LA LOTTA TRA SALVINI E MELONI FA UN’ALTRA VITTIMA: LE PROVINCE – IL “CAPITONE” AVEVA ANNUNCIATO IL RITORNO DELL’ENTE INTERMEDIO, CON ELEZIONE DIRETTA, E PUNTAVA ADDIRITTURA A VOTARE IL 9 GIUGNO, INSIEME ALLE EUROPEE. MA FRATELLI D’ITALIA HA FATTO MURO E IL DOSSIER È CONGELATO. È UNA QUESTIONE POLITICA, MA ANCHE DI RISORSE: IL COSTO PER IL RIAFFIDAMENTO DELLE DELEGHE CANCELLATE CON LA RIFORMA DELRIO È DI CIRCA UN MILIARDO

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Giovanna Casadio per www.repubblica.it

 

giorgia meloni e matteo salvini. giorgia meloni e matteo salvini.

Per Matteo Salvini è un altro colpo. Aveva detto che le Province “servono per le scuole, per le strade”: da ripristinare al più presto. Aveva giurato che sarebbe stata una battaglia da lui vinta: le avrebbe riportate all’elezione diretta con le competenze, la scelta diretta dei cittadini e i soldi.

 

[…] La Lega puntava addirittura a votare di nuovo per le Province il 9 giugno prossimo, insieme alle europee. Previsione: fare cappotto, strappandone la maggioranza al centrosinistra con l’elezione diretta.

 

Peccato che Fratelli d’Italia abbia fatto orecchie da mercante. La fretta leghista si è scontrata con il muro meloniano. Adesso […] il dossier Province – che giace in commissione Affari costituzionali del Senato - è archiviato: non si discutono provvedimenti in cui sia prevista una spesa.

 

MATTEO SALVINI - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FEDERIGHI MATTEO SALVINI - ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCO FEDERIGHI

In questo caso il costo è di circa un miliardo, se si vuole riaffidare all’ente provinciale le funzioni che aveva prima della riforma del dem Graziano Delrio. Nelle mani della sottosegretaria Wanda Ferro, fedelissima di Giorgia Meloni, il ritorno delle Province sembrava essere entrato nell’accordo tra Salvini e Meloni sul pacchetto riforme istituzionali: autonomia differenziata e Province sul piatto della bilancia della Lega; premierato su quello di Fratelli d’Italia.

 

Prima c’è stato un rallentamento, anche a causa di un infortunio della sottosegretaria Ferro. Ma è soprattutto uno stop politico quello che vede adesso scomparire dall’orizzonte il ripristino delle Province.

 

“Tensioni tra Fratelli d’Italia e Lega? Prima ancora c’è un problema di risorse: il governo i soldi per le competenze da riassegnare all’ente provinciale non li ha trovati”, osserva Dario Parrini, vice presidente della commissione di Palazzo Madama, del Pd. I Dem sono a favore, ma a condizione che non si tratti di un “poltronificio”: ha detto più volte Andrea Giorgis, capogruppo del partito in commissione. E Michele De Pascale, sindaco dem di Ravenna e presidente dell’Unione delle Province, ha ribadito che la riforma Delrio va superata e che la situazione di limbo in cui le Province, enti di secondo livello, si trovano non può più reggere.

 

GRAZIANO DELRIO GRAZIANO DELRIO

[…] I leghisti temono che prima delle europee non si muova foglia. Tanto che l’altra misura che sta a cuore a Salvini, ovvero via al limite di mandato per sindaci e - tema ancora più spinoso - per i presidenti di Regione, potrebbe essere presentata con un provvedimento ad hoc. Nella riforma delle Province c’è un emendamento – grimaldello del senatore altoatesino Meinhard Durnwalder. […]

 

Riguarda però solo il terzo mandato per i sindaci; l’altra misura, ovvero nessun limite di mandato per i governatore – che per la Lega significa il via libera alla ricandidatura di Luca Zaia, presidente del Veneto – potrebbe avvenire solo con un blitz. Contrarissima la segretaria del Pd, Elly Schlein in un braccio di ferro con Vincenzo De Luca, presidente della Campania […] . […]

matteo salvini e il patriarcato vignetta by rolli per il giornalone la stampa matteo salvini e il patriarcato vignetta by rolli per il giornalone la stampa PRECETTO LA QUALUNQUE - MEME BY EMILIANO CARLI PRECETTO LA QUALUNQUE - MEME BY EMILIANO CARLI

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

COME MAI L’OPA OSTILE DI UNICREDIT SU BANCO BPM HA TERREMOTATO I NEURONI LEGHISTI? IL MINISTRO DEL MEF GIORGETTI HA SUBITO ALZATO LE BARRICATE: L'OPA È STATA "COMUNICATA, MA NON CONCORDATA COL GOVERNO", MINACCIANDO ADDIRITTURA LA GOLDEN POWER, COME SE UNICREDIT FOSSE DI PROPRIETÀ CINESE - ANCOR PIÙ IMBUFALITO È SALVINI: “UNICREDIT ORMAI DI ITALIANO HA POCO E NIENTE: È UNA BANCA STRANIERA, A ME STA A CUORE CHE REALTÀ COME BPM E MPS CHE STANNO COLLABORANDO, SOGGETTI ITALIANI CHE POTREBBERO CREARE IL TERZO POLO ITALIANO, NON VENGANO MESSE IN DIFFICOLTÀ" – ECCO IL PUNTO DOLENTE: L’OPERAZIONE DI ORCEL AVVIENE DOPO L'ACCORDO BPM-MILLERI-CALTAGIRONE PER PRENDERSI MPS. COSI’ IL CARROCCIO CORRE IL RISCHIO DI PERDERE NON SOLO BPM, STORICAMENTE DI AREA LEGHISTA, MA ANCHE MPS, IL CUI PRESIDENTE NICOLA MAIONE È IN QUOTA LEGA…

FLASH! - AVVISATE IL VICE PRESIDENTE DEL CSM, FABIO PINELLI, CHE DOPO IL SUO INCONTRO CON MELONI SÌ È PUBBLICAMENTE ALLINEATO AL GOVERNO NELLA SCONTRO CON I MAGISTRATI SUGLI IMMIGRATI, IL CONTRARIO DI CIÒ CHE PREVEDEREBBE IL SUO RUOLO DI GARANTE DELL’AUTONOMIA E DELL’INDIPENDENZA DELL’ORDINE GIUDIZIARIO, L’IRRITAZIONE DI MATTARELLA, PRESIDENTE DEL CSM, È COMPLETA. E AL PROSSIMO CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, IL CAPO DELLO STATO AVREBBE IN MENTE DI PARTECIPARE DI PERSONA…