IMMUNITÀ DI GREGGIO - IL PREZZO DEL PETROLIO SCHIZZA AI MASSIMI DA SETTE ANNI MA LO "SCUDO" PER PROTEGGERSI DAI RINCARI DIVIDE L'UNIONE EUROPEA: C'È UN GRUPPO DI GOVERNI CHE VORREBBE AGIRE SUBITO E PARTNER CHE INVECE FRENANO - ITALIA, FRANCIA E SPAGNA CHIEDONO ACQUISTI COMUNI DI GAS, I NORDICI NON CI STANNO - LA FRANCIA NE APPROFITTA PER RILANCIARE LA PRODUZIONE DEL NUCLEARE E LA COMMISSIONE APRE...

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Emanuele Bonini per "La Stampa"

 

rincaro petrolio rincaro petrolio

La necessità di una cabina di regia europea per risposte comuni al momento non è condivisa da tutti. L'Europa degli Stati di fronte al caro energia stenta a compattarsi. C'è un gruppo di governi che vorrebbe agire, e subito, e partner che invece frenano.

 

L'Eurogruppo di Lussemburgo, dove la questione dei rincari energetici è entrata prepotentemente in agenda, non risolve il problema, a cui se ne aggiungono di nuovi. L'ipotesi di un aumento della produzione di petrolio da parte dell'Opec, che ieri ha lievemente alzato l'offerta spedendo il greggio ai massimi dal 2014, sarebbe contro il principio di sostenibilità del green deal europeo, e la Francia ne approfitta per rilanciare il nucleare in nome di ecologia e minor dipendenza esterna.

 

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Francia, Spagna, Italia e Grecia invocano una soluzione europea. Vorrebbero che questa crisi energetica fosse gestita come quella sanitaria. «Due cose diverse», dice il commissario per l'Economia, Paolo Gentiloni, a ricordare la posta in gioco. Per una materia dove l'esecutivo comunitario non ha competenze esclusive, serve un mandato degli Stati, che al momento non c'è.

 

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Parigi propone una migliore regolamentazione del mercato dell'energia e degli stock, oltre a legare il prezzo in bolletta al costo medio di produzione dell'elettricità di ciascuno Stato membro.

 

Madrid invoca riserve strategiche. I nordici pongono un veto. «La situazione non è simile dappertutto», la posizione della Finlandia, espressa dalla ministra delle Finanze, Annika Saarikko. Inoltre la Commissione ritiene l'impennata dei prezzi frutto di effetti temporanei, e tra i 27 c'è dunque chi ritiene che non ci siano le condizioni per agire com'è stato per la pandemia.

 

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Ancora, l'intervento sui costi finali dell'energia ha a che fare con la tutela dei consumatori, che per i nordici «dovrebbe rimanere di competenza nazionale». Servirà tempo. Il dossier peraltro non si esaurisce in sede di Eurogruppo. Si pone la questione della sicurezza degli approvvigionamenti, per cui è responsabile il consesso dei ministri per l'Energia.

 

Lussemburgo è solo un primo momento di confronto destinato a proseguire, a più livelli. La Spagna ha chiesto che del caro-energia si discuta al prossimo vertice dei capi di Stato e di governo (21 e 22 ottobre). Alla luce di questo dibattito al momento non in grado di polarizzare consensi, slitta la proposta della Commissione per calmierare i prezzi.

 

petrolio 3 petrolio 3

C'è sullo sfondo la possibilità di un aumento della produzione di petrolio. I Paesi produttori ci stanno ragionando. Per ora il gruppo Opec+ rinvia il vero aumento dell'offerta alla prossima riunione del 4 novembre. Gli europei fanno finta di nulla. Un maggiore ricorso al greggio non impatterebbe sugli obiettivi di sostenibilità che l'Unione si è posta, ma la Francia ne approfitta per rilanciare la produzione del nucleare, e la Commissione apre. «È importante riconoscerne il ruolo come energia a basse emissioni di carbonio nel mix energetico generale e per i nostri sforzi di riduzione di CO2», sostiene Valdis Dombrovskis. Gazprom, il fornitore russo, è pronto a pompare gas all'interno del condotto Nordstream 2. Vorrebbe rendere disponibili circa 5,6 miliardi di metri cubi entro la fine dell'anno.

 

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La conduttura del mar Baltico è in corso di riempimento, e l'erogazione potrebbe iniziare già questo mese. Un'operazione che spinge l'Unione nella braccia del Cremlino, e che potrebbe avere ripercussioni sui listini. La Commissione invita il «coordinamento» a non procedere in ordine sparso.

 

barili petrolio barili petrolio

Ma al momento l'Europa degli Stati ancora non ha un'unità di intenti, e Bruxelles, quando verranno svelate le carte, innanzitutto spiegherà cosa i singoli Paesi possono fare sulla base delle regole esistenti. Il cambio di passo per contrastare l'impennata dei prezzi è rinviato ad altra data.

 

treni pieni di petrolio parcheggiati nelle stazioni treni pieni di petrolio parcheggiati nelle stazioni petrolio petrolio

 

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