FI, FLOP ITALIA - BERLUSCONI NON FA CAMPAGNA ELETTORALE E IL SUO PARTITO SPARISCE DAL NORD E DALLE GRANDI CITTÀ: BOCCIATA PURE LA NOUVELLE VAGUE AZZURRA (CATTANEO IN TESTA) - ESILARANTE DEL DEBBIO: “NON VEDO DELFINI DI BERLUSCONI, AL MASSIMO PESCI-SEGA”

Quindici giorni fa le Europee hanno dimostrato che i famosi club di Fi ci sono solo sulla carta e domenica i ballottaggi hanno assestato un colpo pure all’altra idea del rinnovamento calato dall’alto, con metodi da ufficio del personale - Ma il “cerchio magico” preferisce prendersela con “i ladri” (Fi scopre la questione morale?)

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Ugo Magri per “La Stampa”

BERLUSCONI PIANGE DURANTE IL COMIZIO DOPO LA SUA CONDANNA A ANNI BERLUSCONI PIANGE DURANTE IL COMIZIO DOPO LA SUA CONDANNA A ANNI

Poteva andare perfino peggio. Sarebbe bastato, ad esempio, che il centrodestra capitolasse pure a Potenza, a Perugia e a Foggia, per dichiararlo ufficialmente «area politica disastrata».

Ma anche così, con il pugno di città strappate in extremis, e con Padova conquistata solo grazie alla Lega, il paesaggio berlusconiano appare un cumulo di macerie fumanti.
Soprattutto nel Nord, dove la sinistra faticava a eleggere un sindaco e invece adesso siamo all’esatto contrario. Bergamo?

ALESSANDRO CATTANEO ALESSANDRO CATTANEO

Inutilmente l’ex Cavaliere ci si è speso di persona. Cremona? Un tragedia. Così Biella, Verbania, Vercelli. E Pavia, la città dove la rielezione di Alessandro Cattaneo era data per certa, anzi certissima, e da lì avrebbe dovuto prendere il volo la nuova covata berlusconiana di volti freschi e telegenici come quello del sindaco uscente, proprio Pavia ha dato a Silvio la delusione più amara.
 

Già: perché da mesi l’ex premier coltivava il piano di liquidare il partito (basta con quelle insopportabili riunioni, sempre gli stessi discorsi, sempre le stesse liti meschine) rimpiazzandolo con un esercito di club «Forza Silvio» e con mille futuri protagonisti della politica, reclutati non nelle sezioni ma direttamente nella società civile. Quindici giorni fa le Europee hanno dimostrato che i famosi club non esistono, o meglio ci sono solo sulla carta, perché sul territorio nessuno li ha visti; e domenica i ballottaggi hanno assestato un colpo pure all’altra idea del rinnovamento calato dall’alto, con metodi da ufficio del personale.

Osvaldo Napoli Osvaldo Napoli

Ironia del destino, la guida del reclutamento era stata affidata proprio a Cattaneo (insieme con Toti). Cosicché adesso il suo flop da sindaco assume un valore simbolico, l’«enfant prodige» bocciato, la «nouvelle vague» berlusconiana che fa cilecca alla prima prova. «Le classi dirigenti non sono fatte di polli in batteria», scuote la testa un esponente della vecchia guardia, come Osvaldo Napoli. Esilarante Del Debbio: «Non vedo delfini di Berlusconi, al massimo pesci-sega».
 

Gli ultimi dinosauri del partito un po’ se la ridono e un altro po’ scaricano la croce su Cattaneo che, invece di concentrarsi nell’amministrazione di Pavia, o di tuffarsi nella mischia con l’entusiasmo ruspante del leghista Salvini («avercene di gente come lui», ha sospirato invidioso Berlusconi), si è lisciato le piume nei talk show televisivi.

CROSETTO TWITTA IL SELFIE CON GIORGIA MELONI CROSETTO TWITTA IL SELFIE CON GIORGIA MELONI

Il giovanotto non ci sta alle critiche e, per difendersi, spara direttamente sul quartier generale: «Al Nord non siamo più credibili», denuncia. «Una totale mancanza di appeal», rincara la dose Crosetto, fratello d’Italia. Verità incontestabile ma tremenda in quanto nella sua crudezza nessuno risparmia, a cominciare dal Fondatore medesimo. Se Forza Italia affoga, la colpa non sarà pure di Berlusconi?
 

No, la colpa non è mai la sua... Il «cerchio magico» preferisce prendersela con «i ladri», come vengono bollati senza tanti complimenti i troppi colti con le mani nel sacco, da Fiorito per arrivare a Expo 2015 e al Mose. Daniela Santanché twitta: «Giustizialisti mai, ma nessuna copertura o alibi a chi ruba». Il garantismo «non è riparo per i corrotti», le fa eco il «Mattinale» dove nulla si pubblica senza l’«imprimatur» del capogruppo Brunetta. Vuoi vedere che Forza Italia scopre la «questione morale»?

daniela santanche daniela santanche

Ma poi c’è la confusione strategica; c’è l’isolamento politico («da soli non ce la possiamo fare», riconosce Toti); c’è soprattutto l’equivoco-Renzi, che Berlusconi non ha ancora deciso se assecondare o combattere, se farci insieme le riforme o buttarle a mare.

Si annuncia nei prossimi giorni una riunione decisiva, con Verdini pronto a cedere il testimone di ambasciatore presso il premier, se ciò facilitasse le trattative. Il Cav sta valutando. Sarebbe tentato di scegliere l’opposizione dura, ma gli hanno detto che in quel caso, per vendetta, il Pd potrebbe metterlo nei guai sulla giustizia. Per esempio, allungando i tempi della prescrizione...

denis verdini anselma dall olio daniela santanche giancarlo galan denis verdini anselma dall olio daniela santanche giancarlo galan

 

 

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