DOPO LE ONDATE DI MIGRANTI E GLI ATTENTATI DI PARIGI, L’ACCORDO DI SCHENGEN PUO' FINIRE IN CANTINA - BEN PRIMA DELLA STRAGE, TUSK AVEVA LANCIATO L’ALLARME SULLA TENUTA DEL TRATTATO, ORA SARA' LA FRANCIA A SEPPELLIRLO

A parole lo si vuole mantenere, ma la realtà è completamente diversa. Al prossimo vertice dei ministri europei degli interni la Francia sembra intenzionata a presentare un piano di radicale recupero dei controlli alle frontiere di tutta Europa. Al Parlamento europeo già pensano che dietro ci sia la volontà di smantellare l’accordo sulla libera circolazione… -

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Stefano Sansonetti per La Notizia (www.lanotiziagiornale.it)

 

donald tusk donald tusk

A parole nessuno sembra disposto a prenderla in considerazione. Ma l’ipotesi è più che mai sul piatto. E potrebbe essere calata dalla Francia, dilaniata dalla tragedia di venerdì scorso, in occasione del vertice dei ministri degli interni dell’Ue in programma per domani. Inutile girarci intorno: l’accordo di Schengen, ovvero la libera circolazione delle persone all’interno dei 26 Paesi che vi aderiscono, rischia di naufragare dopo la strage di Parigi. Dalle parti del ministero italiano dell’interno, guidato da Angelino Alfano, si sta diffondendo la convinzione che la Francia proporrà al vertice una “radicale” sospensione di Schengen. Cosa significa “radicale”?

 

HOLLANDE ALLO STADIO DURANTE ATTENTATI HOLLANDE ALLO STADIO DURANTE ATTENTATI

LO SCENARIO

Il sospetto è che le pressioni esercitate dal Governo guidato da François Hollande possano decretare un sostanziale sbriciolamento dell’accordo sulla libera circolazione delle persone, magari adottando una soluzione che consenta ai firmatari di rimanere formalmente all’interno del trattato e delle sue deroghe. La Francia ha già annunciato una sospensione di Schengen fino al 12 dicembre, quando si terrà proprio a Parigi il vertice Onu sul clima.

 

migranti attraversano il confine tra austria e germania migranti attraversano il confine tra austria e germania

Una sospensione temporanea dell’accordo, ampiamente prevista dai suoi articoli. Ma in Italia, e anche all’interno del Parlamento Ue, c’è chi ritiene che domani la Francia potrebbe proporre qualcosa di molto più forte, ovvero un massiccio piano di ripristino di controlli alle frontiere. Così massiccio, si ragiona, che alla fine Schengen rischia di rimanere in piedi solo sulla carta. Del resto alcuni indizi già ci sono.

 

Si prenda per esempio ciò che è accaduto lo scorso 27 ottobre. In quella data il presidente del parlamento europeo, Donald Tusk, aveva già utilizzato parole più che preoccupate: “La crisi dei migranti è la sfida più grande per la Ue e può distruggere conquiste come la libera circolazione del trattato di Schengen”. E Tusk parlava circa due settimane prima del dramma di Parigi. Anche il ministro degli esteri italiano, Paolo Gentiloni, lunedì scorso ha mostrato preoccupazione.

migranti tra croazia e slovenia migranti tra croazia e slovenia

 

A chi gli chiedeva se adesso l’accordo di Schengen rischia un drastico ridimensionamento si è limitato a rispondere con un laconico “non lo so”.  A cercare di gettare un po’ di acqua sul fuoco, ieri, è stato il commissario Ue agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos. “Non vogliamo aprire una discussione sul futuro di Schengen”, ha detto l’esponente dell’Esecutivo europeo, il quale però ha dovuto ammettere che è possibile “modificarne alcuni aspetti”.

 

Di una soluzione draconiana, in fase di elaborazione da parte della Francia, ha però parlato due giorni fa The Telegraph. Citando fonti diplomatiche, il quotidiano inglese ha scritto che il Governo di Parigi ha intenzione di proporre “un’efficace sospensione di Schengen”, chiedendo agli altri Paesi di “ripristinare controlli alle frontiere”.

migranti a kos migranti a kos

 

IL DETTAGLIO

Tra l’altro il quotidiano inglese ha riportato le parole di Claude Moraes, laburista, presidente della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni dell’Europarlamento. Secondo Moraes “l’accordo di Schengen prevede flessibilità, ma Hollande ha intenzione di spingere questa flessibilità a un limite dove non è mai arrivata prima”. Così il trattato di Schengen, che già era traballante dopo il dramma dell’immigrazione, adesso rischia il tracollo a seguito della strage di Parigi. Oggi all’accordo sulla libera circolazione delle persone aderiscono 26 paesi, di cui 22 dell’Unione Europea.   

 

rissa tra profughi e polizia a suhl in germania rissa tra profughi e polizia a suhl in germania

Tra i quattro esterni ci sono Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein. Altri quattro paesi, Cipro, Croazia, Romania e Bulgaria, hanno firmato l’accordo, che però non è ancora entrato in vigore. Quest’ultimo dettaglio, soprattutto in un momento così drammatico, potrebbe essere un’ulteriore fonte di fibrillazione per Schengen. Croazia, Bulgaria e in parte la Romania, infatti, fanno parte di quell’area balcanica dalla quale stanno transitando ingenti flussi di migranti verso il Nord Europa. Comunque la si metta, la libera circolazione delle persone in Europa è arrivata a una sorta di redde rationem.

 

 

 

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