1. MELONI VUOLE ANCHE L’UMBRIA. ARRIVA LA CANDIDATA DI MELLONE
Estratto dell’articolo di Lisa Di Giuseppe per “Domani”
Per lungo tempo lo slogan pubblicitario per attirare il turismo in Umbria è stato «Il cuore verde dell’Italia». Ora, quel cuore rischia di diventare nero: nel grande schema delle alleanze del centrodestra alle prossime regionali può infatti rientrare anche la trattativa sulle elezioni umbre, anche se l’appuntamento è per la fine del 2024, se non addirittura per la primavera del 2025.
Attualmente la regione è in mano alla Lega, ma la situazione rischia di svilupparsi in maniera speculare a quella sarda, dove la barra dritta di Giorgia Meloni ha spaccato il centrodestra: il presidente uscente Christian Solinas farà un passo indietro […] e Fratelli d’Italia otterrà il sostegno unitario della coalizione a Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari […].
salvini meloni tesei berlusconi
La destra aveva conquistato l’Umbria per la prima volta nel 2019, a valle di una stagione di scandali e arresti del centrosinistra. L’ipotesi che la maggioranza possa spaccarsi fa nutrire nuova speranza alla sinistra, che […] ha potuto approfittare dei conflitti interni della destra a Spoleto e spera di farlo anche a Città di Castello, dove la giunta è in rotta.
La questione si complica ulteriormente dopo un quinquennio non specchiato della presidente leghista Donatella Tesei, che anche a destra non suscita entusiasmi esagerati, soprattutto per quanto riguarda la gestione della sanità regionale […].
DONATELLA TESEI E MATTEO SALVINI
Soprattutto dalle parti di Fratelli d’Italia, però, alla presidente non viene perdonato che non abbia allargato la giunta dopo la vittoria alle politiche del 2022: nel 2019 il partito di Meloni era al 10 per cento, secondo i sondaggi regionali adesso sfiorerebbe il triplo dei consensi.
Ora, però, a pochi mesi dalle elezioni, la compagine di governo regionale potrebbe cambiare: l’assessora alla Cultura e al Turismo, Paola Agabiti, è infatti in odore di passaggio a Fratelli d’Italia.
Originariamente eletta come civica, Agabiti […] è stata in passato sindaca di Scheggino, ed è considerata efficiente e abile conoscitrice dei meccanismi dell’amministrazione regionale. Il suo passaggio viene salutato con favore dal partito. «Porta sicuramente un’expertise che a noi manca. Siamo bravi a fare opposizione, ma ci serve qualcuno che sappia muoversi negli assessorati», spiegano a taccuini chiusi i meloniani umbri.
Ma il tempismo appare sospetto: «Certo, non si entra in un partito a pochi mesi dalle elezioni per niente». Come minimo, è il ragionamento, Agabiti punta a un assessorato nella prossima giunta, anche se tanti sospettano che le ambizioni della ternana non si fermino qui.
Agabiti, in effetti, ha un ottimo sponsor a palazzo Chigi: si tratta di Angelo Mellone, fedelissimo di Meloni e direttore del day time della Rai nonché di Umbrialibri, uno dei principali eventi culturali della regione, che gli ha permesso di costruire un solido rapporto con l’assessora.
[…] La Sardegna sta cancellando la regola secondo cui il presidente uscente viene automaticamente ricandidato […]. Un’eventualità a cui guardano con grande interesse ovviamente i meloniani, anche se il segretario regionale della Lega, Riccardo Marchetti, annuncia che non mollerà così facilmente: «Stiamo tranquilli e proseguiamo per la nostra strada. Ricevo quotidianamente rassicurazioni sulla ricandidatura di Tesei, se qualcuno decidesse di spaccare il centrodestra se ne prenderà la responsabilità».
Ma la scadenza ancora lontana costringe tutti a guardare al domino delle regioni che vanno al voto prima dell’Umbria: se la Sardegna finirà a FdI, Matteo Salvini ha già anticipato di voler mettere le mani sulla Basilicata, dove però Forza Italia […] non è disposta a rinunciare a Vito Bardi.
L’Umbria non è la partita della vita per il segretario leghista, che ha la grossa preoccupazione di non scendere sotto al 10 per cento alle europee, ma se dovesse perdere le altre partite regionali la tolleranza su proposte alternative a Tesei per l’Umbria sarebbe prossima allo zero.
Dalle parti della Lega poi non perdono occasione per segnalare che l’ultima volta che si è deciso di puntare su un nome nuovo invece di rinnovare la fiducia nel candidato uscente le cose non andarono proprio a meraviglia: il riferimento è alle elezioni comunali di Terni, dove FdI impose a una Lega già stanca del suo sindaco uscente, Leonardo Latini, un candidato d’area.
L’esito è stato disastroso, con un ballottaggio perso contro Stefano Bandecchi, homo novus populista che ha lanciato il suo vicesindaco anche alle regionali e sta drenando consensi alla Lega. Per il momento le sue possibilità realistiche sono di entrare in Consiglio, forse anche in giunta, se riuscisse a giocarsi bene le sue carte all’indomani del voto.
[....]
2. SARDEGNA, LA LEGA CEDE SU TRUZZU MA AVVERTE FI SULLA BASILICATA
Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
La bandiera è ripiegata, la battaglia per la Sardegna finita: «La Lega, come da insegnamento di Silvio Berlusconi, è consapevole che l’unità del centrodestra è un valore da difendere». Per questo, «il partito ricompatterà la coalizione anche in Sardegna, con senso di responsabilità e per amore dell’isola, nonostante lo sconcerto per le iniziative di parte della magistratura».
La nota arriva in serata: la Lega abbandona Christian Solinas, il presidente uscente e si prepara a sostenere, chissà con quale entusiasmo, il candidato di FdI Paolo Truzzu.
Ma le tensioni non sono finite. Tanto che la premier Meloni ieri ha sentito, separatamente, i suoi due vice, Matteo Salvini e Antonio Tajani.
Ma la capitolazione leghista era già stata anticipata sia da Salvini che dal suo vice Andrea Crippa. Resta da capire che cosa farà il Partito sardo d’azione, di cui Solinas è segretario, che riunirà oggi la direzione.
Ieri sera è arrivato un appello di FdI a «contribuire alla prosecuzione di un progetto politico di centrodestra, civico e sardista». La Procura di Cagliari mercoledì aveva disposto il sequestro di 350 mila euro a Solinas nell’ambito di un’inchiesta per corruzione. Salvini non parla di giustizia ad orologeria. Però, la «riforma della giustizia servirà al Paese ed è urgente».
Ma non ha influenzato la decisione su Solinas: «Io rischio 15 anni di carcere perché ho bloccato gli sbarchi. Ma se la politica va al tempo che una certa magistratura vorrebbe, smette di far politica».
MATTEO SALVINI - CHRISTIAN SOLINAS
Anche il vicesegretario Andrea Crippa ieri aveva anticipato: «Vista anche l’insistenza di FdI, credo che il candidato sarà Truzzu». Questo, però, non chiude la partita delle regionali che sta stressando la coalizione. Prosegue Crippa: «La Lega in Sardegna ha fatto uno sforzo perché il centrodestra andasse unito. Credo che adesso ci sia un altro partito che dovrebbe fare lo stesso sforzo: se vale la regola che contano le percentuali dei partiti, la Lega è in credito».
Quel partito è Forza Italia, il nuovo epicentro dello scontro la Basilicata. Dove gli azzurri vogliono la ricandidatura del governatore uscente Vito Bardi. E fanno muro: «Un passo indietro di Bardi? — dice il capogruppo Paolo Barelli — Non esiste». Ma le onde sismiche potrebbero raggiungere l’Umbria e proiettarsi anche sulle Regioni che andranno al voto l’anno prossimo come la Liguria e soprattutto il Veneto.
E così, Salvini ieri è tornato alla carica sul terzo mandato per i governatori: «Mettere un limite alla possibilità dei cittadini di scegliere un sindaco o un governatore è sbagliato.
La Lega su questo non cambierà mai idea». Il terzo mandato consentirebbe a Luca Zaia di ricandidarsi in Veneto.
Cosa importante per lo stesso Salvini: un potenziale competitor interno del calibro del governatore sarebbe un problema. Ancora più dopo il voto contrario al provvedimento sostenuto da Zaia sul fine vita dato da FdI, FI e una parte della stessa Lega, e ben accolto dallo stesso Salvini. […]
vito bardi MATTEO SALVINI - CHRISTIAN SOLINAS