Estratto dell’articolo di Alessandra Ghisleri per “la Stampa”
giorgia meloni sergio mattarella
Il clima politico in cui stiamo vivendo ha messo ancora una volta in discussione il tema della Costituzione. I partiti sempre in cerca di argomenti identitari per legittimare le loro competizioni elettorali e a volte anche oscurare altre vertenze molto più complesse e complicate, sentono forte il loro ruolo di mediatori tra gli elettori e i possibili candidati da eleggere […]
Molte esperienze del passato hanno infatti dimostrato che le riforme votate in parlamento non trovano sempre successo tra gli elettori e la storia ne mette in luce in maniera cruda le loro debolezze. In tutto questo Presidenzialismo e Premierato sono ragioni che inseguono le attenzioni degli italiani, si può dire, dal passaggio tra la prima e la seconda repubblica, con la discesa in campo di Silvio Berlusconi, ormai da più o meno 30 anni.
[…] Oggi a quasi 8 mesi dalle elezioni il dato delle persone favorevoli al Presidenzialismo – si posiziona al 46.6%, distaccando di 10 punti i contrari (36. 8%). Tuttavia dalla campagna elettorale estiva dello scorso anno ad oggi si sono persi quasi 6 punti percentuali (5.7%) tra coloro che si dichiarano bendisposti a votare la proposta. Osservando i cambiamenti nella storia istituzionale del nostro Paese ci si accorge che la fine del Governo Renzi, con il disastro del referendum del 4 dicembre 2016, i favorevoli calano al 41.2%; un dato medio dell'anno simbolico e coincidente con il risultato referendario dei Sì del 4 dicembre 2016: 40.04% (12.708.172 voti a favore – fonte Ministero dell'Interno).
giorgia meloni ignazio la russa sergio mattarella
[…] A livello di partiti quelli schierati con il centrodestra approverebbero il Presidenzialismo con dati superiori al 70%, mentre di contro Partito Democratico e i suoi alleati con il Movimento 5 Stelle trovano le loro maggioranze schierate sui pareri contrari. In linea con il dato nazionale sono gli elettori del Terzo polo, Azione con Italia Viva. In termini di Premierato, riforma che prevedrebbe la scelta del capo del governo da parte dell'elettorato, i giudizi sono più freddi e un po' meno evidenti, forse anche perché ormai nelle campagne elettorali nazionali l'indicazione del Premier è nota e coincide quasi sempre con il leader del partito che raccoglie più voti all'interno della coalizione vincente.
PRESIDENZIALISMO - IL PARERE DEGLI ITALIANI
Con il bipolarismo era facile identificare i possibili candidati alla Presidenza del Consiglio: Prodi vs Berlusconi, Rutelli vs Berlusconi, Veltroni vs Berlusconi… pur in presenza di un sistema parlamentare. Con l'avvento del Movimento 5 Stelle questa "usanza" è andata a perdere il suo credo. Non a caso, nel 2018, Giuseppe Conte è diventato Premier non eletto in parlamento. Ad oggi il 42% si dichiara favorevole a questa proposta di riforma e tra loro si schiera, anche in questo caso, la maggioranza del popolo del centro destra.
Tra i contrari (32.4%) emergono i partiti delle opposizioni. Spicca il giudizio degli elettori del 3° Polo che si dichiarano favorevoli per il 58.5%. Anche sulla possibilità di istituire una Commissione Bicamerale costituita da esponenti di maggioranza e opposizione il 45.8% del campione nazionale si dichiara favorevole, mentre il 28. 2% contrario. Un cittadino su 4 non ha rilasciato il suo parere. Questi dati al momento non sembrano scuotere più di tanto il trend dei partiti che, nelle intenzioni di voto rimangono più o meno sullo stesso trend di 15 giorni fa. Perdono punti di percentuali Il Partito Democratico (-0.5%), Italia Viva (-0.4%), Forza Italia (-0.3%) e Fratelli d'Italia (-0.2%).
PRESIDENZIALISMO - IL PARERE DEGLI ITALIANI
Guadagnano circa mezzo punto percentuale Alleanza verdi e Sinistra (+0.6%) e il Movimento 5 Stelle (+0.5%). Il tema delle riforme rimane un claim molto utilizzato in campagna elettorale, per Giorgia Meloni è importante rimanere coerente con quanto annunciato durante tutta la sua storia politica. Del resto nel giorno delle consultazioni con i partiti delle opposizioni ha già iniziato i suoi cambiamenti cercando credibilità proprio nel cerimoniale che risultava agli occhi dei telespettatori molto simile a quello del Presidente della Repubblica.