GUERRIGLIA CONTRO IL “RENZUSCONI” - PIÙ IL GOVERNO STRINGE I TEMPI SULLA RIFORMA ELETTORALE, PIÙ CRESCE IL FUOCO DI SBARRAMENTO - UNA PARTE DEL PD, DI SPONDA CON IL M5S, VUOLE FAR SLITTARE L’ITALICUM A DOPO L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (NAPO SI DIMETTERÀ TRA IL 15 E IL 20 GENNAIO)

Sulle riforme si scaricano le lotte di potere dentro FI, le velleità della minoranza del Pd contro Renzi, e le incognite dell’inchiesta giudiziaria al Comune di Roma e alla Regione Lazio: tutto nella cornice della tenuta economica dell’Italia. Su questo sfondo prosperano le “cieche contrapposizioni” additate da Napolitano…

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Massimo Franco per il “Corriere della Sera

 

Matteo Renzi e berlusconi Matteo Renzi e berlusconi

Lo scontro è tutto sui tempi. E più il governo mostra di volerli stringere, per arrivare a fine anno con un primo sì alla riforma elettorale in Senato, più si moltiplicano i segnali conflittuali degli avversari. L’approvazione ieri alla Camera di un emendamento che elimina i senatori a vita di nomina del Quirinale è stato votato da M5S, Lega, minoranza del Pd e un berlusconiano; umiliando la maggioranza.
 

C’è chi l’ha subito letta come una sorta di ritorsione politica contro il partito del premier, che al Senato ha evocato il ritorno alla legge Mattarella del 1993: un sistema elettorale temuto da tutti meno che dal Pd, e indicato da Palazzo Chigi come una soluzione-ponte in attesa dell’approvazione dell’Italicum.
 

Ma per forza di cose, l’episodio diventa anche l’ennesima prova della faida contro il patto del Nazareno tra premier e Silvio Berlusconi; e delle difficoltà in vista delle elezioni per il Quirinale. Matteo Renzi ha un’ulteriore conferma di una fronda parlamentare pronta a boicottare Palazzo Chigi; e soprattutto decisa a far slittare l’Italicum a dopo la battaglia sul prossimo capo dello Stato, d’intesa con FI. 
 

MATTEO RENZI ROBERTO GIACHETTI FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI ROBERTO GIACHETTI FOTO LAPRESSE

È un «fuoco amico» che fa chiedere al vicepresidente della Camera Roberto Giachetti «elezioni anticipate». Episodi come quello dei senatori a vita di ieri, però, sembrano fatti proprio per scansarle.
 

«Pensano di intimidirci mandandoci sotto per far vedere che esistono: a costo di votare con Grillo e Salvini», li accusa Renzi. Sa che l'obiettivo è di sabotare il percorso rapido ipotizzato da Palazzo Chigi; e spostare più in avanti possibile il perfezionamento di una nuova legge elettorale che consentirebbe a Renzi di andare alle urne: nonostante il premier smentisca questa intenzione col vicesegretario Lorenzo Guerini.
 

napolitano napolitano

La riesumazione del Mattarellum suona come un’arma di pressione su Silvio Berlusconi, perché si pieghi all’Italicum rivisto e corretto da Partito democratico e Nuovo centrodestra.
Se davvero fosse quella la soluzione, «farei un applauso scrosciante», ammette l’ex segretario Pier Luigi Bersani. Ma è un favore che difficilmente il Pd otterrà: lo proietterebbe verso una vittoria quasi certa. E Renzi spera che alla fine Berlusconi opti per l’Italicum come male minore. Il problema è quando.
 

matteo salvini e marine le pen ballano in pista 4 matteo salvini e marine le pen ballano in pista 4

È verosimile che Napolitano si dimetta tra il 15 e il 20 gennaio, dopo che il premier avrà ufficializzato la fine del semestre di presidenza italiana dell’Europa.

 

Vorrebbe dire concedere al governo altre due settimane per approvare la legge elettorale.
Le resistenze sono trasversali. Ed è da ritenersi che aumenteranno. Sulle riforme si scaricano le lotte di potere dentro FI, le velleità della minoranza del Pd contro Renzi, e le incognite dell’inchiesta giudiziaria al Comune di Roma e alla Regione Lazio: tutto nella cornice della tenuta economica dell’Italia. Su questo sfondo prosperano le «cieche contrapposizioni» additate da Napolitano; e un’antipolitica che sparge paura e veleni a piene mani. 

BEPPE GRILLO - MOVIMENTO 5 STELLE BEPPE GRILLO - MOVIMENTO 5 STELLE

 

 

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