanche molti amici disposti a fare i salti mortali per loro. Fabrizio Cuneo e Umberto Sirico invece possono vantare moltissimi appoggi ma devono guardarsi da altrettanti nemici…
carmine lopez bruno buratti fabrizio cuneo