Goffredo De Marchis per la Repubblica
Demagogia? Populismo?
Matteo Renzi ha deciso di ignorare le prevedibili critiche da sinistra e punterà le ultime tre settimane di campagna referendaria sui tagli ai costi della politica, sulla riduzione secca dei parlamentari e dei politici, sui risparmi per il bilancio pubblico legati al Sì alla riforma. Lo farà con slogan sempre più diretti, con una nuova serie di manifesti, di messaggi sul web, con gli spot televisivi che partiranno nei prossimi giorni.
Non gli interessa più coprirsi a sinistra. A quella sponda concede solo il suo "visto" ufficiale sul documento firmato anche da Cuperlo per modificare l' Italicum: «Lo condivido, ma il referendum parla d' altro». Andrà invece dritto al cuore dell' elettorato di destra e grillino usando lo strumento dell' antipolitica.
Nessuna mediazione, nessuna concessione al politically correct, anche perché l' obiettivo non è soltanto convertire i No in Sì. La strategia renziana, per il rush finale, punta anche sul non voto. «Se gli spieghiamo che il cambiamento è solo da una parte, che se non passa la riforma tornano la casta e gli inciuci - è il ragionamento del premier - possiamo dissuadere i No che oggi ingrossano i sondaggi. E se molti di loro rimangono a casa, per noi va bene».
La caccia ai voti di Berlusconi, Salvini e 5 stelle, rilanciata sabato, è dunque destinata a durare fino alla fine. Alla sinistra verrà riservata solo qualche attenzione. Va bene Pisapia che avverte: «Se perde il Sì vinceranno solo Salvini e Grillo».
maurizio gasparri renato brunetta
Oggi, nella tribuna referendaria sulla Rai cui parteciperà un rappresentante dell' Anpi, il comitato del Sì manderà Laura Puppato, viste le polemiche sulla sua espulsione dalla associazione partigiani. Ma è una "provocazione" rivolta solo a un certo elettorato, uno strappo alla regola perchè il Pd ha deciso di spendere, in questi duelli tv "minori", soprattutto i suoi sindaci. «I primi cittadini sono gli unici davvero vicini ai problemi della gente, i più affidabili. Sono fondamentali per la vittoria», spiega Giacomo Portas, deputato del Pd e titolare di una società di sondaggi.
Dall' altra parte, è quello che fanno i grillini, andando a raccogliere consensi tra i cittadini sui treni dei pendolari. E che nel centrodestra, girando l' Italia, fanno solo Gasparri, Brunetta e Salvini. Ma Silvio Berlusconi non sta fermo, pensando in particolare alla televisione. Ha stabilito che i pasdaran azzurri non andranno più in onda, perché gli elettori vanno rassicurati. Toccherà a lui essere presente e sta pensando anche alla sfida tv con Renzi.
bruno vespa a che tempo che fa
Il confronto si farà, dicono a Mediaset, anche se in forma indiretta. Si sta preparando infatti, all' interno della stessa trasmissione, un' intervista con il premier e una con il Cavaliere. Forse a Matrix, forse da Barbara D' Urso. Le trattative tra i comitati sono in corso.
Da mercoledì, per tre settimane, parte Bruno Vespa con i faccia a faccia in prima serata. Contemporaneamente comincia, lo spazio referendario in prime time, nell' orario di Affari tuoi. Il format di Vespa sarà un 2 contro 2, quello del Tg1 un vero duello.
La Rai sta studiando un superospite per recuperare terreno su la7 che finora ha ospitato le sfide migliori. Il nome è quello di Giorgio Napolitano. L' ex presidente della Repubblica, sostenitore del Sì, ha dato la sua disponibilità a un confronto, da fare, per ragioni istituzionali, esclusivamente sulla tv di Stato. Adesso bisogna studiare la data e l' avversario.
Sul terreno televisivo i veti incrociati dei protagonisti stanno mandando in tilt i talk show.
Renzi "cerca" Grillo, ma non lo troverà. Chiama anche Massimo D' Alema, ma l' ex premier pare che non voglia comparire in video. Più avanti Renzi deciderà se accettare o meno la sfida con Di Maio o Di Battista, sempre nella chiave di una competizione chiara sul cambiamento rappresentato dal Sì.
Perchè a Palazzo Chigi hanno ormai chiaro il target. Basta parlare dei contenuti della riforma, occorre andare sul messaggio più semplice: no alla casta, no ai politici, no ai costi enormi della politica. Populismo, se serve. Per attaccare i bacini della destra e di Grillo.