GIROLAMINI CHE SCOTTANO: DALLE CARTE DELL’INCHIESTA SULLA BIBLIOTECA SPUNTA DELL’UTRI - SU GIGGINO ARRIVA LA “TEMPESTA NARDUCCI”: L’EX PM ANTICAMORRA HA DECISO DI MOLLARE IL SINDACO ‘ARANCIONE’ LASCIANDO LA GIUNTA - PD E SEL SONO PRONTI AD AZZANNARE DE MAGISTRIS IN DIFESA DEL PM DI CALCIOPOLI E DEL PROCESSO A COSENTINO - AL COMUNE POTREBBE ESSERE DICHIARATO IL DISSESTO…

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NARDUCCI E DE MAGISTRIS AL GAY PRIDENARDUCCI E DE MAGISTRIS AL GAY PRIDE

Carlo Tarallo per Dagospia

1- Ucci ucci, se ne va pure Narducci! Ancora qualche giorno e, stando a spifferi ormai praticamente univoci, l'assessore Pino Narducci sfanculerà definitivamente il suo ex amico Luigi De Magistris. L'ex Pm di Calciopoli e del processo a Nicola Cosentino ha capito che ormai la sua permanenza nella "giunta arancione" è vissuta come un peso dai colleghi e dal narcisindaco. Lascerà la giunta tra qualche giorno, salvo imprevisti ormai altamente improbabili, e spiegherà il perché e il percome, probabilmente attraverso una lettera indirizzata a Giggino 'a Manetta.

BIBLIOTECA DEI GIROLAMINI A NAPOLI jpegBIBLIOTECA DEI GIROLAMINI A NAPOLI jpeg

Insanabile ormai la frattura tra i due ex magistrati, sia dal punto di vista politico che personale. Da quando De Magistris ha rivelato pubblicamente che fu Narducci, attraverso un sms, a chiedergli di entrare in giunta, i due nemmeno si parlano più. Quell'allusione a "difficoltà in magistratura" che avrebbero indotto Narducci a impegnarsi in politica è stata una coltellata per l'ex magistrato della Procura di Napoli. E chi ha avuto modo di sentirlo in queste ore racconta di un uomo "deluso, amareggiato, indignato, nauseato, lasciato solo".

Marino Massimo De CaroMarino Massimo De Caro

Un Narducci che sarebbe allibito per la "delegittimazione" del suo operato che, a causa del bordello politico che si è scatenato attorno alla sua figura, rischierebbe di penalizzare anche il suo lavoro da magistrato. Ma quali deleghe ha (aveva) Narducci? Molte e delicatissime: gare e contratti, coordinamento per la realizzazione di lavori e opere pubbliche, avvocatura, polizia urbana, beni confiscati, racket e usura, politiche anticorruzione.

MARCELLO DELLUTRIMARCELLO DELLUTRI

Chiamato in giunta per il suo impegno anticamorra e la sua esperienza nel contrasto alle infiltrazioni dei clan negli appalti pubblici, ora da quella stessa giunta viene spinto fuori, per la gioia del Pdl (che aveva criticato aspramente la nomina) e dei centri sociali. Andrà via insieme a un altro assessore di peso, Riccardo Realfonzo?

2- Qui la vicenda si complica, e spunta un pronostico - choc: l'assessore al Bilancio, sulla graticola da settimane, potrebbe in realtà dichiarare il dissesto del Comune di Napoli e dunque andare via automaticamente con l'arrivo del commissario. Un'ipotesi tutt'altro che fantasiosa: non a caso iniziano a comparire sui giornali accuse alle amministrazioni comunali precedenti sulla gestione delle casse comunali.

CALDORO STEFANOCALDORO STEFANO

In ogni caso: dopo Raphael Rossi, chiamato da De Magistris al vertice di Asìa (l'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti in città) per risolvere l'emergenza-munnezza e "invitato" ad andarsene sei mesi dopo, per motivi ancora tutti da chiarire, ora anche Narducci e Realfonzo sono sul piede di partenza: tre "assi" che nel giro di un anno avrebbero così traumaticamente concluso la loro esperienza nella squadra di governo di Luigi De Magistris. Perché?

3- E' questa la domanda che si fanno gli addetti ai livori: intanto, l'addio di Narducci stopperà il dialogo tra Pd, Sel e "arancioni". Il Partito Democratico e i vendoliani difenderanno l'operato di Pino Narducci: sono già pronti a scendere in campo per chiedere a Giggino di chiarire pubblicamente, senza lasciare zone d'ombra, i motivi di tutti questi addii. E soprattutto: non entrerebbero mai in giunta "al posto di Narducci e Realfonzo". Ecco come un altissimo dirigente sinistrato anticipa a Dago come si preparano piddini e vendoliani ad affrontare la tempesta che sta per abbattersi su De Magistris.

RICCARDO REALFONZORICCARDO REALFONZO

"Per quanto ci riguarda - spiffera la fonte - non entreremo mai in giunta al posto di Pino Narducci o Riccardo Realfonzo. Anzi: se davvero Narducci andrà via sbattendo la porta, chiederemo al sindaco di dire tutta la verità su quello che è successo, poiché il nostro giudizio sull'operato dell'ex Pm come assessore è positivo. Il problema è quello della credibilità della cosiddetta rivoluzione arancione, che sta facendo scappare via i suoi uomini più rappresentativi...".

4- Dite a Stefano Caldoro che dovrebbe fare in fretta a nominare l'assessore donna necessario a sanare l'equilibrio delle "quote rosa" nella Giunta Regionale. Le tre aspiranti (Antonia Ruggiero, in pole; Daniela Nugnes e Bianca D'Angelo, tutte e tre già elette in consiglio) non ne possono più di sentirsi dire "ogni giorno può essere quello buono" e quindi essere costrette a indossare tailleur e tacchi istituzionali ogni sacrosanta mattina. Aridatece il jeans! Avviso bis (sempre a Caldoragistris): per quel che riguarda i Patonza's, una volta nominata l'assessore donna la vicenda rimpasto non interessa più una beata mazza al Pdl. Ergo, se si vuole cambiare qualche altro assessore (leggi: fare posto a Fulvio Martusciello) la decisione sarà tutta del Governatore...

5- Tarantella-Girolamini: spunta anche il nome di Marcello Dell'Utri dalle carte dell'inchiesta della Procura di Napoli che ha portato all'arresto dell'ex direttore della Biblioteca Marino Massimo De Caro, accusato della sottrazione di volumi preziosi. Lo scrive il gip Francesca Ferri nell'ordinanza di custodia cautelare, riferendosi a un "tentativo" di perquisizione di un appartamento di via Crispi a Roma le cui utenze telefoniche risultano intestate a De Caro.

ANTONIA RUGGIEROANTONIA RUGGIERO

L'appartamento risultò essere anche sede del Circolo del buongoverno, associazione che fa capo a Dell'Utri. Il giorno fissato per la perquisizione ai carabinieri fu fatto notare che nei locali ha sede la segreteria politica di Dell'Utri. A questo punto, i carabinieri decisero di non dare corso alla perquisizione "per il rispetto dovuto alle prerogative parlamentari" di Dell'Utri "tutelate dalla Costituzione". Per il gip, tuttavia, si trattò di un "atto di depistaggio".

 

 

 

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