1 - IL QUIRINALE E QUELLE TELEFONATE PER EVITARE LE DIMISSIONI DEL TECNICO
Marzio Breda per “il Corriere della Sera”
«Quante situazioni difficili abbiamo visto, noi che abbiamo i capelli bianchi Per ora, dunque, aspettiamo i numeretti». Ecco la formula con cui al Quirinale sdrammatizzavano, ieri pomeriggio, il passaggio cruciale di questa fase critica per il governo. […] Il presidente della Repubblica, che fin dall'inizio di questa partita si è speso per un compromesso in grado di tenere insieme il più possibile l' equilibrio dei conti (compatibilmente con le regole Ue) e le iniziative sulle quali spingono i partner della maggioranza.
[…] Sergio Mattarella, nel ruolo di «calmieratore» della crisi, voleva soprattutto che fossero evitati strappi con il ministro dell' Economia, dove la parola strappi sta per dimissioni, ovviamente. Ci sono stati momenti molto duri per Tria, assediato in via XX Settembre con i suoi tecnici.
[…] Probabile che Mattarella abbia qualche giorno temuto che a Tria saltassero i nervi e che cedesse le armi. Fonti parlamentari dicono che questo stesse per accadere ieri e raccontano di una concitata catena di telefonate tra il ministro e il Colle. Manca qualsiasi conferma. […]
Tra un po' di tempo forse sapremo com' è andata sul serio ieri. Conta l' esempio che questa faccenda ci dà della travagliatissima stagione che Mattarella deve affrontare. Con l' attenzione alla tenuta dei conti pubblici (che gli compete per dovere d' ufficio), unita alle polemiche per la nomina del suo vice al Csm e al calvario dei primi decreti-bandiera dell' esecutivo.
2 - MANOVRA: SALVINI, MERCATI SE NE FARANNO UNA RAGIONE
(ANSA) - La nota di aggiornamento al Def è "un passo verso la civiltà" secondo il vicepremier Matteo Salvini secondo il quale "i mercati se ne faranno una ragione". Così ha detto al suo arrivo al comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza a Milano.
3 - DI MAIO, NON VOGLIAMO ANDARE ALLO SCONTRO CON UE
(ANSA) - "Ora parte l'interlocuzione con l'Ue e con i grandi investitori privati e non abbiamo intenzione di andare allo scontro". Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio parlando a un convegno della decisione di portare il deficit/pil al 2,4%.