Dall'articolo di Carlo Nicolato per ''Libero Quotidiano''
La nuova Commissione guidata dalla tedesca Von der Leyen non è ancora in carica.
Passato il 1 novembre, il giorno in cui avrebbe dovuto prendere le redini dell'Unione, le beghe incrociate dei gruppi parlamentari contrapposti ai singoli interessi nazionali e le relative bocciature di tre candidati commissari hanno prevalso sui tempi dettati dalle leggi comunitarie.
(…) Gli affari correnti dovranno essere sbrigati dalla Commissione tuttora in carica, quella guidata appunto dall' uscente Juncker che tuttavia l' 11 novembre si sottoporrà a un delicato intervento chirurgico per un aneurisma. L' interim sarà assunto dall' attuale vicepresidente Frans Timmermans e Juncker sarà di ritorno giusto per il passaggio di consegne.
Da Bruxelles fanno sapere che «come in precedenti occasioni i poteri della Commissione saranno limitati agli affari correnti, il che significa continuare la gestione quotidiana dei dossier e delle procedure in corso, senza pregiudicare le scelte politiche della Commissione entrante».
Nello specifico, la Commissione in affari correnti si occuperà dei dossier che e continuerà a «esercitare il ruolo di guardiano dei trattati che copre le infrazioni» e proseguirà il lavoro su «dossier o procedure urgenti che devono essere affrontate imperativamente per scadenze legali, come il semestre europeo».
IL VUOTO POLITICO
Non sarà un vuoto di potere vero e proprio, nominalmente una continuità "costituzionale" c' è, ma il vuoto politico è palese come d' altronde si è già palesato dalle elezioni europee in poi, periodo nel quale l' Europa ha spiccato più del solito per la sua assenza in tutte le questioni internazionali importanti. Un esempio su tutti è quello dell' attacco in Siria della Turchia contro la quale Bruxelles non è stato in grado di assumere una posizione univoca e seria, a parte qualche rimbrotto dalle singole capitali e qualche taglio per le commesse di armi.
SANDRO GOZI E FRANS TIMMERMANS
Ma d' altronde l' Europa, come ha sottolineato Trump giusto in occasione del blitz contro Al Baghdadi, aveva già brillato per la sua assenza durante tutto il periodo della guerra in Siria, e quindi durante tutto il mandato di Juncker. Schierandosi spesso, quando lo ha fatto, dalla parte sbagliata e senza mai proporsi, come avrebbe dovuto anche nei suoi interessi, come mediatrice per la pace.
Sulla questione immigrati, i cui arrivi dalla Turchia si sono improvvisamente intensificati, in questo periodo di vacanza più o meno ufficiale, va registrata una inutile missione ad Ankara del ministro degli interni tedesco Seehofer accompagnato dalla comparsa europea, il commissario per l' immigrazione Avramopoulos. Per non parlare dell' altro accordo farlocco non vincolante raggiunto a Malta riguardante la distribuzione dei nuovi arrivi.
Ma il vuoto post elettorale, aggravato dalle concomitanti vacanze estive, è stato evidente anche relativamente alla vicenda della Brexit, relativamente alla quale l' Europa, forse già soddisfatta dell' harakiri britannico, si è progressivamente assuefatta ai capricci e alle richieste di nuovi accordi e nuove proroghe di Londra.
Anche in questo caso però non c' è niente di cui vantarsi per l' Europa in quanto la Brexit è il simbolo del suo stesso fallimento ed è il disonore più grande dell' amministrazione uscente. «La triste storia di un Paese che lascia l' Ue per la prima volta è, in fin dei conti, legato al mandato del presidente uscente e alla sua Commissione» ha sottolineato Orban, il quale ha sottolineato che l' altro grande errore di Juncker è stato quello di non aver fermato l' invasione di rifugiati: «Ha fatto uscire Londra e ha fatto entrare gli immigrati». Peggio di così non si poteva.