LEGGE DI (IN)STABILITÀ - PIOVONO EMENDAMENTI MA NON CI SONO SOLDI PER FARE NULLA - PER IL RESTO, QUELLO CHE PIACE AL PD NON PIACE AL PDL E VICEVERSA

L'innalzamento della no-tax area piace a tutti ma manca la copertura - Il solito assalto alla diligenza dei peones destinato ad andare a vuoto - E qualcuno ritira fuori l'idea del condono e della vendita delle spiagge...

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Roberto Giovannini per "la Stampa"

La fantasia dei senatori dei partiti di maggioranza si è esercitata molto nella stesura degli emendamenti alla legge di Stabilità. Praticamente nessuna di quelle proposte diventeranno legge. Primo, perché quasi tutte sono di incerta copertura finanziaria, e quattro su cinque verranno comunque fatte cadere dai partiti di riferimento. Secondo, perché con poche eccezioni quelle del Pd non piacciono al Pdl, e viceversa. Terzo, perché per il momento siamo agli emendamenti «civetta»; la roba seria si farà dopo, in Commissione Bilancio, e negoziando col governo.

LETTA E SACCOMANNI imagesLETTA E SACCOMANNI images

Dunque, anche se ieri a un certo punto qualcuno ha pensato che fosse in dirittura di arrivo l'innalzamento della «no tax area» a 12.000 euro, e che questa proposta fosse sostenuta (come in effetti sembrerebbe) sia dal Pd che dal Pdl, in realtà non se ne farà assolutamente niente. Perché non ci sono i soldi. Stesso discorso per il supercondono fiscale proposto addirittura dal relatore del Pdl, Antonio D'Alì.

Altre cose, invece, si faranno: continua il lavorìo sul ripristino parziale dell'indicizzazione delle pensioni più elevate, ma fino a 3.000 euro, e sembra assolutamente certo che il bonus del cuneo fiscale verrà concentrato sui redditi più bassi. Il Pd vuole fissare una soglia a quota 30.000 euro annui, con il beneficio maggiore (ma sempre molto molto light), circa 200 euro netti l'anno, per i redditi tra 15.000 e 20.000 euro.

saccomanni, alfano e lettasaccomanni, alfano e letta

In ogni caso ha destato scalpore il fatto che nella montagna di emendamenti ci siano due emendamenti sostanzialmente analoghi di Pdl e Pd per aumentare la soglia di esenzione dall'Irpef, la cosiddetta «no tax area» in cui non si pagano tasse.

Renato BrunettaRenato Brunetta

Attualmente oggi il tetto è fissato a 8.000 euro per i lavoratori dipendenti e a 7.500 per i pensionati. Gli emendamenti del Pdl (prima firmataria Anna Cinzia Bonfrisco), e quello del Pd (primo firmatario Giancarlo Sangalli) sostanzialmente prendono i soldi del «bonus cuneo fiscale», e in più prevedono massicci tagli lineari alla spesa delle amministrazioni pubbliche e aziende controllate.

La misura avrebbe effetto su tutti i contribuenti, visto che anche chi guadagna 500mila euro l'anno, per fare un esempio, non pagherebbe più un centesimo di tasse sui redditi fino a 12.000 euro. In ogni caso, la doccia gelata è arrivata dal viceministro dell'Economia Stefano Fassina. «Temo - ha detto - che l'operazione sia molto costosa e non finalizzata soltanto ai redditi più bassi. Non sono sicuro che sia il modo migliore per utilizzare le scarse risorse che abbiamo. Io le dirotterei su quella parte di lavoratori e famiglie più in difficoltà».

Mario Mauro e Maurizio LupiMario Mauro e Maurizio Lupi

Senza speranza anche la sanatoria fiscale e contributiva per i ruoli emessi fino al 31 dicembre 2012, che per il relatore D'Ali (Pdl), permetterebbe ai contribuenti di condonare tutto versando l'80% dell'imposta iscritta a ruolo senza pagare more e interessi. Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi (Pdl «colomba» come il proponente) ha ammesso che che «non mi sembra che ci siano le condizioni politiche per andare sulla strada di un condono».

lupismorfialupismorfia

Anche se il Pdl insiste con la proposta di vendere strisce delle spiagge (quelle dove ci sono le strutture degli stabilimenti) agli attuali detentori, sempre Fassina replica che «non è nell'interesse del Paese e non è in linea con il governo». Intanto, inaugurando l'anno accademico della Guardia di Finanza, il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni dice che la lotta all'evasione resta una priorità ma occorre tenere conto della crisi che «ha messo a dura prova imprese, persone e famiglie». E allora la mano dello Stato deve essere «tanto ferma quanto calibrata».

 

 

 

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