Estratto dell’articolo di Eugenio Occorsio per “la Repubblica”
«L’attuazione del Pnrr non è un problema solo per l’Italia: in tutti i Paesi beneficiari del NextGenEu, il “testo madre” da cui discendono i piani di ripresa, si registrano ritardi e ripensamenti. Persino in Germania». Daniel Gros, l’economista tedesco dirige l’Institute for european policy making della Bocconi, non vuole essere frainteso: «[…] i controlli incrociati a livello nazionale e comunitario, prendono più tempo di quanto si potesse pensare, e questo in tutta Europa».
GIORGIA MELONI E ursula von der leyen A ROMA 4
Tant’è vero che anche una rete solida come quella dei laender è spiazzata?
«È così, almeno per un progetto di digitalizzazione delle ferrovie. Intendiamoci, i fondi richiesti dalla Germania sono pari a un sesto di quelli dell’Italia, su un’economia molto più grande».
Bisogna ridurre l’ambizione del piano?
«Il NextGen è stato concepito tre anni fa. Nel frattempo è cambiato il mondo: ripresa post-Covid più rapida del previsto, guerra, inflazione. L’ambizione non dev’essere spendere il massimo possibile ma spendere bene. Se questo diventa lo scopo, alcune rimodulazioni sono necessarie, così come rivedere il ruolo attribuito ai comuni piccoli, rafforzando il loro appoggio da parte del governo e allungando in parte i tempi. […] l’Italia non è l’unica ad affrontare tali problemi».
mario draghi ursula von der leyen
[…] E l’idea di un maggior coinvolgimento delle banche per migliorare la solidità finanziaria di comuni e aziende per non fargli perdere le opportunità?
«Non dovrebbe essere necessario. Perché le banche dovrebbero sostituirsi allo Stato? Il Mef dovrebbe essere in grado di aiutare le piccole stazioni appaltatrici con problemi di liquidità ».