FARSA ITALICUM/2 - AINIS DEMOLISCE LA NUOVA LEGGE ELETTORALE: "METTERA’ IN IMBARAZZO IL COLLE E SARA’ BOCCIATA DALLA CORTE COSTITUZIONALE” - "RENZI? RISCHIA DI RIMETTERCI COME SUCCESSE AL CAV"

“L’Italicum è una cattiva legge elettorale e rischia di essere cassato dalla Consulta: nelle due camere non è possibile avere due normative diverse" (Italicum alla Camera e Consultellum al Senato) -Avremo un solo partito padrone di tutto: c’è il rischio di abuso di potere"...

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mattarella renzi mattarella renzi

Luca De Carolis per il “Fatto Quotidiano”

 

L’Italicum può mettere in serio imbarazzo colui che dovrà promulgarlo. E credo che la Corte Costituzionale non potrà che bocciarlo”. Il costituzionalista Michele Ainis rifiuta le metafore. Ieri sul Corriere della Sera si è soffermato sulle “travi che accecano” la legge elettorale renzianissima.

 

Al Fatto ribadisce le sue riserve sul testo, e va oltre: l’Italicum rischia di essere cassato dalla Consulta, “almeno finché non verrà abolito il Senato”.

Sul Corsera lei ha scritto della “cattiveria dell’Italicum”. Sì, l’Italicum è cattivo: anche suo malgrado, ma lo è.

michele ainis michele ainis

 

Perché?

 Per aspetti spesso difficili da comunicare. Molti si concentrano sui capilista bloccati, ma la criticità maiuscola è che questa legge si applica solo alla Camera. La sentenza con cui la Consulta ha bocciato il Porcellum lo affermava chiaramente: non può esistere un sistema con due leggi elettorali diverse per le due camere. Ossia, non sarebbe accettabile avere l’Italicum per la Camera e un proporzionale puro (il Consultellum, ndr) per il Senato.

 

Esiste una clausola di salvaguardia, secondo cui l’Italicum non entrerà in vigore prima del luglio 2016. Per quella data Renzi conta di avere un Senato non elettivo.

mattarella napolitano mattarella napolitano

Il futuro è tutto da scrivere. Sarebbe stato meglio mettere una differente clausola: l’Italicum non entrerà in vigore finché non verrà abolito il Senato elettivo.

 

Ma si è scelto diversamente.

Ha prevalso una ragione politica. Renzi temeva di non potere incassare in termini di popolarità la nuova legge, subordinandola a questa ipotesi: e ha fissato questa data. Ma l’attuale clausola non ci garantisce nulla, anche perché la riforma esige tempi lunghi: due passaggi conformi per ciascuna Camera, a cui seguirà un referendum.

 

La seconda trave di cui lei scriveva è il premio di maggioranza alla lista.

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Va detto per onestà che, rispetto al testo iniziale, l’Italicum è stato migliorato. Nella prima versione non c’era la parità di genere e il premio di maggioranza si prendeva con il 35 per cento. Ma è anche peggiorato. In particolare, il premio è stato spostato dalla coalizione alla lista. E questo è un problema di sistema, pericoloso. Il primo partito diventa proprietario dell’unica camera elettiva,senza un interlocutore robusto. Per questo ho proposto un premio di minoranza per il secondo partito e l’innalzamento della soglia di sbarramento dal 3 al 5 per cento: in caso contrario, avremmo un’opposizione troppo frammentata.

 

Perché il premio alla coalizione aiuterebbe?

Perché avremmo un contropotere dentro il potere.

 

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Obiezione simil-renziana: con il premio alla coalizione si finirebbe con la solita ammucchiata che non decide nulla tra veti e contro veti.

 Si doveva cercare una via di mezzo, fissando una soglia sotto cui i partiti non possono entrare in coalizione. La decisione deve nascere dal confronto. Non si può eliminare la fatica della politica, negarla significa negare la politica stessa.

 

Esiste un rischio per la democrazia?

C’è un rischio di abuso del potere. Non dico che Renzi lo farà, ma chi ha il potere tende ad approfittarne. Servono contrappesi: è per questo che sono nate le democrazie.

 

Sergio Mattarella da giudice della Consulta bocciò il Porcellum. Come potrebbe giudicare l’Italicum?

Penso che questa legge metterà in serio imbarazzo chi dovrà promulgarla.

 

Ritiene che il capo dello Stato debba rimandarla indietro?

Non voglio certo dare consigli al presidente della Repubblica.

Ma il nodo esiste.

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Se la legge arrivasse davanti alla Consulta, a riforma del Senato non ancora ultimata, sarebbe un bel problema.

Ragioniamo nero su bianco: Mattarella, da presidente della Repubblica, potrebbe comunque promulgare l’Italicum per evitare scossoni pericolosi al governo. Ma la Corte Costituzionale potrebbe e dovrebbe essere più dura.

Sono mestieri diversi. Il capo dello Stato è il garante politico della Costituzione, la Consulta è il garante giuridico. Di fronte all’asimmetria tra Camera e Senato, sarei sinceramente sorpreso se la Corte non annullasse la legge.

 

Renzi è andato comunque dritto. Ha vinto la logica della bandierina da conquistare? In questo caso le bandierine sono due. Approvando l’Italicum Renzi può presentarsi come il premier che ha cambiato la legge elettorale dopo dieci anni. E ottiene un testo che premia il primo partito.

Consulta Consulta

È convinto di usufruirne.

Mi limito a ricordare che chi ha cambiato la legge elettorale pensano di guadagnarci spesso ci ha rimesso. Penso a Berlusconi, che nel 2005 varò il Porcellum. Con la precedente legge, il Mattarellum, avrebbe vinto le Politiche.

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Possibile che Mattarella non abbia dato segnali informali sull’Italicum a palazzo Chigi?

Non lo so. La mia impressione da puro osservatore è che qualche segnale dal Quirinale sia arrivato, almeno su altri temi. Per esempio, sulla riforma della scuola volevano fare un decreto legge. Ma poi si è virato su un disegno di legge.

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Giorgio Napolitano ha detto che sulla legge elettorale “non si può tornare indietro”.

Da senatore a vita, l’ex presidente ha pieno diritto di manifestare apertamente il suo pensiero. Io non sono d’accordo con lui.

 

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