GALASSIA CINQUESTELLE - IL M5S CAMBIA PELLE DOPO LA SCONFITTA ALLE EUROPEE MA DEVE FARE I CONTI CON LE SUE VARIE CORRENTI - DI MAIO NON DEVE VEDERSELA SOLO CON GLI ORTODOSSI VICINI A FICO: PAOLA TAVERNA CAPEGGIA UN GRUPPETTO DI “GOVERNISTI CRITICI” CHE NON VOGLIONO ANDARE AVANTI CON LA LEGA A TUTTI I COSTI - I CINQUESTELLE FAZIONE PER FAZIONE

-

Condividi questo articolo


Emanuele Buzzi per il “Corriere della sera”

 

GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA GRILLO CASALEGGIO DI MAIO DI BATTISTA

La sconfitta elettorale, le discussioni interne, l' idea di una riorganizzazione profonda: tra cause e conseguenze il Movimento cambia pelle. E muta anche la geografia interna ai Cinque Stelle. Luigi Di Maio è e resta (forte anche dell' 80% dei consensi ricevuti dagli attivisti su Rousseau) il faro politico del Movimento. Il vicepremier, con l'egida di Grillo e Casaleggio, tiene le fila, ma ora si tornerà a una fase più assembleare.

di maio di battista funerali di gianroberto casaleggio 8 di maio di battista funerali di gianroberto casaleggio 8

 

La truppa intorno al leader è frastagliata e anche nell' ala di governo spiccano sensibilità diverse. Ci sono i «lealisti», come i ministri Riccardo Fraccaro e Alfonso Bonafede, il sottosegretario Vincenzo Spadafora e i capigruppo Francesco D' Uva e Stefano Patuanelli (uno dei nuovi volti in ascesa, capace di raccogliere consensi tra i mille rivoli del Movimento): sono i pretoriani del capo politico.

PAOLA TAVERNA PAOLA TAVERNA

 

Fedeli al vicepremier, ma pronti a rivendicare anche posizioni e idee autonome sono, invece, i «pragmatici riflessivi», nelle cui file si possano trovare Stefano Buffagni, Emilio Carelli e Federico D'Incà. Il leader, oltre alla altre componenti, ha anche dalla sua parte un gruppo di «dimaiani costruttivi»: si tratta di 50-60 parlamentari (guidati da Emanuela Corda) - in maggior parte al primo mandato - che hanno sottoscritto un documento nell'ultima assemblea per chiedere interventi, ribadendo al tempo stesso la fiducia nel vicepremier.

riccardo fraccaro 9 riccardo fraccaro 9

 

La strada, la volontà di proseguire nel percorso iniziato un anno fa con la guida del Paese, è segnata, ma ci sono dei distinguo. E delle figure che stanno crescendo. Come Paola Taverna. La senatrice è parte di quel gruppo eterogeneo dei «governisti critici», ossia di quella ala del Movimento che vuole andare avanti con l'esecutivo, ma non ad ogni costo.

Al fianco, spesso, ma con posizioni diverse a seconda della loro sensibilità ci sono i «senatori», volti storici come Nicola Morra, Roberta Lombardi e Carla Ruocco.

 

giuseppe conte e roberto fico giuseppe conte e roberto fico

Spesso di traverso all'ala pro-governo è la truppa degli ortodossi, una delle componenti storiche più radicate del Movimento. Loro, i falchi, sono alcune decine e rivedono in Roberto Fico il loro leader naturale. Il loro nucleo è a prevalenza campano: ortodossi sono, per esempio, Luigi Gallo e Doriana Sarli, ma ci sono anche esponenti come il toscano Riccardo Ricciardi.

 

E in realtà oltre alle categorie più codificabili, c'è una folta componente di outsider, esponenti che hanno una linea individuale. Tra loro, Elena Fattori, ma anche Gianluigi Paragone (che in seguito alle esternazioni dopo la sconfitta elettorale ha trovato un clima glaciale nei suoi confronti in assemblea). In questo gruppo rientrano anche quegli esponenti di governo finiti nell'occhio del ciclone, come Danilo Toninelli.

 

APPENDINO RAGGI APPENDINO RAGGI

E ci sono anche altre due «anime» extraparlamentari, quella «movimentista» - che raggruppa le sensibilità e i consensi delle piazze -, che vorrebbe un Movimento più battagliero, che è vicina alle idee delle origini e a Beppe Grillo. Volto naturale di quest' ala è Alessandro Di Battista, che non a caso avrà un ruolo fondamentale nella ristrutturazione pentastellata. L'altro gruppo è espressione dei «sindaci» e ha come capofila Chiara Appendino e Virginia Raggi, un gruppo che dovrebbe esprimere il radicamento M5S nei territori e che sarà un cardine per cercare un rilancio dopo il crollo nelle preferenze.

 

paragone paragone

Ovviamente a tenere insieme come collante la galassia del Movimento c'è Grillo. Il garante - grande assente nella campagna elettorale - rimane la stella polare con cui confrontarsi (è il caso di Di Maio e del suo pranzo a Bibbona) e che viene spesso tirata in ballo per lamentele o richieste. Parallelamente a lui, c' è Davide Casaleggio, che è la mente della piattaforma Rousseau, cuore dell' azione web Cinque Stelle .

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MAMMA! MORMORA LEONARDINO… - L’AFFETTUOSO INCONTRO TRA LA VEDOVA DEL VECCHIO, NICOLETTA ZAMPILLO, CON IL VIVACISSIMO FIGLIO LEONARDO MARIA, IN DECOLLO PER LA “FEBBRE DEL SABATO SERA” MILANESE: "CHIODO" AL POSTO DEL DOPPIOPETTO MANAGERIALE - DAL 27 GIUGNO 2022, SONO TRASCORSI OLTRE DUE ANNI DALLA SCOMPARSA DI DEL VECCHIO E LA GUERRA SULL’EREDITÀ TRA GLI 8 EREDI SI E’ INGARBUGLIATA DEFINITIVAMENTE QUANDO È ESPLOSO IL CASO DEGLI SPIONI MILANESI DI EQUALIZE SRL, DOVE TRA I CLIENTI PIU’ DOVIZIOSI SBUCA LEONARDINO CHE ‘’VORREBBE MONITORARE IL FRATELLO MAGGIORE CLAUDIO DEL VECCHIO E UN CONSULENTE CHE STA VICINO A UNA DELLE SUE SORELLE, PAOLA DEL VECCHIO…”

AL QUIRINALE HANNO LE PALLE PIENE DI MALUMORE PER LE SPARATE ANTI-GIUDICI DEL GOVERNO DUCIONI: "NEANCHE AI TEMPI DI BERLUSCONI..." - SERGIO MATTARELLA, CHE È IL CAPO DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, È IRRITATO PER IL CLIMA DI DELEGITTIMAZIONE COSTANTE DELLE TOGHE DA PARTE DELLA MELONI E DEI SALVINI – L’AMMISSIONE PRESIDENZIALE (“PIÙ VOLTE HO PROMULGATO LEGGI CHE RITENEVO SBAGLIATE E INOPPORTUNE”) SPIEGA BENE IL CLIMA DI INSOFFERENZA VISSUTO AL COLLE - DI SCAZZO IN SCAZZO, MATTARELLA, DEPOSTA LA MASCHERA DA "MUMMIA SICULA", POTREBBE RISPONDERE IL 31 DICEMBRE, SCODELLANDO UN DURISSIMO DISCORSO DI FINE ANNO IN MODALITA' COSSIGA: UNA PICCONATA DOPO L'ALTRA…

DAGOREPORT – LA MEGALOMANIA DI LETIZIA MORATTI NON HA LIMITE: NON PAGA DEI FLOPPONI ALLE REGIONALI E ALLE EUROPEE, SI AUTO-CANDIDA A SINDACO DI MILANO. E HA FATTO UNA “PROPOSTA INDECENTE” A MARINA E PIER SILVIO: LA SIGNORA BRICHETTO VORREBBE RILEVARE UNA QUOTA DELLA FIDEIUSSIONE BANCARIA DA PIÙ DI 90 MILIONI CON CUI I FRATELLI BERLUSCONI SONO DIVENTATI “PROPRIETARI” DI FORZA ITALIA. RISPOSTA? NO, GRAZIE – I RAPPORTI TRA LA FAMIGLIA DEL CAV E TAJANI NON SI RASSERENANO…

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...