Antonio Pollio Salimbeni per “il Messaggero”
Non basta lo stop nel 2020. La Francia «auspica» che le regole di disciplina di bilancio fra i membri dell'Unione europea, sospese nel 2020 per la crisi del coronavirus, restino non operative anche nel 2021. Lo ha detto il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, in un'intervista a Le Figaro.
«La gestione del calendario è vitale», ha detto Le Maire: « Nulla sarebbe più sbagliato che rilanciare il meccanismo economico azionando il freno sulla spesa pubblica. È un errore che fu commesso nel 2009 e non commetteremo un'altra volta». Una posizione che arriva subito dopo la recente sollecitazione di Christine Lagarde.
bruno le maire emmanuel macron
«I termini del Patto di stabilità e di crescita devono essere rivisti e semplificati prima che si pensi a reintrodurlo», ha detto il presidente Bce . Intanto un forte invito alla solidarietà arriva dalla Commissione Ue.
«Se cade un paese, perdiamo prima il Green Deal, poi la solidarietà, infine il mercato unico, forse anche la moneta e forse anche la Ue stessa: ci stiamo giocando il futuro europeo». Per quanto non si debba mai esagerare in retorica e in scenari nerofumo, è evidente che la Ue si trova di fronte a un bivio e il primo vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans, intervenuto al festival dello sviluppo sostenibile AsviSlive, lo ha sintetizzato con chiarezza.
Soprattutto perché è olandese, socialdemocratico, e l'Olanda è attualmente il capofila degli oppositori alla proposta franco-tedesca di un Recovery Fund di 500 miliardi da raccogliere sul mercato con una emissione di titoli comunitari a lunga scadenza garantiti dal bilancio Ue.
Risorse che, secondo Macron e Merkel, devono sostenere nella forma di sovvenzioni regioni e settori più colpiti dalla crisi. Garantite da un strumento comune, il bilancio Ue. Collettivamente rimborsate dai 27 indipendentemente dalla quota che ogni stato riceverà dal Recovery Fund. È un triplo livello di condivisione piena di un obiettivo politico-economico e del rischio conseguente.
È quello che il ministro delle finanze tedesche Olaf Scholz ha ieri definito «momento Hamilton», riferendosi al segretario al tesoro americano che nel 1790 riuscì a imporre la creazione di debito federale trasformando il debito di 13 stati americani insolventi, in cambio della cessione da parte loro del gettito da tariffe e dazi doganali che passarono così al governo federale. Mercoledì prossimo si conoscerà la proposta della Commissione. Intanto, per Frans Timmermans (nella foto) l'iniziativa Macron-Merkel riflette «un ragionamento abbastanza rivoluzionario sul futuro del progetto Ue, ho l'impressione che a Berlino abbiano capito che non si può continuare come prima».