Da La Stampa
«Non mi pare serva mettere altri candidati alla segreteria in lizza. Se la mia candidatura impedisse la scissione, sarei già candidato. Non ho capito quale sia il problema in questo passaggio...». Così il ministro della Giustizia Andrea Orlando (Pd) intervenendo ad Agorà, su RaiTre. E ancora: «Qualunque problema abbia il partito, l’idea che lo si possa risolvere con la scissione è sbagliata: apre un fronte che consente alla destra di rafforzarsi. La responsabilità è di tutti: non si è sedimentata una politica comune».
Intanto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, tira dritto. «Proprio poco fa stavo pensando di rispedire la mia tessera alla mia sezione, con una lettera, e andarne a trovare anche il segretario», ha affermato durante un’intervista a Rainews 24. «Se abbiamo valutato che non ci sono più le condizioni per fare un congresso rispettateci per questo - ha aggiunto -. Ci sono delle belle separazioni consensuali, che dopo continuano a parlarsi. Io non voglio stare nel partito di Renzi. Questo è il punto. Noi iniziamo un altro percorso, siamo dispiaciuti perché potevamo stare insieme, ma ci è stato detto che non è possibile. Vuol dire che non c’è spazio in questo partito - spiega - Lavoriamo ad un altro soggetto politico con l’intento di rafforzare un nuovo centrosinistra».
Andrea Romano, deputato della maggioranza Pd, fa invece sapere di temere «che questo processo da parte della minoranza del Pd possa portare a un indebolimento della maggioranza parlamentare». «Temo che sia l’inizio - dice a Radio1 Rai - di un tira e molla. Se questa scissione andrà avanti, inevitabilmente questo piccolo gruppo che si formerà in Parlamento dovrà dare prova della propria esistenza in vita e quindi immagino che si metterà a chiedere iniziative immediate nella direzione auspicata dagli esponenti della minoranza».
michele emiliano all assemblea pd
Inoltre, aggiunge il deputato Dem, «credo che da parte dei colleghi della minoranza ci sia fin dall’inizio un pregiudizio nei confronti di Renzi e di questa maggioranza, che è sempre stata vista come una maggioranza di invasori. Quello che unisce posizioni anche molto diverse fra loro, figure importanti come Bersani ed Emiliano - conclude - è evidentemente un pregiudizio molto forte nei confronti di Renzi».