Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “La Stampa”
Chi ammette candidamente il perché della decisione - senza precedenti nella storia repubblicana - è il capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli: «La maggioranza non presenterà emendamenti alla legge di Bilancio per dare un segnale di compattezza ai mercati».
Il giorno cerchiato sull'agenda di Palazzo Chigi è il 17 novembre, quando arriverà l'aggiornamento del giudizio di Moody's sull'affidabilità del debito italiano. Giorgia Meloni sa che se dall'agenzia di rating americana arrivasse una bocciatura, il governo entrerebbe di fatto in crisi. E così ieri mattina […] la premier […] non ha usato giri di parole: «Dovete dire ai vostri parlamentari che non ci sarà spazio per modifiche se non quelle preventivamente concordate qui dentro».
PAOLO BARELLI - LICIA RONZULLI - ANTONIO TAJANI
Per dare forza alla scelta politica, i tre lo hanno scritto in una nota ufficiale diffusa a fine vertice. «Il testo della Finanziaria sarà trasmesso oggi al Parlamento (ieri per chi legge, ndr) e verrà approvata in maniera spedita senza emendamenti». La realtà è solo lievemente diversa.
Un testo in Parlamento ieri pomeriggio è stato inviato, ma in via informale, in attesa del bollino della Ragioneria dello Stato e la firma di Sergio Mattarella, arrivate poco prima delle 22. Alle 15 di oggi è convocata la commissione Bilancio. Le insidie possono arrivare da lì, perché la maggioranza può contare su due soli voti di scarto garantiti da due parlamentari che in passato hanno fatto perdere il sonno a Meloni: Claudio Lotito e Dario Damiani, entrambi di Forza Italia.
GIORGIA MELONI ALLA FIERA DEL TARTUFO DI ACQUALAGNA
Se la pressione dei parlamentari dovesse costringere il governo ad accogliere modifiche, la premier ha il piano B in tasca: la presentazione di singole modifiche firmate dal governo, in commissione o in aula.
[…] Per il governo la Finanziaria zero emendamenti (o quasi) è una scelta obbligata. Due terzi delle spese, quelle necessarie a confermare la decontribuzione per i redditi più bassi, è senza copertura.
Per far accettare ai mercati sedici miliardi di deficit […] è necessaria una stampella solida sull'altro terzo di spese. Le nuove entrate e i tagli […] verranno garantite essenzialmente da tre misure: una stretta alle pensioni seconda solo a quella del governo Monti; una mini-patrimoniale selettiva sugli immobili utilizzati per gli affitti brevi o che hanno beneficiato del superbonus; la stretta ai pignoramenti dei conti correnti di chi evade il fisco.
giorgia meloni giancarlo giorgetti
Per Tajani e il suo partito l'aumento di cinque punti della cedolare secca sugli affitti (dal 21 al 26 per cento) non è un boccone facile da digerire. Le pressioni sul ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti per cancellare la stretta hanno ottenuto un piccolo compromesso: la stretta sarà evitata a chi possiede un solo immobile. In un provvedimento separato ci sarà l'introduzione di un codice identificativo per tracciare gli immobili di chi affitta in nero. Ma si tratta di un ritocco estetico, più o meno simile a quello ottenuto da Salvini per non far sembrare tale la stretta sulle pensioni e i tagli agli assegni per l'uscita anticipata dal lavoro.
GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - PONTE SULLO STRETTO E LEGGE FORNERO - VIGNETTA BY OSHO
[…] Resta da risolvere anche il caso della Rai, a cui Salvini ha voluto ridurre la quota di risorse garantite dal canone nella bolletta energetica (scende da 90 a 70 euro l'anno) e a cui occorre restituire la differenza con la fiscalità generale. L'ultima bozza indica 430 milioni, ma non sarebbero sufficienti. L'alternativa è la modifica ai tetti pubblicitari, un'ipotesi che ha fatto sobbalzare dalla sedia i vertici di Mediaset e quelli di Forza Italia.
giorgia meloni al consiglio europeo antonio tajani giorgia meloni giancarlo giorgetti giorgia meloni con il sindaco di acqualagna, luca lisi GIORGIA MELONI GIANCARLO GIORGETTI