1. LO SCHIAFFO DI CONTE AL PD: «NESSUNA ALLEANZA CONCRETA» COTTARELLI LASCIA I DEMOCRATICI
Estratto dell’articolo di Domenico Di Sanzo per “il Giornale”
giuseppe conte a mezzora in piu 2
Giuseppe Conte non lascia al Pd «la leadership del campo progressista» ma raddoppia e mette in chiaro che «non c’è una concreta prospettiva per un’alleanza strutturale». Un Pd pressato dai Cinque Stelle, ma sempre più affine al grillismo. E infatti Elly Schlein perde un’altra pedina «moderata» al Senato, […] Carlo Cottarelli […].
All’indomani del tandem di piazza tra i sindacati ed Elly Schlein, le parole di Conte, consegnate a Lucia Annunziata a Mezz’ora in più, hanno il sapore di una porta sbattuta in faccia ai dem. Mentre Schlein continua a perdere pezzi tra i moderati, Conte rivendica la sua autonomia e tenta di superarla a sinistra.
«Su alcuni temi come il salario minimo, il Pd sta raggiungendo posizioni che noi avevamo già da tempo, anzi sono nostri cavalli di battaglia – spiega l’avvocato – su altre posizioni non abbiamo registrato un effettivo cambiamento come sul conflitto russo-ucraino e anche per quanto riguarda le tecnologie eco-sostenibili, parlo di inceneritori che per noi sono banditi».
Conte vuole pungere nella carne viva delle contraddizioni di Schlein, ma svela anche la verità di un Pd che segue i Cinque Stelle, soprattutto sui temi sociali. Dal lato opposto lo conferma Cottarelli, annunciando il suo addio al Pd. «È innegabile (basta vedere la composizione della nuova segreteria) che l’elezione di Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo», spiega Cottarelli.
giuseppe conte a mezzora in piu 1
«Mi trovo a disagio su certi temi» […]. Dal Superbonus all’utero in affitto, dai termovalorizzatori al nucleare. Una morsa a tenaglia che rischia di stritolare Schlein. Non abbastanza progressista per Conte, non sufficientemente riformista per chi ha scelto di abbandonare la nave, come i transfughi Andrea Marcucci, Enrico Borghi e, da ultimo, Cottarelli. Conte stoppa qualsiasi tentativo di coalizione organica con il Pd e delinea «una convergenza su obiettivi condivisi». Nessun «compromesso al ribasso».
Poi punge sul dialogo con il centrodestra sulle nomine. «Non è inciucio e perché quando lo fa il Pd non si dice nulla?», attacca l’ex premier a proposito dell’asse tra Meloni e Conte su alcune poltrone, come la Vigilanza Rai e le magistrature speciali. […]
CARLO COTTARELLI A CHE TEMPO CHE FA
2. CONTE LANCIA IL GUANTO DI SFIDA AI DEM "NON CEDERÒ LA LEADERSHIP A SCHLEIN"
Estratto dell'articolo di Niccolò Carratelli per “La Stampa”
Che non fosse una questione di agende piene e di incastri complicati, si era capito. Anche perché riuscire a non incontrarsi mai, nemmeno per caso, come accadrà di nuovo oggi, durante i loro rispettivi (e identici) tour elettorali in Campania, è possibile solo impegnandosi a dovere.
giuseppe conte a mezzora in piu 4
Il punto è che, in questo momento per Giuseppe Conte, Elly Schlein non è una potenziale alleata, ma solo un'avversaria politica. «Noi non vediamo nessuna prospettiva per cedere una leadership del campo progressista, nel definire le battaglie da intraprendere, nel definire un futuro migliore», scandisce il presidente del Movimento 5 stelle, ospite di "Mezz'ora in più" su Rai3. Smettete di guardare i sondaggi, che danno il Pd almeno 4 punti sopra il Movimento 5 stelle. Basta enfatizzare l'"effetto Schlein", che non durerà per sempre. «Ragioniamo sul lungo periodo», ripete sempre Conte ai suoi fedelissimi. Quindi, non sulle elezioni europee del 2024, dove si voterà con il proporzionale e non sarà necessario mettersi insieme: «Non c'è una concreta prospettiva, almeno nell'immediato, per un'alleanza strutturale», spiega l'ex premier.
[…] Ovviamente la porta, in prospettiva, resta aperta per la ricostruzione di campo progressista: «Lavoreremo per il dialogo – avverte Conte – ma serve una convergenza su obiettivi davvero condivisi e, comunque, l'autonomia rispettiva va assolutamente garantita». […]
giuseppe conte a mezzora in piu 5
Su alcuni terreni, però, marciare uniti può avere un senso, come sul contrasto alle riforme costituzionali annunciate dal governo. Dal no convinto all'autonomia differenziata del ministro Calderoli, «un disegno sciagurato», ha ribadito Conte, ai progetti di presidenzialismo e premierato, che Meloni dovrebbe mettere sul tavolo domani, incontrando i partiti di opposizione.
[…] Conte non andrà all'appuntamento con il governo, perché partirà per Brescia, dove mercoledì mattina sarà ascoltato dal Tribunale dei ministri sull'inchiesta Covid. Ma avverte Meloni: «Partiamo malissimo, hanno creato premesse pessime. Noi vogliamo che questo tavolo cominci da una diagnosi condivisa, poi discutiamo sui rimedi – precisa – Fughe in avanti, in questo contesto, mi sembrano molto insidiose». A rendere pessime le premesse, oltre al decreto del Primo Maggio, anche la «bulimia di potere» espressa dal governo. «Ora non abbiamo solo leggi ad personam, ma anche contra personam – aggiunge – per mandare via prima della scadenza naturale dirigenti, come per Inps e Inail». —
giuseppe conte aggredito da giulio milani 3 CARLO COTTARELLI A CHE TEMPO CHE FA giuseppe conte a mezzora in piu 6