“IL MONDO È CAMBIATO, MA NON IN MEGLIO” – IL PRESIDENTE DELLA CORTE COSTITUZIONALE GIULIANO AMATO SALUTA I GIUDICI DELLA CONSULTA EVIDENZIANDO IL RISCHIO DEL "CAOS ISTITUZIONALE" SE “CIASCUN POTERE NON RISPETTA I SUOI LIMITI”. IL DOTTOR SOTTILE SI RIVOLGE AL PARLAMENTO: "DA LÌ ARRIVA IL SILENZIO OPPURE VOCI DISCORDI AL SUO INTERNO CHE BLOCCANO LE DECISIONI" - E HA PARLATO DI "BARRIERE NAZIONALI" CONTRO IL DIRITTO COMUNE EUROPEO - PER LA SUCCESSIONE SCIARRA, DE PRETIS O ZANON (LA SCELTA A MAGGIORANZA PERCHE’NON VALE IL CRITERIO DELL’ANZIANITA’)

-

Condividi questo articolo


Liana Milella per repubblica.it

 

GIULIANO AMATO GIULIANO AMATO

È commosso. E si vede. Giuliano Amato, il "dottor Sottile", chiude il suo lungo cammino costituzionale, nove anni alla Consulta, di cui uno da presidente. Giudice, professore, e notissimo uomo politico che lascia dietro di sé innovazioni importanti, come quella di consegnare al passato le udienze ingessate della Corte costituzionale a vantaggio di un vero contraddittorio tra giudici e avvocati.

 

Ma è l'Amato "politico" - due volte presidente del Consiglio, quattro volte ministro, e poi al vertice dell'Antitrust - che prevale. Con "moniti" importanti nel suo ultimo discorso in udienza. Come quando riflette sui cambiamenti in corso nel nostro pianeta e dice: "In questi nove anni il mondo è cambiato, ma non in meglio. Sono aumentati i conflitti tra gli Stati dentro e fuori l'Unione europea, dentro le nostre società statuali dove i sistemi politici si sono radicalizzati su temi valoriali e identitari, rendendo sempre più difficili situazioni condivise attorno, in primo luogo, proprio a quei temi. E non parlo solo dell'Italia, ma anche di altri paesi".

 

L'ultimo discorso

GIULIANO AMATO GIULIANO AMATO

Dura otto minuti l'ultimo discorso di Giuliano Amato da presidente della Corte. Si apre con un saluto a chi ha avuto lo stesso ruolo prima di lui, a cominciare da Giancarlo Coraggio, seduto in prima fila. Si chiude nel segno della continuità: "Il mio non è un testamento, ma nasce da un lavoro comune che oggi registra un cambio di timoniere, ma la rotta resta immutata".

 

I possibili successori

Già, la rotta della Corte che si avvia verso due appuntamenti, la nomina del successore di Amato che Mattarella farà in settimana, e martedì prossimo l'elezione del nuovo presidente, in lizza questa volta ben tre candidati, i più anziani di nomina, ma che hanno giurato lo stesso giorno, la lavorista Silvana Sciarra, l'amministrativista Daria de Pretis, il costituzionalista Nicolò Zanon.

 

 

 

 

Il mondo è cambiato

mario draghi giuliano amato mario draghi giuliano amato

Ma salutiamo Amato prima di tuffarci nelle indiscrezioni sul futuro della Corte. Partiamo dal suo breve speech. Denso di messaggi ai cittadini, al Parlamento, ai suoi stessi colleghi. Partendo dall'Europa che cambia e si scontra. Amato vede "la tentazione di far prevalere il diritto nazionale rispetto a quello comunitario" e cita i casi di Polonia, Ungheria e Romania. Vede "conflitti" che  "si ripercuotono sul lavoro delle Corti", affrontano "casi che mettono a dura prova soluzioni condivise, con barriere nazionali contro diritti comuni, con conflitti tra corti nazionali e Corte di giustizia europea". E da qui poi ecco un suo allarme: "Vedo dare e ridare fiato a tesi che pensavo sepolte sulla prevalenza di una giustizia esercitata in nome del popolo, strada che porta verso il caos istituzionale".

 

Dai conflitti internazionali all'Italia dove Amato rivendica il lavoro fatto dalla sua Corte: "Noi ci siamo fatti guidare sinora da due bussole fondamentali, quella della collaborazione istituzionale come veicolo per la responsabilità di ciascun tenendo conto delle ragioni e dei vincoli dell'altro". E cita il caso della sentenza Taricco sulla prescrizione definendolo "emblematico delle interpretazioni convergenti". La seconda "bussola" è "quella dell'equilibrio nella ricerca delle soluzioni". E a chi verrà dopo di lui raccomanda: "Mi auguro e vi auguro di continuare lungo questi binari, nonostante le tentazioni che i tempi sollecitano e che già qualcuno sta raccogliendo".

giuliano amato foto mezzelani gmt011 giuliano amato foto mezzelani gmt011

 

 

Il presidente batte sul tasto delle difficoltà decisionali del Parlamento che "cominciano a dar fiato a tesi secondo cui la giurisprudenza è fonte del diritto al pari della legislazione, legittimata dalla previsione costituzionale che la giustizia è amministrata in nome del popolo". E lancia un warning: "Se c'è una strada che porta dalle situazioni innegabilmente difficili al caos istituzionale, è questa. No, la soluzione non è che ciascuno dei poteri profitti delle difficoltà per fare ciò che gli pare giusto e che tuttavia tocca all'altro. L'esercizio responsabile, e certo non timido, del proprio potere è un dovere istituzionale, ma con il rispetto del suo limite, che è parte non rinunciabile della rule of law, chiunque sia a non rispettarlo, l'esecutivo come il giudiziario. Tutti rispondiamo ai nostri cittadini".

 

E proprio al tormentato rapporto con le Camere il presidente Amato dedica un'ulteriore riflessione. Perché, ricorda, le decisioni prese richiedono proprio il successivo intervento del Parlamento, "ma da lì poi arriva silenzio oppure voci discordi al suo interno che bloccano le decisioni". Mentre dalla Corte, come nel caso della maternità surrogata, non sono mai giunte "soluzioni che evocassero un apprezzamento etico sociale del Parlamento", bensì "l'invito a trovare soluzioni migliori nell'interesse del bambino".

 

giuliano amato riunione straordinaria della corte costituzionale 3 giuliano amato riunione straordinaria della corte costituzionale 3

Infine la nuova Consulta, quella di Amato con le sue innovazioni, a partire dal contraddittorio tra giudici e avvocati che ha messo da parete definitivamente una Corte ingessata. Amato la racconta così: "La Corte ha mutato le regole delle sue udienze con una riduzione degli interventi scritti a vantaggio della dialettica tra giudici e avvocati, in modo che la decisione sia figlia di una dialettica e non di una decisione unilaterale".

 

Sciarra e il libro di favole di Amato

Sapremo solo martedì prossimo chi diventerà presidente. Se la più "anziana" in termini anagrafici, e cioè Silvana Sciarra che ha 74 anni, oppure Daria de Pretis che ne ha 66 o Nicolò Zanon che ne ha 62. Anche se abitualmente non è questa età che conta ma quella di nomina. E per una singolare coincidenza tutti e tre gli aspiranti hanno la stessa "età", visto che sono entrati in carica l'11 novembre 2014. Sciarra fu votata dal Parlamento il 6 novembre 2014. Napolitano aveva indicato de Pretis e Zanon il 18 ottobre, proprio in polemica con le Camere per via delle continue fumate nere. Ma tutti e tre i giudici poi giurarono assieme.

 

giuliano amato giuliano amato

Oggi è toccato a Silvana Sciarra, in quanto giudice più "anziana", salutare Amato. E lei gli si rivolge così. "Sentiremo risuonare nella camera di consiglio il suo 'insommà ... e ci ricorderemo che ha pronunciato spesso questa parola dopo un lungo silenzio. Amato ha operato nel cuore di alcune delle principali istituzioni fra cui la nostra Corte, alla ricerca di soluzioni meditate. Lo ha fatto senza mai smettere di essere professore. Al centro sempre i più giovani, la passione nella formazione di una nuova classe dirigente, la fiducia in una crescita collettiva". E chiude citando il libro che Amato ha scritto per i suoi figli, "Il drago e la principessa", dove dice che "un re insicuro e infelice che non riesce a credere in sé stesso e dunque a crescere, deve imparare a essere più forte dei cattivi pensieri". E chiude: "Anche a noi Amato hai insegnato a essere più forti".

 

L'avvocato Falcon e l'ironia di Amato

giuliano amato giuliano amato

Da Giandomenico Falcone, avvocato amministrativista, arriva un altro elogio, perché "Amato è l'esempio di quello che deve fare chi ha un ruolo come il suo". Basti citare "la conduzione ironica delle udienze, anche a spese di qualche avvocato e lo forzo per introdurre il dialogo tra giudici e avvocati". Falcon ricorda che "quando Amato fu nominato giudice costituzionale ci fu chi disse che veniva sottratto ad altri incarichi che avrebbe potuto avere". Ma come "giudice delle leggi", secondo Falcon, Amato ha avuto il merito di "rivolgere sollecitazioni, a volte anche molto intense, al Parlamento che potrebbe risolvere problemi complessi e divisivi, ma che proprio per questo non riesce a farlo".

 

Da Gabriella Palmieri il plauso dell'Avvocatura

Da Gabriella Palmieri Sandulli - al vertice dell'Avvocatura dello Stato - arrivano altri elogi per Amato. Lei ricorda che il 15 settembre il presidente uscente riceverà dalla Sapienza il dottorato honoris causa. Cita i ben 171 provvedimenti scritti in questi nove anni, "che riflettono il suo ruolo di giurista e di uomo delle istituzioni". Cita il concerto del 22 luglio in piazza del Quirinale del maestro Piovani organizzato dalla Corte che "ha dato evidenza alla missione affidato dalla stessa Costituzione alla Corte". Insiste sui rapporti tra Corte e Parlamento, e cita la sentenza 131 del 2022 che affida proprio alle Camere "il ruolo di mediare e decidere". E ricorda la mission di Amato sulle prigioni, quelle due visite a Nisida, "carcere modello che consente un'integrazione successiva per chi ha scontato la pena nello spirito di guardare avanti".

GIULIANO AMATO GIULIANO AMATO giuliano amato mario draghi sergio mattarella 3 giuliano amato mario draghi sergio mattarella 3 GIULIANO AMATO GIULIANO AMATO

 

giuliano amato mario draghi sergio mattarella 1 giuliano amato mario draghi sergio mattarella 1 giuliano amato mario draghi sergio mattarella giuliano amato mario draghi sergio mattarella

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

FAMOLO STRIANO - MENTRE LA COLOSINO SECRETA GLI ATTI, LA MELONI SI LAMENTA COI GIORNALISTI CHE SI OCCUPANO SOLO DI SANGIULIANO, MA NON DEL CASO DOSSIERAGGIO  – PASSANO DUE ORE E CROSETTO, DA CUI È PARTITO TUTTA L’INCHIESTA DI PERUGIA, LETTE LE CARTE DI CANTONE MANDATE ALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA, CHE HANNO MOLTO DELUSO LA DESTRA E LA MELONA, DICE: NON C’È NESSUN DOSSIERAGGIO, NESSUN MANDANTE, NESSUN RICATTO, NEMMENO MESSAGGI TRA STRIANO E I GIORNALISTI DI ''DOMANI''. “SOLO UNA MELA MARCIA DELL'AISE…”  

DAGOREPORT - DALLA PADELLA ALLA BRACE: CHI E' IL NUOVO MINISTRO DELLA CULTURA - E DIRE CHE UNA VOLTA, PRIMI ANNI ‘90, IL NEOFASCISTA ALESSANDRO GIULI, UN’AQUILA FASCISTA TATUATA SUL PETTO, MOLLÒ I CAMERATI DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ, LIQUIDATI COME MAMMOLETTE, PER FONDARE MERIDIANO ZERO, GRUPPUSCOLO BOMBAROLO DI ESTREMA DESTRA – LO RITROVIAMO ANONIMO GIORNALISTA DI "LIBERO" E "IL FOGLIO" CHE NEL 2018 SI RIVOLGEVA A BANNON AD ATREJU, LODAVA PUTIN DEFINENDOLO ‘UN PATRIOTA’ COME TRUMP – SBARCATE A PALAZZO CHIGI, LE SORELLE MELONI LO SPEDISCONO ALLA PRESIDENZA DEL MUSEO MAXXI DI ROMA, PUR NON DISTINGUENDO LA CORNICE DAL QUADRO – ALLA PRESENTAZIONE IN LIBRERIA DEL SUO LIBELLO, “GRAMSCI È VIVO”, CON ARIANNA MELONI AD APPLAUDIRLO, AVVIENE IL PASSAGGIO DA “ARISTOCRAZIA ARIANA” DI FREDA ALLA NOVELLA “ARISTOCRAZIA ARIANNA” - MA CI VOLEVA MARIA ROSARIA BOCCIA PER FAR DIVENTARE IL SUO SOGNO REALTÀ…

DAGOREPORT - MENTRE L’ITALIA SI SOLLAZZAVA COL SECCHIELLO E LA PALETTA, LO SCORSO 5 AGOSTO ANDAVA IN SCENA UN'APOCALISSE DI CUORI INFRANTI, STARRING SANGIULIANO COSTRETTO DALLA MELONI A VOLARE IN MISSIONE IN EGITTO. QUANDO ATTERRA A IL CAIRO AL FIANCO DI ''GENNY IL CALDO'' NON TRONEGGIA LA BOCCIA-RIDENS MA LA MOGLIE FEDERICA - L’IRA DELLA BAMBOLONA DI POMPEI, A CUI IL BOMBOLO AVEVA BUFALEGGIATO DI UN MATRIMONIO FINITO-LOGORATO-DAL-TEMPO-CRUDELE, AVREBBE RAGGIUNTO LO STADIO DELL’ERUZIONE VESUVIANA (UNA FERITA APPARE SULLA FRONTE DI GENNY: “INCIDENTE DOMESTICO” O CONSEGUENZA DI UNA BRUTALE SCENATA DELLA POSSESSIVA POPPEA DI POMPEI?) - TERRORIZZATO DALLA MOGLIE, MINACCIATO DALL’AMANTE, ASSEDIATO DA “ALTRE DONNE” (SONO TRE, DI CUI DUE DELLO SPETTACOLO), PER LA SERIE: ‘’OCCHIO NON VEDE, CUORE NON DUOLE’’, MA ANCHE PER EVITARE ALTRE ZOCCOLATE IN TESTA, 'O MINISTRO FINITO NEL PALLONE DELL'IMPERO DEI SENSI SI PREMURA DI NON FAR PUBBLICARE IMMAGINI DELLA MISSIONE D'EGITTO DOVE LUI ROTOLA COME UNA BOCCIA AL FIANCO DELLA CONSORTE (LA COMMEDIA ALL’ITALIANA È VIVA E HA OCCUPATO PALAZZO CHIGI) -VIDEO

DAGOREPORT – FOSSI STATO IN GENNARO SANGIULIANO CI AVREI PENSATO DUE VOLTE PRIMA DI LASCIARE LA DIREZIONE DI UN TELEGIORNALE PER DIVENTARE MINISTRO DELLA CULTURA - DA VELTRONI A MELANDRI, DA URBANI A BONDI, DA BRAY FINO AL “PAVONE ESTENSE” FRANCESCHINI: HANNO FATTO PIÙ O MENO TUTTI LA STESSA FINE: SONO SCOMPARSI - IN ITALIA LA STORIA CULTURALE SOVRASTA OGNI MINISTRO SINO A SFINIRLO, SOFFOCARLO: È UN EVEREST CHE FATICHI A OSSERVARE PER LA SUA ALTEZZA. NON PUOI FARCELA, NON PUOI GESTIRLO: PUOI SOLO EVITARE DI FARE DANNI...

IL DAGO-SCOOP DEL 26 AGOSTO CHE HA SCOPERCHIATO IL CASO DELLA POMPEIANA "NON CONSIGLIERA" E CHE OGGI HA SPEDITO SANGIULIANO AI GIARDINETTI FACENDO FARE UNA FOTONICA FIGURA DI MERDA AL GOVERNO MELONI - CHI È, E SOPRATTUTTO CHI SI CREDE DI ESSERE, LA BIONDISSIMA 41ENNE, NATIVA DI POMPEI, MARIA ROSARIA BOCCIA, CHE ANNUNCIA SU INSTRAGRAM LA SUA ''NOMINA A CONSIGLIERE PER I GRANDI EVENTI DEL MINISTRO DELLA CULTURA''? E PERCHÉ DOPO AVER SOTTOLINEATO: ‘’IO E IL MINISTRO SIAMO LEGATI DA UNA STIMA E DA UN SANO SENTIMENTO CHIAMATO "BENE" CHE RESTERÀ ANCHE QUANDO NON AVREMO RAPPORTI LAVORATIVI”; POI AGGIUNGE: ‘’PENSO SIA IL CASO DI SMETTERLA CON QUESTO INUTILE ACCANIMENTO. BASTA ATTACCHI GRATUITI!” - OHIBÒ, CHI HA MAI ATTACCATO L'IMPEGNO CULTURALE DELLA "BOCCIA DI POMPEI" AL FIANCO DI "GENNY DEL GOLFO" (CHE LEI IMMORTALA, FOTO E VIDEO, SU INSTAGRAM)? - CONTATTATO DA DAGOSPIA, IL PORTAVOCE DI SANGIULIANO TRASFORMA LA BOCCIA IN UN ‘FIASCO’: “E’ UNA NOTIZIA FALSA: MARIA ROSARIA BOCCIA NON È MAI STATA NOMINATA CONSIGLIERE DEL MINISTRO" - VIDEO