FITTO SI PRESENTA A BRUXELLES DISARMATO – AL DEBUTTO IN COMMISSIONE, IL MELONIANO SI TROVA SUBITO IN IMBARAZZO PER LA POSIZIONE ITALIANA SUL SOSTEGNO A KIEV - IL PARLAMENTO EUROPEO DA’ IL VIA LIBERA AI MISSILI OCCIDENTALI IN TERRITORIO RUSSO. MA IL CENTRODESTRA ITALIANO VOTA NO (DOPO CHE MELONI SI ERA GIÀ SCHIERATA PER IL “NO” INSIEME A ORBAN) - SORGI: “È GRAVE PERCHÉ  FINORA LA MAGGIORANZA DI DESTRA CENTRO SULL'UCRAINA ERA RIUSCITA A MANTENERE UNA PARVENZA DI UNITÀ. L'ITALIA NON FA UNA BELLA FIGURA”

-

Condividi questo articolo


1. PE APPROVA PARAGRAFO SU USO ARMI UE IN TERRITORIO RUSSO

zelensky tajani zelensky tajani

(ANSA) - L'Eurocamera approva, con 377 voti a favore, 191 contrari e 51 astenuti, il paragrafo 8 della risoluzione sul sostegno all'Ucraina che "invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni sull'uso delle armi occidentali consegnate all'Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo". 

 

2. EUROCAMERA, 'KIEV DEVE POTER COLPIRE OBIETTIVI IN RUSSIA'

(ANSA) -  L'Eurocamera afferma che l'Ucraina deve essere in grado di colpire obiettivi militari legittimi in Russia. In una risoluzione, non vincolante e adottata giovedì con 425 voti a favore, 131 contrari e 63 astensioni, gli eurodeputati affermano che senza l'abolizione delle attuali restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali, "l'Ucraina non può esercitare pienamente il suo diritto all'autodifesa e rimane esposta ad attacchi contro la popolazione e le infrastrutture". (ANSA).

 

3. TAJANI, NO ALL'USO ARMI FUORI UCRAINA, VOTIAMO CONTRO IN UE +

(ANSA) - "Noi oggi voteremo al Parlamento Europeo no all'emendamento che prevede l'utilizzo delle armi al di fuori del territorio ucraino in sintonia con quello che ha sempre deciso il governo. E in sintonia con le scelte del Consiglio affari esteri che non ha approvato la proposta di Borrell di usare le armi fuori dal confine ucraino. Voteremo a favore della risoluzione e sostegno dell'Ucraina, questo sì". Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

 

"Poi ogni paese naturalmente può fare ciò che vuole perché si tratta di accordi bilaterali - aggiunge -. Noi siamo dalla parte della Ucraina. Ecco perché voteremo sì e continueremo ad aiutarla politicamente, finanziariamente e anche militarmente, ma non siamo in guerra con la Russia. E grande prudenza c'è anche da parte degli Stati Uniti". 

 

4. URSULA BIS, FITTO DEBUTTA DA PONTIERE GLI ITALIANI FRENANO SULLE ARMI A KIEV

Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per “La Stampa”

 

URSULA VON DER LEYEN E I NUOVI COMMISSARI UE A BRUXELLES URSULA VON DER LEYEN E I NUOVI COMMISSARI UE A BRUXELLES

Al primo giorno di scuola, il francese Stéphane Séjourné e la spagnola Teresa Ribera si aspettano per entrare insieme a Palazzo Berlaymont. Manca solo che si diano la mano. […]  Poco dopo spunta anche Raffaele Fitto, con il passo deciso di chi conosce già la strada e una cravatta azzurro Forza Italia. Unico esponente dei Conservatori in una Commissione sostenuta da popolari, socialisti, liberali e verdi, il ministro è pronto a rispolverare il suo passato da democristiano per liberarsi dello stigma politico che ha reso più tortuoso il suo percorso verso la nomina a vicepresidente.

 

RAFFAELE FITTO - PARLAMENTO EUROPEO RAFFAELE FITTO - PARLAMENTO EUROPEO

Coesione è la sua parola d'ordine, in tutti i sensi. E infatti la prima giornata europea da "commissario designato" inizia all'insegna delle relazioni bipartisan e della costruzione di ponti. In mattinata vede Paolo Gentiloni, con il quale i rapporti sono più che buoni, per avere qualche dritta sulla nuova avventura, sulle dinamiche interne al collegio dei commissari, e sul funzionamento della macchina burocratico-amministrativa della Commissione.

 

Fitto erediterà dal connazionale la delega al Recovery Plan e soprattutto la necessità di relazionarsi con Valdis Dombrovskis, visto che Von der Leyen ha affidato loro il compito di lavorare in tandem per «assicurare che l'implementazione della Recovery and Resilience Facility acceleri in vista della scadenza del 2026». In questi cinque anni, Gentiloni è riuscito a mantenere un rapporto egualitario con Dombrovskis, nonostante il lettone avesse il grado di vicepresidente esecutivo.

 

giorgia meloni raffaele fitto giorgia meloni raffaele fitto

Fitto si troverà nella situazione opposta, dato che il collega veterano risponderà direttamente alla presidente e non accetterà un ruolo da "sottoposto" alle dipendenze dell'esponente di Fratelli d'Italia.

 

[…]  Prima però bisognerà superare l'esame al Parlamento europeo, dove socialisti, verdi e liberali promettono di vendere a caro prezzo il loro sostegno. «I commissari designati – assicura Von der Leyen – sono tutti motivati e molto concentrati in vista delle audizioni. Credo che saremo una grande squadra per l'Europa». Nella sala del Berlaymont, la presidente fa un breve discorso di benvenuto, racconta qualche aneddoto, mentre i commissari designati restano in piedi ad ascoltare. Poi viene distribuito un "briefing package" con le informazioni utili per la fase di transizione.

 

ursula von der leyen e volodymyr zelensky summit per la pace svizzera ursula von der leyen e volodymyr zelensky summit per la pace svizzera

[…]  «C'è una buona atmosfera» assicura l'Alto Rappresentante per la politica estera, l'estone Kaja Kallas, lasciando l'edificio in compagnia del lituano Andrius Kubilius, che guiderà il nuovo portafoglio alla Difesa. I due "falchi" anti-Russia intendono mettere il sostegno all'Ucraina e la fermezza nei confronti di Mosca in cima alla loro agenda.

 

Ma il supporto militare a Kiev è destinato a creare fratture in alcuni dei partiti politici che siedono al Parlamento europeo. Oggi l'Aula di Strasburgo voterà una risoluzione che «invita gli Stati membri a revocare immediatamente le restrizioni all'uso dei sistemi d'arma occidentali, consegnati all'Ucraina, contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo».

 

Si tratta di un testo negoziato da popolari, socialisti e liberali destinato a creare imbarazzi tra i partiti italiani di governo, che potrebbero smarcarsi e votare contro per non smentire la linea dell'esecutivo. Ma c'è parecchia agitazione anche nel Pd. […]

 

5. EUROPA LA BRUTTA FIGURA DELL'ITALIA

Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “la Stampa”

 

ZELENSKY - GIORGIA MELONI ZELENSKY - GIORGIA MELONI

Che a Roma fosse nell'aria, si era capito. Ma che l'Italia si sarebbe presentata a Bruxelles divisa, anzi, con una serie di divisioni che attraversano maggioranza e opposizioni sul problema dell'uso delle armi fornite dagli alleati da parte dell'Ucraina, è bastato il documento che la maggioranza di popolari, socialisti e liberali che sostiene la Commissione presieduta da Von der Leyen vorrebbe mettere ai voti nell'Europarlamento per metterlo in chiaro.

 

[…]  In questo caso, ognuno dei partiti ha trovato una propria ragione per dire «no» all'impiego delle armi in territorio russo. Così Meloni ha cercato fino all'ultimo di convincere Von der Leyen a emendare il testo che propone di eliminare le «restrizioni» alla strategia militare di Zelenski lasciando liberi i singoli Stati di decidere per conto proprio. Tajani ha già detto in varie occasioni che «l'Italia non è in guerra con la Russia». Salvini semplicemente voterà «no».

 

volodymyr zelensky giorgia meloni volodymyr zelensky giorgia meloni

Si sa che la guerra russo-ucraina è motivo di forti dissensi all'interno del costruendo "campo largo". Ma in questo caso si delinea un'alleanza tra 5 stelle e Avs, contrari alla posizione della Commissione, a discapito del Pd, che al suo interno ha un'ala solidale con Kiev, e un'altra che vorrebbe cogliere l'occasione per passare - armi e bagagli, verrebbe da dire - con i pacifisti.

 

[…]

 

Ma la rottura più grave resta quella all'interno della maggioranza di destra centro, che sull'Ucraina era riuscita finora a mantenere una parvenza di unità nel Parlamento italiano, seppure con vistose prese di distanza da parte della Lega nel corso del dibattito, in occasione di tutte le votazioni sull'invio di armi a Kiev. Invece alla vigilia della votazione in Europa, c'è stato una sorta di «liberi tutti». Inutile dire che l'Italia non fa una bella figura.

MEME SU ZELENSKY AL G7 CON GIORGIA MELONI MEME SU ZELENSKY AL G7 CON GIORGIA MELONI GIORGIA MELONI - ZELENSKY GIORGIA MELONI - ZELENSKY

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – AVVISATE LA MELONA CHE URSULA LE HA RIFILATO UNA SOLA: DA’ A FITTO LA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA MA GLI CONCEDE UN PORTAFOGLIO DI SERIE B (E SULLA GESTIONE DEL PNRR LO HA “COMMISSARIATO” METTENDOGLI VICINO IL MASTINO LETTONE DOMBROVSKIS) - LE FORCHE CAUDINE PER IL PENNELLONE SALENTINO SARA' L’AUDIZIONE CON LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE DOVRA’ VALUTARLO: IL COLLOQUIO E' IN INGLESE, LINGUA CHE FITTO PARLA A SPIZZICHI E BOCCONI - PER PASSARE L'ESAME, SERVIRA’ L’OK DEL PD (GRUPPO PIU' NUMEROSO TRA I SOCIALISTI DEL PSE) - MA I DEM SONO SPACCATI: ALCUNI SPINGONO PER IL NO, DECARO-ZINGARETTI PER IL SÌ, ELLY SCHLEIN TRACCHEGGIA MA SPERA CHE FITTO SI SCHIANTI IN AUDIZIONE PER FARLO SILURARE - IL CONTENTINO AI VERDI CON LE DELEGHE ALLA SPAGNOLA RIBERA E LA CACCIATA DEL “MAESTRINO” BRETON CHE STAVA SULLE PALLE A TUTTI, DA MACRON A URSULA...

CHI FERMERÀ ORCEL NELLA SCALATA A COMMERZBANK? UNICREDIT VUOLE CHIEDERE ALLA BCE IL VIA LIBERA PER PORTARE IL SUO CAPITALE DELL'ISTITUTO TEDESCO AL 30%, SOGLIA LIMITE PER LANCIARE L'OPA – DEUTSCHE BANK POTREBBE RILANCIARE MA HA I CAPITALI PER UNA FAIDA BANCARIA? – IL VERO OSTACOLO PER ORCEL SONO I SINDACATI TEDESCHI, CHE TEMONO UNA PESANTE SFORBICIATA AI POSTI DI LAVORO. ANCHE PERCHÉ LA GERMANIA VIVE UNA CRISI ECONOMICA PESANTE, COME DIMOSTRA IL CASO VOLKSWAGEN, CHE MINACCIA DI FARE FUORI 15 MILA DIPENDENTI…

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2029 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO...