L’EDITTO BULGARO DI GRILLOMAO: “NON ANDREMO IN TV, LA OCCUPEREMO” – A TESTA BASSA CONTRO FLORIS E VESPA

“Ora non prendiamo più le botte: reagiamo, anche se perdiamo qualche voto, chi se ne frega. Floris mette in dubbio da dove prendiamo i soldi? Manderemo la troupe a casa sua e gli chiederemo quanto spende” - “L’editto bulgaro” del senatore M5S Airola: “Ballarò e Porta a porta sono programmi vecchi”…

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1 - LA TV NEL MIRINO DI GRILLO: "NOI LA OCCUPEREMO"
Emanuele Buzzi per "Il Corriere della Sera"

Giovanni FlorisGiovanni Floris

Ancora a testa bassa contro i media. Dopo gli affondi di sabato, Beppe Grillo rilancia. «Ho fatto la tv per 40 anni, la tv fa male non per quello che viene detto ma per quello che si vede - dice durante un comizio a Marina di Ragusa -. Noi non andremo in tv, noi la occuperemo».

Roberto Fico alla Camera jpegRoberto Fico alla Camera jpeg

Nel mirino sempre il conduttore di «Ballarò», Giovanni Floris -. «I grandi giornalisti mettono in dubbio dove prendiamo i soldi. Ho minacciato Floris, manderemo noi la troupe a casa da lui e gli chiederemo quanto spende», afferma -, ma non solo. «La Annunziata oggi (ieri, durante l'intervista con Roberto Fico a «In 1/2 ora», ndr) voleva tirare fuori da Fico il peggio, da Fico che è un ragazzo meraviglioso».

FABIO FAZIO E ENRICO LETTAFABIO FAZIO E ENRICO LETTA

Il leader segna una svolta per il Movimento: «Ora non prendiamo più le botte, adesso reagiamo - dichiara dal palco -, anche se perdiamo qualche voto, chi se ne frega». E poi sferza di nuovo i sindacati. «La Cgil ha fatto uno studio in cui dice che ci vogliono 63 anni per tornare alla occupazione del 2007 - attacca -. Lo dice la Cgil che è uno dei sindacati che ha contribuito a disintegrare il lavoro in questo Paese».

milena gabanellimilena gabanelli

Grillo poi se la prende con lo «Stato che crea ansia, che ricatta e che manda la Guardia di Finanza a controllare i bed and breakfast mentre si fa scappare 21 miliardi dal Monte dei Paschi di Siena». In giornata già dal blog si era scagliato contro la situazione del nostro Paese. «L'Italia è come un cammello che se debilitato può morire all'improvviso» con il premier «Capitan Findus Letta» che «vende soltanto miraggi», scrive il leader. E aggiunge: «Il cammello Italia collasserà e gli italiani, ignari lo verranno a sapere in prima serata, dopo la pubblicità e prima degli elicotteri».

Bruno VespaBruno Vespa

La domenica mediatica dei Cinque Stelle ha visto protagonista ieri anche il deputato Roberto Fico, candidato alla presidenza della commissione di Vigilanza Rai e ospite, come ha ricordato Grillo, di Lucia Annunziata. «La Rai deve essere un bene comune come l'acqua», sostiene il parlamentare, che ribadisce la necessità di togliere l'azienda dalle mani dei partiti. Sugli attacchi del capo politico del Movimento ai giornalisti Rai Fico replica: «Non c'è mai stato un editto di Beppe Grillo, lui parla dai palchi e dice cosa pensa. È un battitore libero. L'editto bulgaro di Berlusconi invece era vero e ha avuto effetto. È importante anche la storia personale delle persone».

E ancora: «Grillo esprime una valutazione su un giornalista ma a questo giornalista non capiterà mai niente, non è nelle nostre corde, noi vogliamo solo un'informazione libera», assicura. Quanto a Milena Gabanelli, Fico spiega: «Mi è molto dispiaciuto il servizio della Gabanelli, ma Gabanelli rimane una grande giornalista. Solo, poteva chiederci i dati».

Nel mirino anche la legge Gasparri: «Va cambiata la governance della Rai, ad esempio cambiando il modo di elezione del cda prevedendo anche la rappresentanza dei cittadini». «Fico? Non lo voto - replica Maurizio Gasparri - e non credo che si possa votare un esponente di un partito che denigra una legge che ha modernizzato il settore, che sta per festeggiare il suo decimo compleanno e che non sarà modificata».

BRUNO VESPA E MICHELE SANTOROBRUNO VESPA E MICHELE SANTORO

Intanto, crescono le polemiche sul video girato a Figline Valdarno (Firenze), in cui Grillo fa diverse battute ironiche sulla Ciociaria, video che ha scatenato una vera e propria rivolta dei ciociari sul web. Ieri il sindaco di Pico (Frosinone), Ornella Carnevale, ha invitato il leader Cinque Stelle: «Questo senza alcun risentimento da parte nostra».

2. BASTA CON I PROGRAMMI DI VESPA E FLORIS
E.Bu. per "Il Corriere della Sera"

«La tv non va demonizzata: è uno strumento come tanti, anche se ora è usato dalla partitocrazia. Io ci ho lavorato»: a parlare è il senatore Cinque Stelle Alberto Airola, 43 anni, operatore di ripresa telecinematografica e candidato membro della commissione di Vigilanza Rai.

Airola GrilloAirola Grillo

Senatore, è il segno di un disgelo verso la televisione? Vi vedremo più spesso?
«La gente ce lo ha chiesto e alcuni di noi sono bravi, bucano lo schermo. A mio avviso però non la dovremmo fare, non è lì che si costruisce una formazione culturale diversa per i cittadini. Le nostre presenze comunque saranno gocce nel mare della disinformazione».

E della Rai che idea ha?
«Sulla Rai è stata montata una campagna contro di noi che non ha precedenti».

Ha sentito cosa dice Grillo?
«Cosa?»

Che non andrete in tv: la occuperete. E che vuole seguire con una troupe Floris.
(Ride) «Ma no, quella su Floris è solo una boutade...».

Lei, invece, cosa pensa dell'informazione politica sui canali pubblici?
«Che ci sono persone a condurre i programmi schierate politicamente. E non ce lo dobbiamo nascondere».

E di format come «Ballarò» di Giovanni Floris o «Porta a porta» di Bruno Vespa?
«Che sono programmi vecchi, stantii. Che bisognerebbe uscire dalle gabbie per provare a fare qualcosa di nuovo».

Lo stesso discorso vale per «Report»?
«Un buon programma, uno dei pochi che approfondisce i temi. Mi piace anche Riccardo Iacona».

airolaairola

Qual è il suo giudizio su Milena Gabanelli?
«Un'ottima giornalista. Mi ha stupito il suo comportamento con il Movimento e condivido le repliche del nostro gruppo».

E come valuta la presenza di reality e talent show nel palinsesto?
«Senza apparire bigotto, sono contro i programmi beceri: vorrei una Rai in grado di aiutare le persone ad attuare una rivoluzione culturale. Anche per quanto concerne l'informazione: non deve diventare riferimento per il dibattito politico».


Senta, Roberto Fico su Rai 3 ha parlato di un nuovo modello di governance...
«Sì, i partiti devono rimanere fuori dai consigli d'amministrazione. Io faccio parte di un sindacato (il sindacato autonomo lavoratori audiovisivo) e credo che sia giusto che i lavoratori abbiano una rappresentanza nei cda. Se non consulti chi ci lavora, che visione puoi avere di un'azienda?».

Spazio ai lavoratori. E poi?
«Servono figure di alto profilo, possibilmente lontane dal potere. Devo dire che, però, uno come Sergio Zavoli (ex presidente della Vigilanza, ndr) nel suo ruolo è stato meritevole».

 

 

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