A LETTO CON RUBY - AL VIA IL PROCESSO D’APPELLO E I LEGALI DI PAPI EVITANO DI PRENDERSI LA PRIMA PORTA IN FACCIA: NO AL LEGITTIMO SOSPETTO - INTANTO LE INDAGINI PER “DEPISTAGGIO” SU LONGO E GHEDINI PROCEDONO “A RITMI ASSAI POSATI”

Dopo una prima condanna a sette anni di reclusione, subito via con le eccezioni. Già archiviata, però, l’idea di cavalcare lo scontro Robledo-Bruti sul fascicolo, chiedendo il legittimo sospetto. Lo strano limbo di Ghedini e Longo, che cedono la guida operativa della difesa a Coppi e Dinacci, ma restano nel pool…

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Luigi Ferrarella per ‘Il Corriere della Sera’

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Costituzione delle parti, decisione se ammettere o no le tv in aula, stesura del calendario, e relazione della Corte sui motivi d’Appello della difesa: sarà oggi l’esordio del processo chiamato a confermare o annullare la condanna il 24 giugno 2013 dell’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a 6 anni per concussione dei poliziotti della Questura di Milano nel 2010 e a 1 anno per prostituzione minorile con la 17enne marocchina «Ruby» Karima El Mahroug. Non ci saranno i suoi difensori storici, i parlamentari Niccolò Ghedini e Piero Longo: restano nominati come titolari, ma nella realtà opereranno come loro sostituti processuali i professori Filippo Dinacci e Franco Coppi.

 

RUBY E LUCA RISSO IN MESSICO RUBY E LUCA RISSO IN MESSICO

Il mezzo passo indietro di Ghedini e Longo dipende dal fatto che sono indagati in quell’inchiesta (sull’ipotizzate corruzioni e/o false deposizioni di 32 testi nel processo di primo grado) che la Procura di Milano quasi tre anni fa non aveva ritenuto di avviare sulla base dei medesimi elementi ai quali invece il Tribunale l’ha poi obbligata, trasmettendole gli atti nel novembre 2013: i pm hanno da allora proceduto a ritmi assai posati, sicché Ghedini e Longo restano al momento né carne né pesce, e cioè né già avviati a giudizio né ancora archiviati.

 

RUBY images RUBY images

Salvo colpi di scena, la difesa non chiederà lo stop del processo per «legittima suspicione» legata (come ha fatto di recente il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà) all’idea che i contrasti tra i pm Bruti e Robledo (anche sul caso Ruby) turbino la serenità e imparzialità dei giudici.

 

È invece sicuro che la difesa farà presente la necessità di preparare settimana prossima l’arringa per Pier Silvio Berlusconi nel processo Mediatrade, e dunque chiederà che i giudici Tranfa-Locurto-Pucciarelli fissino udienze non a tappe forzate, sicché la sentenza (non avendo problemi di prescrizione) potrebbe arrivare o a fine luglio o a metà settembre. Berlusconi non sarà in aula, perché preferirà mantenere la cadenza settimanale del venerdì a Cesano Boscone per l’anno di servizi sociali conseguente alla condanna in Cassazione per frode fiscale sui diritti tv Mediaset a 4 anni, di cui 3 abbuonati dall’indulto del 2006. Questi 3 anni però tornerebbero a rivivere in caso di condanna definitiva pure nel processo Ruby, per un cumulo di 10 anni (3+7, ben oltre il limite per i servizi sociali) a quel punto da scontare in carcere anziché in detenzione domiciliare.
 

SILVIO BERLUSCONI IN TRIBUNALE A MILANO SILVIO BERLUSCONI IN TRIBUNALE A MILANO

LONGO E GHEDINI big LONGO E GHEDINI big Franco Coppi Franco Coppi a sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberati a sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberati

 

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