Antonio Polito per il “Corriere della Sera”
L'uomo di destra dice che il piano B esiste, ma si nasconde per paura del fattore B: «Perché di piani B per ora Berlusconi non vuol neanche sentir parlare. L'altro giorno al pranzo del centrodestra tutti guardavano nel piatto per evitare l'imbarazzo della situazione.
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Solo la Meloni si è spinta oltre l'eventuale fallimento della sua candidatura: mi assicurate a quel punto - ha chiesto - che diciamo insieme no al Mattarella bis e no Draghi al Quirinale senza scioglimento delle Camere? Per pura cortesia, le hanno tutti risposto: ma certo Il fatto è che Giorgia il piano B ce l'ha.
Anzi, ne ha tre, uno per ogni possibile combinazione: centrodestra più Renzi, o più Letta, o più Conte, oppure meglio ancora più tutti e tre. Però anche lei sa che, avendo occupato la scena, Berlusconi si è già assicurato il monopolio del piano B. Per ora tiene duro sul suo nome, progetta anzi di chiedere al centrodestra di votare scheda bianca nelle prime tre votazioni, così da impedire ogni possibile accordo preventivo.
GIANNI LETTA SILVIO BERLUSCONI
Ma attenzione: se dalla quarta non ce la fa, alla fine può fare lui il beau geste e lanciare Draghi, come gli suggerisce Letta. Meglio fare un accordo con l'uomo forte del momento che con un Amato o un Casini. D'altra parte, se non fa così, rischia che a scegliere il presidente sia di nuovo il centrosinistra, con i voti dei centristi. Ma c'è anche un'altra ragione per cui i piani B stentano a venir fuori.
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Ed è che nessuno può fidarsi di nessuno. Nessuno controlla i suoi gruppi, forse solo la Meloni. Neanche Berlusconi può essere sicuro dei suoi. Il partito di maggioranza relativa sono i franchi tiratori. Per questo stavolta il metodo giusto è il blitz-krieg . La guerra-lampo. Candidato coperto fino all'ultimo, e tirato fuori al momento giusto, quando gli altri sono sull'orlo del baratro».
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