DERBY CATTOLICO TRA BERSANI E RENZI - CHI PORTA LA CROCE A FI-RENZI? CECCANTI, TONINI, VASSALLO E ARMILLEI SFIDANO LA PARROCCHIA BERSANIANA DI ROSPY BINDI, LETTA, FIORONI, FRANCESCHINI E MARINI - BOBBA (ACLI) FA IL TERZISTA – IL CATTO-SENATORE TONINI ACCUSA I LEADER CATTO-DEMOCRATICI DEL PD DI AVER SOSTITUITO IL VANGELO CON L’AGENDA MONTI…

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Giacomo Galeazzi per La Stampa

VERNACOLIERE SU RENZI E BERSANIVERNACOLIERE SU RENZI E BERSANI

La sfida Renzi-Bersani spacca in due la galassia cattolica del centrosinistra. Derby "bianco" alle primarie del Pd. La sfida tra Pierluigi Bersani e Matteo Renzi per la candidatura a Palazzo Chigi spacca in due la galassia cattolica del centrosinistra. A sostegno del segretario del partito democratico si sono schierati Enrico Letta,Rosy Bindi, Giuseppe Fioroni, Dario Franceschini e Franco Marini, mentre si sono mobilitati a favore del sindaco di Firenze gli ex- Fuci Stefano Ceccanti, Giorgio Tonini, Salvatore Vassallo, Giorgio Armillei.

MATTEO RENZI A PORTA A PORTA - SULLO SFONDO BERSANIMATTEO RENZI A PORTA A PORTA - SULLO SFONDO BERSANI

Intanto anche l'ex leader delle Acli Luigi Bobba riconosce che "la sfida di Renzi allarga il bacino dei consensi: non conosco i termini del ricorso sulla privacy ma nelle regole ci sono molte cose che non vanno". I sostenitori cattolici di Bersani si sono segnalati in queste settimane per i toni decisamente aspri nei confronti del "rottamatore", malgrado egli provenga proprio dalle fila della sinistra democristiana. Ciò è dovuto al fatto che gli eredi della Margherita vedono in Renzi un temibile concorrente nella rappresentanza dell'area moderata.

LE SAGOME DI MATTEO RENZI E PIERLUIGI BERSANI PER LE PRIMARIE jpegLE SAGOME DI MATTEO RENZI E PIERLUIGI BERSANI PER LE PRIMARIE jpeg

In pratica il sindaco di Firenze rischia di oscurare gli esponenti cattolici come Letta e Bindi nel ruolo di interlocutori delle sinistre. La scelta pro-Bersani del gruppo dirigente cattolico del Pd appare ampiamente scontata se si pensa che anche il suo precedente sfidante Franceschini tre anni fa, subito dopo la sconfitta, aveva annunciato che avrebbe lavorato per il segretario. Più sorprendente è l'adesione di esponenti cattolici al fronte renziano. Queste le motivazioni della loro scelta.

PIERLUIGI BERSANI E MATTEO RENZIPIERLUIGI BERSANI E MATTEO RENZI

"Da pisano mi e' stato difficile scegliere un fiorentino- spiega il "renziano" Ceccanti-. Una volta superato questo ostacolo ce ne sono stati altri due, che pero' ho trasformato in raccomandazioni al candidato. La prima e': attenzione ai toni, guidare una coalizione che ha per perno un partito nato da soli cinque anni e' impresa che si può perseguire solo con un uso della prudenza pari all'audacia. E' quello che ci invita a fare Veltroni ricordandoci che la primaria competitiva si svolge in un contenitore ancora fragile. In secondo luogo non confondere la battaglia alle idee passatiste con una questione generazionale".

Letta EnricoLetta Enrico

E aggiunge: "Il criterio fondamentale per me è quello che spiegò circa quindici anni fa Gorrieri quando con un gruppo di persone diverse dell'area cattolico-democratica decidemmo di fare in quel contesto una scelta niente affatto facile, quella di essere cofondatori dei Ds, su cui non pochi di noi, che non avevano mai gravitato intorno al Pci, avevano delle riserve". Gorrieri spiegò che il criterio della scelta non consisteva nella continuità rispetto alle scelte precedenti di strumenti partitici oppure nel sentirsi più di sinistra rispetto ai Popolari, che in quella fase restavano nel proprio partito identitario, ma nell'individuare la scelta che consentiva di accelerare la trasformazione dell'Ulivo in partito.

rosy bindi xrosy bindi x

Che permetteva cioè di trasformare l'attenzione che parte dell'opinione pubblica non tradizionalmente di sinistra aveva riservato all'Ulivo, visto come un'offerta nuova, da non escludersi a priori, e che si stava traducendo in una crescita di consensi al primo governo Prodi, sottolinea Ceccanti. Il senatore cattolico del Pd, Giorgio Tonini si ricollega alla 46° edizione delle Settimane sociali dei cattolici italiani (Reggio Calabria, 14-17 ottobre 2010).

"L'Agenda di speranza di Reggio Calabria era stata lasciata cadere, non aveva trovato un partito a vocazione maggioritaria e solidamente riformista in grado di farla propria- sottolinea Tonini-.Arrivò l'agenda Monti. E le organizzazioni cattoliche si misero a cercare (e stanno ancora cercando) altrove. Si è arrivati al punto che oggi tutti gli ex­presidenti delle Acli ancora viventi, da Gabaglio a Bobba, militano nel Pd, mentre il presidente in carica, Andrea Olivero, è tra coloro che cercano altrove, magari nei dintorni del governo Monti, il luogo ove provare a realizzare quella famosa Agenda di Reggio Calabria".

GIUSEPPE FIORONIGIUSEPPE FIORONI

Quindi, evidenzia Tonini, "invece di demonizzare Renzi, con un eccesso di reazione che denota cattiva coscienza, i leader cattolici democratici del Pd farebbero bene a mettere in campo una riflessione strategica sulla loro (nostra) funzione nel partito e sul tragico errore commesso in questi anni nell'aver abbandonato le due chiavi che potevano dare senso politico al loro ruolo e avere benefici effetti sul Pd: la vocazione maggioritaria e il riformismo programmatico".

DARIO FRANCESCHINIDARIO FRANCESCHINI

Sottolinea Salvatore Vassallo: "Renzi è a volte corrosivo oltre il limite del tollerabile e costituisce per alcuni aspetti una incognita, non essendosi mai misurato con l'attività di Governo in ambito nazionale. Ma la proposta politica che avanza è sicuramente più lineare". E aggiunge: "A me appare anche più convincente e credibile. Nella traccia del programma di Renzi si intravedono una chiara continuità con la cultura riformista praticata durante le migliori esperienze di governo sostenute dal centrosinistra dall'inizio degli anni novanta ad oggi, e con l'agenda Monti, insieme a significativi elementi di innovazione per favorire con più coraggio l'eguaglianza delle opportunità e la crescita".

FRANCO MARINIFRANCO MARINI

Il costituzionalista Francesco Clementi, proveniente dall'associazionismo parrocchiale di base, puntualizza che: "Le regole che sono state scritte per le primarie sono un errore politico. Rilevante. Perché, penalizzando gravemente la partecipazione popolare, penalizzano innanzitutto il Partito democratico e la sua capacità espansiva alla conquista dell'elettorato mobile - indipendente, astensionista o deluso dal Pdl (che, ad oggi, è stimato oltre i 12 milioni di elettori)". In particolare, "sapendo che con grande probabilità si andrà a un secondo turno, la cosa più grave è ricorrere a un ingiustificabile sistema di registrazioni con giustificazione, che si dovrebbe fermare addirittura il giorno prima".

 

 

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