1 - ETICHETTE SUL VINO, L’EUROPARLAMENTO BOCCIA I RIFERIMENTI AL CANCRO
Francesca Basso per www.corriere.it
Il «consumo nocivo di alcol» è un fattore di rischio per il cancro e non più il «consumo di alcol». L’introduzione dell’aggettivo «nocivo» è una delle modifiche votate martedì sera dagli europarlamentari riuniti in plenaria a Strasburgo alla relazione sul Piano anti-cancro, che affronta la questione della lotta al cancro in tutti i suoi aspetti, dalla diagnosi precoce all’accesso alle cure, dalla ricerca alla prevenzione, indicando una serie di proposte.
Dal testo è stato anche cancellato il riferimento ad avvertenze sanitarie in etichetta (sul tipo di quelle usate per le sigarette) sostituito con «informazioni sul consumo moderato e responsabile».
Il voto a Strasburgo
Il 15 febbraio gli eurodeputati riuniti in plenaria a Strasburgo hanno votato gli emendamenti al report presentato dalla commissione Beca. Sono passati gli emendamenti presentati dagli eurodeputati della cosiddetta «maggioranza Ursula»Paolo De Castro (Pd, S&D), Herbert Dorfmann (Svp, Ppe) e Ire’ne Tolleret (Renaissance, Renew).
Mercoledì c’è il voto al testo nel suo complesso e sarà reso noto nel pomeriggio. Il piano non è una proposta legislativa né è un documento vincolante, ma è un documento di indirizzo politico.
Il mondo del vino italiano ed europeo era però in agitazione, prima del via libera alla modifica del testo. Il report infatti include tra le sostanze cancerogene l’alcol, ricordando che «in Europa circa il 10% di tutti i casi di cancro negli uomini e il 3% di tutti i casi di cancro nelle donne sono riconducibili al consumo di alcol» e cita l’Oms dicendo che «riconosce che non esiste un livello sicuro di consumo di alcol per quanto riguarda la prevenzione oncologica».
Questa parte però è stata così modificata: «il livello più sicuro di consumo di alcol non esiste per quanto riguarda la prevenzione oncologica». Il testo chiede anche un aumento delle tasse sulle bevande alcoliche. È stato bocciato l’emendamento che modificava questa parte.
Mentre è passato un emendamento che ammorbidisce la parte sulle sponsorizzazioni. Nel testo si invitava a proibire «la sponsorizzazione di manifestazioni sportive da parte di produttori di bevande alcoliche» quando partecipano minori. L’emendamento approvato invita a proibire «la pubblicità e la sponsorizzazione di bevande alcoliche in occasione degli eventi sportivi qualora a tali eventi partecipino principalmente i minori».
La soddisfazione dell’Italia
Tra gli europarlamentari italiani c’è grande soddisfazione bipartisan per gli emendamenti approvati. «Abbiamo ottenuto un risultato straordinario, i nostri emendamenti che puntavano a tutelare il vino e il settore vitivinicolo italiano sono stati approvati», ha commentato il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani.
Paolo De Castro del Pd, tra i promotori degli emendamenti, ha sempre insistito sul fatto che «è l’abuso di alcool che si deve combattere non il consumo consapevole». Per Dino Giarrusso del M5S «al Parlamento europeo vince il buon senso e passano gli emendamenti cofirmati e fortemente sostenuto da noi del Movimento 5 Stelle».
Stefania Zambelli, eurodeputata della Lega componente della commissione Beca, ha sottolineato che «la lotta contro il cancro è un argomento troppo importante per essere banalizzato con insensate demonizzazioni contro il vino o altri prodotti alimentari».
«Soddisfazione per il grande risultato ottenuto», anche da parte del copresidente del gruppo Ecr- FdI al Parlamento Ue, Raffaele Fitto, e dell’eurodeputato FdI e relatore ombra per il gruppo Ecr in commissione Beca, Pietro Fiocchi: «Sono stati accolti anche i nostri emendamenti per modificare una formulazione eccessivamente rigida riguardo al controllo delle bevande alcoliche».
2 - L'EUROPA PRONTA A «BOLLARE» IL VINO
Manila Alfano per "il Giornale"
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Per una volta, il blocco italiano a Strasburgo ha lottato fino all'ultimo per difendere il vino, per distinguere l'uso dall'abuso e per allontanare dalle bottiglie l'etichetta dal bollino nero. Il voto del Parlamento europeo sulla strategia per la lotta ai tumori agita i Paesi che hanno importanti filiere nell'agroalimentare e l'Italia si è dimostra uno dei Paesi più compatti nel voler difendere la specificità sul vino.
Il legame tra tumori e consumo di alcol è infatti uno dei fattori presi in esame dalla relazione - che non ha effetti legislativi immediati - e s'intreccia con il tema della difesa alla dieta mediterranea da tempo messa in campo dall'Italia.
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Benché, nei fatti, si tratti di tavoli diversi. Nell'occhio del ciclone, a Strasburgo, sono allora finiti i paragrafi relativi all'uso di alcol e alla possibilità d'introdurre etichette informative per le bevande alcoliche.
Il voto riaccende i riflettori sul sistema di etichettatura NutriScore, proposto dai francesi (che però non è menzionato nel testo sulla lotta al cancro). Roma, ad esempio, si è mossa con una proposta alternativa, che il governo ha battezzato NutrInform.
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Ovvero, spiega il ministro della salute Roberto Speranza, un sistema che «ambisce a creare una nuova consapevolezza sui valori della dieta mediterranea». Per quel che riguarda il testo della strategia Ue sul cancro, l'idea è cambiare i paragrafi relativi ai rischi legati ai consumi di alcol.
Le modifiche chiedono l'inserimento della dicitura «consumo nocivo» di alcol al posto del semplice «consumo» e la sostituzione della frase «avvertenze per la salute» con «informazioni su un consumo moderato e responsabile» per quanto riguarda le etichette sulle bottiglie. Un dibattito acceso e che rischia di penalizzare un settore specifico.
Preoccupazioni condivise anche alla Commissaria Ue alla Salute, Stella Kyriakides, che in aula si è dimostrata alquanto seccata: «Non c'è alcuna intenzione di prendere di mira la cultura gastronomica, il nostro lavoro punta a garantire sistemi di prevenzione e cure efficaci a tutti gli europei ed è basato su dati scientifici».
Il punto è, ricorda, che il consumo di alcol in Europa è alto e, per questioni di salute, «va ridotto». In molti si sono battuti affinché siano chiare almeno le distinzioni fondamentali: «Il 92% dei tumori da alcol è provocato dall'abuso di esso e non dal salutare bicchiere di vino rosso che aiuta per le malattie cardiovascolari e cardiocircolatorie», ha fatto notare l'eurodeputata di Forza Italia Luisa Regimenti. «Dobbiamo contrastare l'abuso di sostanza alcoliche e non discutere se sia opportuno o meno bere un bicchiere di vino».
L'Europa ha il livello più elevato di consumo di alcol al mondo e può causare diversi tipi di cancro, ecco perché un piano con un chiaro obiettivo per raggiungere una riduzione di almeno il 10% nel consumo di alcol, come sostenuto dall'Oms comunque ci vuole, salvaguardando però l'eccellenza italiana.
3 - PRODUTTORI IN ANSIA: «RISCHIAMO IL 35% DI TUTTO IL FATTURATO»
AnCu. per "il Giornale"
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C'è preoccupazione nel mondo italiano del vino per la possibilità concreta che oggi l'europarlamento di Strasburgo voti la direttiva che - stabilendo che l'alcol favorisce il cancro a prescindere dalla quantità assunta - parificherebbe un bicchiere di buon rosso a quattro Gin tonic dopo cena.
Naturalmente viticoltori e addetti ai lavori sono preoccupati. «Il cancro è la malattia del secolo, ma non ci sono dati per condannare il vino spiega a Winenews Luigi Mo io, presidente dell'Oiv, Organizzazione internazionale della vigna e del vino, e professore ordinario di enologia presso il dipartimento di Agraria dell'Università Federico II -. Dal punto di vista scientifico non ci sono abbastanza dati per condannare il vino e metterlo sullo stesso piano di tabacco e superalcolici».
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«Il primo obiettivo - aggiunge il vicepresidente Unione italiana vini e presidente dell'Associazione europea Wine in moderation, Sandro Sartor - è quello di evitare che oggi diventi una data spartiacque per il futuro del vino italiano ed europeo. Senza la fondamentale distinzione tra consumo e abuso, tra diversi contesti e modelli di consumo lo scenario che si delineerebbe per il settore sarebbe disastroso sul piano socio-economico».
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Le decisioni che arriveranno da Bruxelles e da Strasburgo potrebbero creare importanti danni all'intero comparto del vino, del quale l'Italia è il primo produttore mondiale, con 49.066.000 ettolitri nel 2021 (in Francia sono 46.944.000) ed esporta per 7 miliardi di euro l'anno. Non solo: il mondo del vino dà lavoro, in un modo o in un altro, a 1,3 milioni di italiani.
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Secondo l'Uiv se oggi il Cancer Plan dovesse essere approvato senza i necessari correttivi, l'industria del vino italiano potrebbe subire un danno enorme, con una contrazione dei consumi stimabile attorno al 25/30 per cento in termini di volume e del 35 per cento in termini di valore.
Ci sarebbero anche un effetto svalutazione degli asset investiti e molti danni per l'indotto. Quanto ai consumatori, saranno costretti a pagare di più un prodotto probabilmente di minore qualità, perché le maggiori accise spingeranno i produttori a scelte più scadenti. Complessivamente si stima una contrazione del margine lordo alla produzione del 50 per cento, con migliaia di aziende agricole che scompariranno.