Giovanni Legorano per https://www.editorialedomani.it/ - Estratti
Mentre le trattative proseguono per la tregua a Gaza, le diplomazie occidentali si stanno adoperando per spegnere i focolai di guerra nel nord di Israele. La Francia ha presentato un piano di tregua tra Israele e Libano, per fermare le ostilità nelle zone di confine tra i due stati, con il chiaro intento di evitare che il conflitto, sinora relativamente a bassa intensità, vada fuori controllo.
I destinatari del piano, che prevede tre fasi distinte, sono i governi di Libano e Israele e la leadership di Hezbollah, i miliziani appoggiati dall’Iran che controllano il sud del paese e sono i protagonisti degli scontri con Israele, ormai all’ordine del giorno dall’inizio della guerra di Gaza.
L’uccisione all’inizio di gennaio del numero due di Hamas, Salah al-Arouri, mentre si trovava in un ufficio del gruppo palestinese a Beirut, ha intensificato le ostilità a nord, con lanci di razzi più frequenti e profondi da parte di Hezbollah. Questi scontri, iniziati l’8 ottobre, hanno prodotto decine di migliaia di sfollati in entrambi gli stati.
JOE BIDEN SI FA IL SEGNO DELLA CROCE DAVANTI A NETANYAHU
Gli attacchi dal Libano hanno fatto 15 vittime tra soldati e civili nel paese ebraico, mentre le rappresaglie israeliane hanno ucciso circa 200 persone in Libano, la maggior parte delle quali sono miliziani di Hezbollah.
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IL VERTICE DEL CAIRO
Nel frattempo, i negoziatori di Israele, Egitto, Qatar e Stati Uniti si sono riuniti al Cairo per cercare un accordo sui termini del cessate il fuoco a Gaza.
Il piano di tregua di sei settimane con il contestuale scambio tra ostaggi israeliani e detenuti palestinesi di cui si discute da molti giorni è rimasto sinora lettera morta visto il secco diniego israeliano al ritiro delle truppe da Gaza, posto come condizione imprescindibile da Hamas.
JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU
In Israele, le famiglie degli ostaggi chiedono di dare la priorità alla liberazione dei propri cari, a qualsiasi costo. «Non tornate fino a quando tutti saranno tornati a casa, i vivi e i morti» ha detto il Forum delle famiglie degli ostaggi in un appello pubblico agli emissari israeliani.
LE INDAGINI USA
Questo mentre l’HuffPost ha dato notizia di indagini in corso da parte del Dipartimento di Stato americano su possibili violazioni del diritto internazionale da parte di Israele. Le indagini, sebbene la cui esistenza sia stata smentita dal portavoce della Casa Bianca John Kirby in gennaio, sarebbero in corso da mesi.
BOMBARDAMENTI ISRAELIANI SU GAZA
Aumentano, inoltre, gli appelli internazionali affinché Israele non attacchi la zona di Rafah al confine con l’Egitto, dove si sono ammassati più di un milione di abitanti di Gaza in fuga dalle zone bombardate dall’Idf, almeno non prima di un piano di evacuazione dei civili da quel territorio.
«Dove dovrebbero essere evacuati, sulla luna?» ha chiesto retoricamente l’Altro rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell. Il governo egiziano ha chiarito in molte occasioni che non permetterà un esodo dei palestinesi di Gaza in Egitto, mentre nella Striscia non esistono praticamente più zone dove i civili possono rifugiarsi.
BOMBARDAMENTI ISRAELIANI SU GAZA
Borrell ha invece chiesto con forza che la fornitura di armi a Israele cessi, come avevano deciso di fare gli Stati Uniti nel 2006 per fermare la guerra col Libano. «Quante volte abbiamo sentito i leader mondiali dire che troppe persone sono state uccise a Gaza? Ma se pensi che troppe persone sono state uccise, forse dovresti fornire meno armi» ha detto l’Alto rappresentante.
Gli Stati Uniti, per ora, non sembrano intenzionati a fare pressioni su Israele in questo modo. Il Senato americano ha approvato ieri lo stanziamento di 95 miliardi di dollari per Israele, Ucraina e Taiwan, contenente anche aiuti umanitari per Gaza. Ora la parola passerà alla Camera dei rappresentanti per l’approvazione finale.
JOE BIDEN CON BIBI NETANYAHU IN ISRAELE joe biden bibi netanyahu in israele RAFAH - STRISCIA DI GAZA JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU