“GLI STATI UNITI CI CHIEDONO UN ESECUTIVO CREDIBILE” - IL VIAGGIO NEGLI USA DI GIORGETTI E’ SERVITO PER SMARCARSI DAL MOVIMENTO CINQUESTELLE RIVENDICANDO L’INTENZIONE DI FAR PARTIRE TAV E FLAT TAX - MA AGLI AMERICANI INTERESSANO LE QUESTIONI PESANTI: LO SVILUPPO DEL 5G, IL RUOLO DELLA CINA, I RAPPORTI CON LA RUSSIA E LA POSIZIONE DELL’ITALIA SUL VENEZUELA…

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Paolo Mastrolilli per “la Stampa”

 

giancarlo giorgetti matteo salvini giancarlo giorgetti matteo salvini

“Serve un decreto legge per sbloccare le norme burocratiche che fermano i cantieri». E' l' auspicio che esprime Giancarlo Giorgetti al termine della sua visita negli Stati Uniti, che ha concluso ieri incontrando alla Casa Bianca il genero del presidente Trump, Jared Kushner, e il segretario al Tesoro Mnuchin. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio sottolinea il forte feeling con l' amministrazione americana, che «non è preoccupata per la stabilità del governo italiano, ma chiede un esecutivo credibile».

 

Alla domanda se questa credibilità si rafforzerebbe con un gabinetto a guida leghista, Giorgetti risponde con una battuta: «Questo me lo sogno quando dormo».

giorgetti giorgetti

Giorgetti dice che l'obiettivo della sua missione non era rassicurare, ma «spiegare di persona costa stiamo facendo».

 

Agli americani, ad esempio, non interessano le discussioni europee sulle percentuali tra debito e Pil, ma la crescita, che secondo il sottosegretario si stimola liberando le potenzialità del Paese in due modi: alleggerire la pressione fiscale attraverso proposte come la flat tax, e favorire gli investimenti. Giorgetti sottolinea che la Lega ha fatto le sue proposte, e ora aspetta che gli alleati del Movimento 5 Stelle le sblocchino.

 

Ciò va dal decreto legge per i cantieri, allo stop delle esplorazioni nel settore energetico, dove diverse aziende americane minacciano di portare il governo in tribunale: «Su questo punto noi abbiamo cercato di limitare i danni». Stimolando la crescita, poi, si produrrebbero anche le risorse per ripagare il debito, le cui dimensioni preoccupano la comunità finanziaria di Wall Street.

 

steven mnuchin steven mnuchin

L'amministrazione Trump gli ha chiesto perché Roma non ha ancora appoggiato il presidente ad interim venezuelano Guaidó, e il sottosegretario ha spiegato che questa prudenza dipende in parte dalla presenza di una forte comunità italiana nel Paese, e in parte dalle posizioni degli alleati di governo: «Ma se avvenisse qualche fatto nuovo, come l'arresto di Guaidó, non credo che il nostro governo potrebbe restare neutrale».

 

Washington ha fatto pressione anche sul ruolo che l'Italia intende affidare a cinesi di Huawei, per lo sviluppo di tecnologie come il nuovo network 5G per le comunicazioni degli smartphone, altro punto su cui insiste in particolare M5S: «Si aspettano che gli alleati usino cautela, quando si tratta di mettere informazioni riservate a disposizione di altri».

ivanka trump e il marito jared kushner ivanka trump e il marito jared kushner

 

Giorgetti ha avuto la sensazione che «la vera sfida è con la Cina, non con la Russia», ma ammette che la questione del rapporto con Mosca è stata sollevata dagli interlocutori americani: «Non ci sono state contestazioni sulle posizioni della Lega, ma in generale è stata espressa la preoccupazione per questa presenza dei russi un po' ovunque». A partire dall' allarme lanciato di recente dagli stessi servizi dell' intelligence americana, per il fatto che strutture legate al Cremlino stanno cercando nuovamente di influenzare le Europee di maggio.

 

Toccando la politica interna, il sottosegretario commenta anche la vittoria di Zingaretti nelle primarie del Pd: «La vera sfida starà nella sua capacità di capire gli umori della gente». La sensazione è che gli elementi di incomprensione con Washington dipendano quasi tutti dalle posizioni dei 5 stelle, e il primo obiettivo di Giorgetti sia stato chiarire le differenze con la Lega.

 

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