F. Sar. per il “Corriere della Sera”
Non parla direttamente del caso esploso in Italia con il divieto di approdo per la nave Aquarius, ma le dichiarazioni della Cancelliera tedesca Angela Merkel appaiono come una prima e importante apertura nei confronti del nostro Paese. In un'intervista alla televisione nazionale Merkel afferma: «In Europa occorrono norme comuni in materia di asilo. E abbiamo bisogno di una polizia di frontiera europea. Userò tutte le mie forze per questo».
L'obiettivo primario che viene esplicitato è quello che riguarda «la nostra sicurezza», infatti Merkel spiega chiaramente che «bisogna fare di più» e non a caso chiarisce che «questo significa anche aumentare il budget per la difesa».
Ma alla fine tutto riporta al problema dei migranti e dunque a un controllo delle frontiere «esterne» che più volte l' Italia ha invocato negli anni passati proprio per governare i flussi anziché subirli. Il prossimo appuntamento per confrontarsi con gli Stati dell'Unione è fissato al Consiglio che si svolgerà a fine mese e avrà all'ordine del giorno proprio il tema dei migranti.
La riunione tra capi di Stato e di governo è convocata per discutere le modifiche al trattato di Dublino che l'Italia vuole cambiare eliminando l'obbligo che sia il Paese di primo ingresso a farsi carico dei richiedenti asilo. Ma l'ultimo consiglio dei ministri dell'Interno europei che si è svolto a Strasburgo il 5 giugno scorso è terminato con un nulla di fatto. Anche perché i Paesi del blocco «duro» di Visegrad, cui l'Italia si è unita, non sono disposti ad alcuna apertura.
Del resto il problema di gestire gli stranieri non riguarda soltanto i richiedenti asilo, ma anche chi arriva da Paesi che non sono in guerra e dunque non ha diritto ad ottenere lo status di rifugiato. Si tratta dei migranti irregolari nei confronti dei quali sono gli stessi Paesi dell'Ue a sollecitare una linea dura con il prolungamento dei tempi di permanenza nei centri di permanenza temporanei.
Attualmente l'Italia prevede un massimo di tre mesi che però il ministro Matteo Salvini sta ipotizzando di prolungare almeno fino a sei. Il problema da risolvere riguarda però la possibilità di aprire nuove strutture superando le resistenze di sindaci e governatori. In attesa dei vertici, l'Italia decide comunque di alzare il livello dello scontro e dunque bisognerà vedere quale sarà la reazione soprattutto di Francia e Spagna.
La maggior parte delle organizzazioni non governative che soccorrono i migranti nel Mediterraneo hanno infatti la loro sede legale in questi due Stati e l'Italia vuole ridiscutere proprio con loro le regole per le navi che prestano soccorso e il codice di comportamento delle Ong.