GIORGIA È FINITA IN UN LABIRINTO – I CONSERVATORI EUROPEI DOMANI INCONTRANO VON DER LEYEN E DECIDERANNO SE VOTARE O NO LA RICONFERMA DELLA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE – CON L'APPOGGIO DEI VERDI A URSULA, LA DECISIONE DELLA MELONI NON È PIÙ DECISIVA. MA SEGNERÀ IL CAMMINO EUROPEO PER L'ITALIA – UN EVENTUALE NO AVRA’ CONSEGUENZE NELLE TRATTATIVE SU PATTO DI STABILITÀ, FINANZIARIA E NOMINA DEI COMMISSARI – AL MOMENTO L'IPOTESI PIÙ PROBABILE PER ECR È QUELLA DELL'ASTENSIONE…

-

Condividi questo articolo


1. LA VIA STRETTA DI MELONI

Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

ursula von der leyen giorgia meloni ursula von der leyen giorgia meloni

L'appuntamento che deciderà le sorti del voto di Giorgia Meloni a favore della conferma o meno di Ursula von der Leyen è fissato per domani. A Strasburgo – probabilmente in mattinata – la presidente della Commissione europea incontrerà il gruppo dei Conservatori europei, di cui la premier è leader. Più passano i giorni, più Meloni si trova dentro un labirinto politico.

 

Ieri il leader di Alleanza verdi e sinistra Angelo Bonelli ha annunciato un «sì condizionato» alla conferma della tedesca. Ha condito l'annuncio con un paio di passaggi urticanti per Fratelli d'Italia: «I nostri punti imprescindibili sono la difesa delle politiche sul clima» e «il no all'ingresso nella maggioranza sia dei Patrioti (il gruppo che unisce Salvini e Le Pen, ndr) che di Ecr».

 

GIORGIA MELONI E VIKTOR ORBAN AL CONSIGLIO EUROPEO GIORGIA MELONI E VIKTOR ORBAN AL CONSIGLIO EUROPEO

Un sì che conferma il probabile sostegno di gran parte della pattuglia verde alla conferma della tedesca: se così sarà, sulla carta Von der Leyen si presenterà al voto di giovedì con una maggioranza solidissima. I conti sono presto fatti: 188 popolari, 136 socialisti, 77 liberali, 51 verdi: in tutto 452 voti, ai quali occorre però sottrarre una ventina di aperti dissidenti.

 

In ogni caso una base di partenza di circa 430 voti, e perla conferma ne servono 361 su 720. Per scongiurare ulteriori defezioni – non mancano nemmeno dentro al variegato gruppo del suo partito – i Popolari europei ieri hanno pubblicato un post su X in cui hanno confermato il sostegno «a una leadership forte per un'Europa forte».

 

ursula von der leyen meloni ursula von der leyen meloni

A complicare ulteriormente il quadro politico per Meloni c'è il fallito attentato a Donald Trump: la pattuglia dei Patrioti, ormai competitor europeo a destra di Ecr, è il più entusiasta sostenitore della rielezione del Tycoon a presidente degli Stati Uniti. Meloni, stretta nei complicati panni di premier di un governo di coalizione, non può mostrarsi altrettanto entusiasta mentre Joe Biden è nel mirino per le precarie condizioni di salute.

 

[…]

 

 Giovedì la pattuglia di Ecr potrebbe presentarsi in aula a Strasburgo senza una posizione definita, e decidere che fare dopo aver ascoltato il discorso di Von der Leyen. Per il partito della premier e gli altri alleati di Ecr i passaggi attesi sono tre: sull'immigrazione, la transizione energetica, un'Europa più orientata a uno spirito federale piuttosto che alla creazione di un «super Stato».

 

Se Von der Leyen vorrà il voto di Ecr – o quantomeno la loro astensione – dovrà pronunciare un discorso molto democristiano: su tutti e tre i temi socialisti e verdi hanno un approccio lontano da quello dei Conservatori.

 

[…]

 

URSULA VON DER LEYEN - GIORGIA MELONI - OLAF SCHOLZ URSULA VON DER LEYEN - GIORGIA MELONI - OLAF SCHOLZ

Sia come sia, l'eventuale no del partito della premier avrebbe conseguenze politiche rilevanti per l'Italia. Meloni deve fare i conti da un lato con il sì entusiasta del partito di un vicepremier (Antonio Tajani) dall'altra con l'aperta ostilità della Lega di Matteo Salvini. Se il pendolo oscillerà dalla parte di Forza Italia e dei Popolari, Meloni potrà rivendicare una vicepresidenza esecutiva per Raffaele Fitto, candidato a una poltrona nella nuova Commissione.

 

Se la premier scegliesse la strada del no, il danno sarebbe anzitutto all'interesse nazionale. Un interesse che – per inciso – Salvini sta cinicamente addossando sulle sue spalle. —

 

2. IL CONFRONTO VON DER LEYEN-MELONI VERSO L’ASTENSIONE. MA TUTTO È APERTO

Estratto dell’articolo di Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”

 

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN

Con ogni probabilità, a meno di una mancanza di stile, che a Palazzo Chigi tendono ad escludere, oggi Ursula von der Leyen telefonerà a Giorgia Meloni. La previsione è fondata su un dato di cronaca: dopodomani, alle 9 del mattino, l’esponente tedesca che corre per un bis al vertice della Commissione europea, ha fissato un confronto politico con il gruppo che dell’Ecr, i Conservatori europei che fanno capo proprio alla premier.

 

[…]  Anticipare a Meloni, almeno in modo ufficioso, quello che dirà ai 78 deputati di Ecr sarebbe un atto di cortesia necessario, sicuramente utile anche per il prosieguo della trattativa sul posto riservato all’Italia in seno alla Commissione Ue. Una vicepresidenza operativa, come ha chiesto Meloni? O piuttosto un semplice Commissario con una delega che renda la nostra diplomazia comunque soddisfatta? La questione resta aperta.

 

raffaele fitto giorgia meloni raffaele fitto giorgia meloni

Nel governo della Ue il posto cui ambisce il governo italiano («puntiamo al massimo in base al nostro peso», ha detto la premier) è quantomeno un Commissario che abbia deleghe di prima fascia, dunque poteri regolatori esclusivi e un budget di spesa, insomma una delega che potrebbe anche essere la Concorrenza, il Bilancio o il Mercato Interno. Anche se qualcuno non esclude l’Industria, alla quale però mancano i requisiti accennati.

 

Meloni deciderà quello che il suo gruppo nazionale, quindi i 24 deputati di Fratelli d’Italia, voterà, probabilmente al fotofinish, giovedì mattina, quando von der Leyen parlerà di fronte al Parlamento e poi attenderà l’esito di un voto per nulla scontato. […]

 

giorgia meloni punto stampa a bruxelles 6 giorgia meloni punto stampa a bruxelles 6

Ma il voto dell’Ecr sarà comunque diversificato, al di là degli sforzi linguistici o programmatici di von der Leyen. Nel gruppo dei Conservatori le delegazioni di Polonia, Romania e Francia hanno annunciato il loro voto contrario. Mentre i deputati belgi e cechi, che esprimono (i belgi stanno formando il nuovo governo) anche un premier, come l’Italia, nel Consiglio europeo, sono orientati a dire di sì.

 

Il pacchetto di voti di cui dispone Meloni direttamente, quelli dei deputati di Fdi, resta dunque una delle incognite. A Palazzo Chigi scommettono su un filo rosso. Meloni, al di là delle trattative sul Commissario, potrebbe decidere in continuità con la scelta fatta all’ultimo Consiglio europeo: astensione.

 

giorgia meloni al consiglio europeo a bruxelles giorgia meloni al consiglio europeo a bruxelles

Tecnicamente, per le regole parlamentari europee, varrebbe come voto contrario, politicamente potrebbe significare un parere espresso con riserva. Ma tutto è comunque nella mani della premier, e non è da escludere né un voto negativo, né come sorpresa dell’ultimo minuto uno positivo.

 

Di sicuro, oltre alla partita del Commissario, contano i punti programmatici. Sull’immigrazione serve lo stesso impegno che von der Leyen ha dimostrato negli ultimi mesi. Poi un passo indietro rispetto a una transizione ecologica che molti Conservatori ritengono troppo ideologica.

 

E un altro passo indietro rispetto ad un’Europa federale, con troppe cessioni di sovranità a Bruxelles: sarebbero impegni che susciterebbero un sorriso nei deputati meloniani. Insomma la partita è aperta. […]

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – AVVISATE LA MELONA CHE URSULA LE HA RIFILATO UNA SOLA: DA’ A FITTO LA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA MA GLI CONCEDE UN PORTAFOGLIO DI SERIE B (E SULLA GESTIONE DEL PNRR LO HA “COMMISSARIATO” METTENDOGLI VICINO IL MASTINO LETTONE DOMBROVSKIS) - LE FORCHE CAUDINE PER IL PENNELLONE SALENTINO SARA' L’AUDIZIONE CON LA COMMISSIONE PARLAMENTARE CHE DOVRA’ VALUTARLO: IL COLLOQUIO E' IN INGLESE, LINGUA CHE FITTO PARLA A SPIZZICHI E BOCCONI - PER PASSARE L'ESAME, SERVIRA’ L’OK DEL PD (GRUPPO PIU' NUMEROSO TRA I SOCIALISTI DEL PSE) - MA I DEM SONO SPACCATI: ALCUNI SPINGONO PER IL NO, DECARO-ZINGARETTI PER IL SÌ, ELLY SCHLEIN TRACCHEGGIA MA SPERA CHE FITTO SI SCHIANTI IN AUDIZIONE PER FARLO SILURARE - IL CONTENTINO AI VERDI CON LE DELEGHE ALLA SPAGNOLA RIBERA E LA CACCIATA DEL “MAESTRINO” BRETON CHE STAVA SULLE PALLE A TUTTI, DA MACRON A URSULA...

CHI FERMERÀ ORCEL NELLA SCALATA A COMMERZBANK? UNICREDIT VUOLE CHIEDERE ALLA BCE IL VIA LIBERA PER PORTARE IL SUO CAPITALE DELL'ISTITUTO TEDESCO AL 30%, SOGLIA LIMITE PER LANCIARE L'OPA – DEUTSCHE BANK POTREBBE RILANCIARE MA HA I CAPITALI PER UNA FAIDA BANCARIA? – IL VERO OSTACOLO PER ORCEL SONO I SINDACATI TEDESCHI, CHE TEMONO UNA PESANTE SFORBICIATA AI POSTI DI LAVORO. ANCHE PERCHÉ LA GERMANIA VIVE UNA CRISI ECONOMICA PESANTE, COME DIMOSTRA IL CASO VOLKSWAGEN, CHE MINACCIA DI FARE FUORI 15 MILA DIPENDENTI…

DAGOREPORT - TUTTI A BACIARE LA PANTOFOLA DEL PRIMO PORTANTINO D'ITALIA, OGGI “RE DELLE CLINICHE” ED EDITORE DEL MELONISMO MEDIATICO, ANTONIO ANGELUCCI: CENA PLACÉE CON OLTRE 200 INVITATI NELLA SUA VILLONA SULL’APPIA ANTICA - LA PRIMA A FESTEGGIARE I PRIMI 80 ANNI È STATA GIORGIA MELONI - SALVINI COCCOLATO DA TUTTI DOPO LA RICHIESTA DI CONDANNA PER IL CASO "OPEN ARMS" - PRESENTI I MINISTRI CROSETTO, SCHILLACI, TAJANI E PIANTEDOSI, ASSENTI INVECE SANTANCHE’ E LOLLOBRIGIDA - PIU' GARRULO CHE MAI MATTEO RENZI. NESSUNO HA AVVISTATO BELPIETRO, CLAUDIO LOTITO E ANDREA GIAMBRUNO - CARFAGNA, SALLUSTI, CERNO, CHIOCCI, RONZULLI, BISIGNANI, LUPI, MALAGO', LUZI ETC.: ECCO CHI C'ERA - FUOCHI D’ARTIFICIO, SIGARI FATTI A MANO E SHOW DELL’ELVIS AL TORTELLO, ALESSANDRO RISTORI, STAR DEL TWIGA

DAGOREPORT - SE LA MELONA NON L'HA PRESO BENE, TAJANI L'HA PRESO MALISSIMO L’INCONTRO TRA MARIO DRAGHI E MARINA BERLUSCONI, ORGANIZZATO DA GIANNI LETTA: NON SOLO NON ERA STATO INVITATO MA ERA STATO TENUTO COMPLETAMENTE ALL'OSCURO - L’EX MONARCHICO DELLA CIOCIARIA TREMA PER I SUOI ORTICELLI, PRESENTI E FUTURI: SE PIER SILVIO ALLE PROSSIME POLITICHE DECIDERA' DI SCENDERE IN CAMPO E PRENDERSI FORZA ITALIA, A LUI NON RESTERA' CHE ANDARE AI GIARDINETTI - E NEL 2029 PIO DESIDERIO DI ESSERE IL PRIMO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI CENTRODESTRA (ALMENO QUESTA E’ LA PROMESSA CHE GLI HA FATTO LA DUCETTA, IN CAMBIO DI NON ROMPERE TROPPO I COJONI A PALAZZO CHIGI)

FLASH! - COME MAI TOTI HA PREFERITO IL PATTEGGIAMENTO, QUINDI AMMETTENDO LA FONDATEZZA DELLE ACCUSE, AL MONUMENTO DI MARTIRE DELLA MAGISTRATURA CRUDELE, CHE ERA L'ASSO NELLA MANICA DEL CENTRODESTRA PER SPERARE DI MANTENERE IL POTERE IN LIGURIA? SEMPLICE: QUANDO, ANZICHE' CANDIDARE LA SUA FEDELISSIMA ILARIA CAVO, MELONI HA SCELTO IL SINDACO DI GENOVA, ANDREA BUCCI, LI HA SFANCULATI - E PER FAR VEDERE CHE TOTI CONTA ANCORA, PRESENTERA' LA PROPRIA LISTA CIVICA PER FAR ELEGGERE L'ADORATA CAVO...